In cerca di accoglienza. Storie di persone LGBT, fede e migrazione
Articolo di Angie Howard-McParland* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 22 novembre 2021, liberamente tradotto da Sabrina G.
Un nuovo libro che racconta i rifugiati LGBTQ in Sudafrica mira a portare una luce positiva sulle influenze che la religione può avere sulla comunità queer. Seeking Sanctuary: Stories of Sexuality, Faith, and Migration (Cercare rifugio. Storie di sessualità, fede e migrazione) è scritto da John Marnell, un ricercatore di dottorato presso il Centro Africano Migrazioni e Società dell’Università del Witwatersrand.
Il libro, pubblicato dalla Wits University Press, è un progetto di storia orale pluriennale incentrato sul ministero LGBT della parrocchia cattolica della Santissima Trinità a Johannesburg. Il ministero opera dal 2009, ed è famoso tra i rifugiati e i richiedenti asilo che sono fuggiti dai loro Paesi d’origine per evitare la persecuzione.
In un articolo su The Conversation, un sito di notizie indipendente, Marnell ha spiegato che il suo obiettivo era quello di concentrarsi sia sul ruolo positivo della religione nella vita degli africani LGBTQ, sia sulle comunità religiose che li accolgono. Ha sottolineato la necessità di ampliare la comprensione del rapporto tra religione e migrazione LGBTQ, oltre al pregiudizio secondo il quale è la prima a provocare la seconda. Ha anche cercato di descrivere il modo in cui le istituzioni religiose combattono l’ingiustizia.
Marnell ha intervistato trenta persone provenienti da diverse tradizioni religiose e Paesi, tra cui Camerun, Etiopia, Lesotho, Nigeria, Sudafrica, Uganda, Zambia e Zimbabwe, ma anche alcuni dirigenti della parrocchia. Quasi tutti hanno provato un senso di vergogna e colpa per la loro educazione religiosa, che in alcuni casi comprendeva episodi di estremi di violenza, come nel caso di Eeyban, un uomo gay etiope: “Gli insegnanti [alla madrasa] mi punivano perché ero effeminato. All’inizio usavano solo le parole per farmi del male, ma col tempo hanno cominciato a picchiarmi. Dicevano che l’Islam non tollera ragazzi come me”.
Il Sudafrica è visto come un paradiso per i rifugiati africani LGBTQ, ma Marnell sottolinea che troppo spesso anch’essi subiscono abusi e discriminazioni. Un esempio è quello di un uomo dello Zambia a cui è stato negato l’asilo dopo essere stato deriso da alcuni agenti, che pensavano non corrispondesse al loro stereotipo di uomo gay.
L’autore sottolinea l’influenza dei leader religiosi in tali casi: “Il [loro] appoggio all’omofobia e alla transfobia […] può indurre le persone LGBT a credere di essere peccatrici e malate, e può incoraggiare la discriminazione da parte delle famiglie, delle comunità e dei governi. In molti casi si crea una cultura di impunità per i responsabili delle violenze”.
Ma nonostante tutto, Seeking Sanctuary mostra come ciascuno degli intervistati veda pienamente gli aspetti positivi della propria tradizione religiosa. Invece che considerare in conflitto le loro convinzioni e il loro orientamento sessuale e/o identità di genere, vivono pienamente in entrambi.
“La Bibbia ci dice che l’amore è la cosa più importante, che non possiamo conoscere Dio se non conosciamo l’amore” scrive Nkady, una donna lesbica del Lesotho, “quindi per me è importante onorare il desiderio con cui Dio mi ha benedetta”.
Molte persone hanno attribuito al ministero LGBT della parrocchia della Santissima Trinità quello che Marnell descrive come “il passaggio dal percepire la religione come una forza oppressiva, al considerarla in grado di promuovere l’inclusione”.
L’incontro con responsabili religiosi che celebrano e affermano la loro identità ha permesso loro di apprezzare alcuni aspetti delle proprie tradizioni religiose, pur condannando l’oppressione che hanno subito: “Le loro storie mostrano che gli Africani LGBT stanno interpretando la Scrittura in modi che riflettono le loro aspirazioni, i loro valori, bisogni ed esperienze, rafforzando al contempo le loro richieste di giustizia e uguaglianza”.
In altre parole, le loro testimonianze sottolineano il meglio della religione: una fede che conforta gli afflitti e gli emarginati, e affligge coloro che sono troppo a loro agio con il potere e l’oppressione.
* Angie Howard-McParland lavora da più di quindici anni in vari ruoli pastorali nelle università e nelle parrocchie; oggi lavora per le Sorelle della Misericordia delle Americhe. In precedenza ha lavorato per la La Salle Academy di Providence, nel Rhode Island, alla Comunità Cattolica della Brown University e della Scuola di Design del Rhode Island, e alla Bentley University di Waltham, nel Massachusetts.
Nelle parrocchie ha lavorato come responsabile giovanile, coordinatrice del catechismo per adulti, responsabile per la giustizia sociale e collaboratrice pastorale.
Esplora con passione l’intersezione tra religione e sessualità, e i punti di vista femministi e liberazionisti sul cattolicesimo. È laureata in inglese e religione al Centre College e in teologia alla Vanderbilt Divinity School. Vive a Providence, nel Rhode Island, con i suoi tre figli.
Testo originale: New Book Highlights South African Parish’s Work with LGBTQ Refugees