In India le persone trans trovano accoglienza dalle suore carmelitane
Articolo di Julie Baret pubblicato sul sito del mensile LGBT Têtu (Francia) il 6 gennaio 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Vijayraja Mallika vive in India. Assieme ad altre militanti trans ha deciso di creare la prima scuola riservata esclusivamente alle persone trans che non hanno potuto terminare le scuole a causa dello stigma di cui sono vittime; secondo la sua associazione, più della metà delle persone trans non terminano gli studi. Disapprovate dalla società, rifiutate dalle loro famiglie, senza diploma, numerose trans sono costrette a prostituirsi per potersi mantenere: “Questa scuola può permettere loro di trovare un lavoro adatto e vivere con dignità” dice Vijayraja Mallika alla BBC.
Per poter portare a termine un simile progetto, però, bisognava trovare un luogo. Dopo aver incassato innumerevoli rifiuti, l’iniziativa ha trovato finalmente rifugio presso la Chiesa [cattolica]: secondo l’Indian Express, alcune suore carmelitane hanno risposto all’appello delle militanti trans e lo scorso dicembre si sono offerte di accogliere la scuola, a titolo gratuito, in un immobile situato a Thrikkakara, nello Stato del Kerala. Le benefattrici sono le Sorelle della Congregazione della Madre del Carmelo, un ordine religioso siro-malabarico fondato in India nel XIX secolo e profondamente ancorato nella cultura indiana.
La giornata inaugurale tra le suore
Grazie a loro la scuola ha aperto le porte il 30 dicembre 2016; chiamata Sahaj International, offre dei corsi liceali e di formazione professionale (sartoria, agricoltura biologica, sviluppo personale etc.) a dieci adulti, uomini e donne trans, tra i 25 e i 50 anni, che ricevono anche vitto e alloggio dalla scuola. Gli insegnanti provengono tutti e tutte dalla comunità trans: un modo di proteggere, ma anche di incoraggiare gli allievi e le allieve.
All’apertura della Sahaj International la militante trans Kalki Subramaniam, autrice e attrice, ha pronunciato un commovente discorso, circondata dalle religiose della congregazione, per salutare questo giorno storico: “La maggior parte dei nostri genitori biologici non ci accettano e per questa ragione gran parte di noi vive per strada, costretta a mendicare o a prostituirsi. Tutto questo deve cambiare. […] Lo strumento più importante per chi è svantaggiato, discriminato, emarginato e oppresso è l’educazione, perché l’educazione porta la luce, la conoscenza, la verità e la fiducia”.
Sacerdoti e fedeli si uniscono allo sforzo
Nonostante la pressione sociale e famigliare che colpisce l’identità trans, la legislazione indiana sancisce una certa tolleranza nei confronti dei due milioni di persone trans (secondo una stima della BBC) che vivono nel Paese: esse beneficiano infatti dei medesimi diritti civili delle persone cisgender, in osservanza della sentenza della Corte Suprema del 2014.
In India gli uomini e le donne trans possono quindi sposarsi ed ereditare e godono di quote nelle assunzioni e nelle scuole. Nello Stato del Kerala, dove è situata la scuola, che è stato il primo a punire le discriminazioni transfobiche, le operazioni chirurgiche necessarie alle persone trans sono gratuite negli ospedali pubblici.
In questo Stato del Sud dell’India, non lontano dalla scuola, un altro gruppo religioso porta conforto alle persone trans, come riportato da UCA News: organizzato nella città di Kochi dalla Chiesa del Kerala, è composto da sacerdoti, suore e fedeli che desiderano rispondere ai bisogni pastorali della comunità trans.
Testo originale: Inde : Des sœurs épatantes accueillent les trans déscolarisés