In Argentina una suora aiuta le persone transessuali a trovare la strada del Signore
Articolo pubblicato sul sito cattolico fr.aleteia.org (Francia) il 2 novembre 2016, libera traduzione di Marco Galvagno
In Argentina una suora aiuta le persone transessuali a trovare la strada del Signore dando loro un posto dove vivere, un lavoro e un’atmosfera di preghiera, che consente alle persone che si prostituiscono di rifarsi una vita.
Sono più di dieci anni che Suor Monica Astorga, una carmelitana scalza argentina che vive a Neuquen, al centro del paese, dà il suo sostegno a travestiti e trans che hanno deciso di lasciare la prostituzione e dipendenze di vario tipo. Le aiuta a prendere la strada della remissione a reinserirsi socialmente.
Qual è il suo sogno?
Tutto è cominciato nel 2005 quando un travestito che si chiamava Romina ha bussato alla porta del Carmelo. Romina voleva fare un’offerta, ma quando la parrocchia si è resa conto che il denaro dato proveniva dalla prostituzione, ha sottoposto il problema alla suora. Suor Monica si è intrattenuta un’ora con Romina ed è riuscita a convincerla di tornarla a trovare con i suoi amici. Loro hanno risposto favorevolmente all’invito e sono tornati al Carmelo qualche giorno dopo.
Hanno pregato tutti insieme, hanno confidato le loro pene, gli abusi che avevano subito fin da piccoli. “Siamo andati a pregare poi ho chiesto loro: «quali sono i vostri sogni?» perché una vita senza sogni non è vita. Mi hanno risposto che volevano fare le cuoche o le parrucchiere e aprire un’attività per conto proprio. Ma una dei membri del gruppo Katy mi ha confidato che voleva un letto pulito in cui poter morire in santa pace. Perché mi ha detto così? Perché l’aspettativa di vita di un trans è circa di quaranta anni.
Nascita di un progetto
È in quel momento che Suor Monica ha sentito una vera e propria chiamata e ha deciso di mettersi al lavoro. Ha preso contatto con la Caritas di Nenguem e con il vescovo Virginio Bressanelli e ha fatto aprire un salone da parrucchiera e anche un laboratorio di sartoria che funzionano come una cooperativa. Ha fatto anche restaurare una casa per ospitarle. “All’inizio era stata pensata come un luogo dove queste persone potessero morire con dignità, ma questa idea le perturbava molto” spiega suor Monica.
“D’un tratto abbiamo deciso di farne un luogo di riunione e ho chiesto al vescovo se potevamo anche metterci un laboratorio di sartoria”. Katy che voleva un letto pulito per morire ora è la responsabile del laboratorio di sartoria, dei corsi di taglio e cucito, e accoglie altri trans e travestiti. “Ci riuniamo una volta al mese. Vederle pregare per la pace, la gioia e molte altre cose ha dell’incredibile. Bisogna vederlo per crederci. Vedreste che sono persone umane non bestie, come vengono trattate a volte. Per me vederle pregare è un vero regalo. Non penso che il loro livello di preghiera si possa paragonare al mio.
Suor Monica prosegue: “All’inizio queste persone non riuscivano nemmeno a parlare correttamente, perché erano abituate solo a battersi. Dovevano lottare per avere i migliori posti sul marciapiedi e cercare di non essere scalzate dalle più giovani. Adesso tutto è diverso. Possono conversare, invece di trovarsi per consumare l’alcol o la droga, chiacchierano. È una nuova vita per loro. “
Cerco di fare entrare il Signore nelle loro vite.
“È la fede che mi spinge a fare tutto questo. Cerco di fare entrare Dio nelle loro vite, di fare in modo che si sentano amate da lui. Le aiuto a sentirsi amate da Gesù, che lo vedano come un amico che le ama così come sono” spiega ancora la religiosa. Ma la strada è piena d’ostacoli. Delle persone mi hanno chiesto “ Perché ci sono delle trans in chiesa?”Ho risposto loro che la chiesa è aperta a tutti. Chi frequentava Gesù? Dei peccatori . Ciò che conta è che queste persone possano vivere con dignità non debbano dormire fuori al freddo (con delle temperature che possono andare sotto zero). Quello che offro loro è un luogo in cui pregare e lavorare e il resto appartiene al giudizio di Dio, che come sappiamo, è come colmo di misericordia.
Questo lavoro di largo respiro ha permesso a suor Monica di fare molti incontri, perciò ha tante storie da narrare come quella di Romina, la prima trans che è venuta da lei. “ Mi ha raccontato che doveva fare una battaglia contro il diavolo, perché anche se lavorava nel negozio da parrucchiera aveva ogni tanto voglia d’andare a trovare un uomo. Pregava la Madonna d’aiutarla. Un’altra trans mi ha confessato di aver bevuto dell’acqua benedetta per lottare contro le tentazioni.”
Sono testimonianze molto forti, sono sicura che Gesù ne ha sentite di simili quando andava incontro alle prostitute e ai peccatori.
Incoraggiamenti da parte di papa Francesco
Secondo la religiosa papa Francesco, ex arcivescovo di Buenos Aires è a conoscenza del suo operato e questo le dà la forza di continuare.“In una lettera mi ha scritto di non abbandonare il lavoro di punta che il Signore le ha affidato”.
Quando è stato eletto papa, suor Monica gli ha scritto per congratularsi anche da parte delle “sue amiche”. Lui ha risposto che non le giudicava, che le amava e che voleva che sapessero che Gesù e Maria amano con un amore infinito.
La religiosa vorrebbe che la società capisse le sofferenze di queste persone. Spiega alla gente che è possibile che persone delle loro famiglie siano omosessuali o transessuali. “Vi chiedo di accettarle e dar loro l’amore che meritano. Non rifiutatele, dato che questo in molti casi può portarle a dirigersi verso la prostituzione. Tutto questo può essere evitato con il sostegno delle famiglie”.
Testo originale: En Argentine, une religieuse aide des transsexuels à trouver le chemin du Christ