Indicazioni pastorali della Diocesi cattolica di Londra per l’accoglienza delle persone omosessuali
Documento pastorale della Diocesi cattolica di Westminster (Londra, Inghilterra), 28 Febbraio 2012, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Sua Eminenza Vincent Nichols, Arcivescovo di Westminster (Londra), ha ribadito le intenzioni e lo scopo del provvedimento pastorale per i Cattolici di orientamento omosessuale della parrocchia dell’Assunta, Warwick Street, Westminter, Londra.
In una dichiarazione rilasciata il 28 febbraio 2012 ha detto: “Mentre ci avviciniamo al quinto anniversario della costituzione del provvedimento pastorale per i Cattolici di orientamento omosessuale* alla parrocchia dell’Assunta, vorrei ribadire le intenzioni e lo scopo di questo servizio.”
“Intenzioni e scopo che sono state chiaramente enunciate nella dichiarazione rilasciata dalla Diocesi di Westminster nel 2007, quando il provvedimento ebbe avvio sotto la guida del Cardinale Cormac Murphy O’Connor. Questa dichiarazione si può leggere in basso.” (Sezione A)
“Inoltre è importante richiamare e ristudiare la direttiva guida esposta dal Cardinale Hume nel 1997. Anche questo documento si può leggere in basso.” (Sezione B)
“Per apprezzare l’intenzione e lo scopo di questo provvedimento è richiesta una attenta lettura di questi due documenti.”
“Questi documenti delineano tre fondamenti essenziali: la dignità di tutte le persone create da Dio, i principi morali che riguardano la castità e gli insegnamenti della Chiesa sull’attività sessuale, e la cura pastorale dei Cattolici di orientamento omosessuale.
Tutti coloro che partecipano alla Messa sono chiamati a vivere gli insegnamenti della Chiesa attraverso una continua conversione di vita.”
“Attualmente si stanno considerando le circostanze in cui queste Messe vengono celebrate per assicurarsi che il loro scopo sia rispettato e che non siano occasione di confusione o opposizione nei riguardi del magistero positivo della Chiesa sul significato della sessualità umana o gli imperativi morali che sgorgano da questo magistero, che confermiamo e per il quale tutti noi lottiamo.”
* Nota: Il linguaggio usato dal Catechismo della Chiesa Cattolica e da altri documenti della Chiesa predilige il termine “omosessuale”. Sono anche cosciente che l’abbreviazione LGBT viene preferita da molti come identificazione collettiva.
Qualsiasi linguaggio venga usato, vale la pena tenere a mente che la Chiesa “rifiuta di considerare la persona puramente come un “eterosessuale” o un “omosessuale” e sottolinea che ognuno ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna.” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Sulla cura pastorale delle persone omosessuali, paragrafo 16).
Sezione A:
DICHIARAZIONE RILASCIATA DALLA DIOCESI DI WESTMINSTER A PROPOSITO DELLA SOLIDARIETÀ E DEL MINISTERO RIVOLTO ALLE PERSONE OMOSESSUALI
(2 febbraio 2007)
Negli ultimi anni la Diocesi di Westminster ha acquistato sempre più coscienza dei particolari bisogni pastorali presenti nella zona del West End di Londra, soprattutto a Soho e Piccadilly.
In particolare, numerosi Cattolici omosessuali, insieme ai loro genitori, famiglie e amici, hanno espresso il desiderio di una cura pastorale da parte della Diocesi.
Prima di preparare i passi concreti che la Diocesi intende intraprendere per venire incontro a queste richieste, è importante essere consapevoli di alcuni principi che stanno alla base dell’impegno della Chiesa nel suo ministero alle persone con inclinazione omosessuale.
1. Principi di base
La Missione della Chiesa è portare la Buona Novella di Gesù Cristo e servire tutte le genti in suo nome. Tutte le persone sono create a immagine e somiglianza di Dio e perciò posseggono una innata dignità umana che deve essere riconosciuta e rispettata. (Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafi 1700-1702).
Nella comprensione di questo insegnamento, la Chiesa afferma che le persone omosessuali “devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza” (Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 2358). La Chiesa condanna in toto ogni forma di ingiusta discriminazione, violenza, vessazione o abuso diretti contro chi è omosessuale.
La Chiesa riconosce che “va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente.
Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino.” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 1986, paragrafo 10).
Il servizio pastorale della Chiesa riconosce che i battezzati con inclinazioni omosessuali continuano a guardare alla Chiesa in cerca di un luogo dove vivere in autentica integrità umana e santità di vita. Essere accolti e partecipare alla locale comunità di fede è il fondamento del supporto spirituale che la Chiesa offre a loro. La piena e attiva partecipazione è incoraggiata.
Questa piena e attiva partecipazione ha luogo nel contesto della Chiesa globale e specificamente all’interno delle strutture parrocchiali e dei servizi pastorali esistenti, sempre, naturalmente, in accordo con l’insegnamento della Chiesa e le norme liturgiche.
Nel tentativo di venire incontro a questi bisogni pastorali non si dovrebbe tentare di creare congregazioni separate e servizi esclusivi non in sintonia con l’insegnamento della Chiesa.
Questo insegnamento è stato esposto in successivi documenti della Chiesa incluso il recente documento della Conferenza dei Vescovi di Inghilterra e Galles, Onorare la Vita, che afferma che nella misura in cui l’inclinazione omosessuale “può portare a una attività sessuale che esclude l’apertura alla generazione di una nuova vita umana e l’essenziale complementarietà di uomo e donna, essa è, in questo particolare e preciso senso solamente, oggettivamente disordinata.” (Onorare la vita, paragrafo 111)
Il documento continua dicendo che l’inclinazione omosessuale “non deve mai essere considerata peccaminosa o malvagia di per se stessa… La Chiesa insegna che il rapporto sessuale trova posto e significato opportuni solo nel matrimonio e non condivide l’assunzione comune in certi ambienti che ogni persona adulta deve essere sessualmente attiva.
Questo insegnamento si applica a tutti, sposati o non sposati, omosessuali o eterosessuali, fidanzati, single per scelta, vedovi e divorziati. Tutti devono sviluppare la virtù della castità per vivere adeguatamente nella propria situazione.” (Onorare la vita, paragrafo 113)
Il cardinale e i suoi Vescovi ausiliari vorrebbero a questo punto chiarire che essi stanno apertamente esprimendo il magistero della Chiesa riguardo all’omosessualità, in conformità alla dichiarazione fatta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede che dice: “Ogni allontanamento dall’insegnamento della Chiesa, o il silenzio su di esso, nella preoccupazione di offrire una cura pastorale, non è forma né di autentica attenzione né di valida pastorale. Solo ciò che è vero può ultimamente essere anche pastorale.” (Cura pastorale delle persone omosessuali, paragrafo 15).
Alla luce di ciò, la Diocesi sta cercando di fornire una cura pastorale per i Cattolici omosessuali.
2. Passi concreti
Il Consiglio Arcivescovile della Diocesi di Westminster, riflettendo sui bisogni pastorali dei Cattolici omosessuali e delle loro famiglie e sulle Messe celebrate a Islington e alla parrocchia Anglicana di Sant’Anna a Soho, propone che in futuro abbia luogo una Messa alla parrocchia dell’Assunta in Warwick Street, una chiesa Cattolica nel West End di Londra.
Questa Messa sarà parte integrante del normale servizio pastorale, aperta a tutti, e sarà celebrata di domenica alle 17, due volte al mese.
I celebranti di questa Messa verranno reclutati per la maggior parte dal clero diocesano e religioso che già esercita il suo ministero all’interno della Diocesi, seguendo la consuetudine e la prassi secondo la quale i sacerdoti che celebrano la Messa nelle parrocchie sono in ultima istanza autorizzati a farlo dall’Arcivescovo di Westminster.
La lista dei turni di servizio verrà stilata dal Vicario Generale Monsignor Seamus O’Boyle in collaborazione con il Decano locale.
Le informazioni sulla Messa terranno conto del fatto che la celebrazione non va usata per promuovere cambiamenti o ambiguità sul magistero della Chiesa.
Gli accordi alla parrocchia dell’Assunta in Warwick Street saranno soggetti a revisione dopo sei mesi. La Diocesi di Westminster continuerà a portare avanti la sua pastorale per gli omosessuali così da permettere loro di entrare in maniera più piena nella vita della Chiesa.
La pastorale include il Punto di Ascolto settimanale fornito dalle parrocchie Cattoliche a Soho e nel West End di Londra, che fornisce supporto e un’opportunità di parlare con un sacerdote alla chiesa di Notre Dame in Leicester Place.
[Nota 1] Il Catechismo della Chiesa Cattolica e altri insegnamenti della Chiesa usano il termine “omosessuale”. Questo comunicato segue questa terminologia, mentre riconosce che altri individui o gruppi possono identificarsi in altri modi, come “gay” o “lesbica”.
Nell’usare il termine “omosessuale” è comunque bene tenere a mente che la Chiesa “rifiuta di considerare la persona puramente come un “eterosessuale” o un “omosessuale” e sottolinea che ognuno ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna.” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Sulla cura pastorale delle persone omosessuali, paragrafo 16)
Sezione B
UNA NOTA SULL’INSEGNAMENTO DELLA CHIESA CATTOLICA CONCERNENTE L’OMOSESSUALITÀ DEL CARDINALE BASIL HUME
(Aprile 1997)
INTRODUZIONE
1. Nel 1992 furono dati consigli preziosi ai vescovi degli Stati Uniti da parte di ufficiali della Congregazione per la Dottrina della Fede su come valutare l’impatto di proposte legislative concernenti le persone omosessuali e i loro diritti alla casa e al lavoro.
Alcune delle espressioni usate nella nota pubblicata in seguito, citate fuori contesto, causarono dolore e rabbia, assieme a un malinteso sulla posizione della Chiesa.
Nel 1993 preparai “Alcune osservazioni sul magistero della Chiesa Cattolica concernente le persone omosessuali” destinate ad alcune organizzazioni e individui.
2. Da allora sono stato avvicinato da numerosi di questi gruppi e individui che cercavano ulteriori chiarimenti a proposito dell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità, e ho continuato a riflettere sulla responsabilità pastorale di un vescovo su questo argomento.
Conclusi che avrebbe potuto essere di aiuto pubblicare una nota ampliata che comprendesse i punti principali affrontati nel documento “Osservazioni”, cosa che feci nel febbraio 1995.
In alcuni comunicati stampa successivi, parti del paragrafo 9 vennero citate fuori contesto e fraintese, e ho di conseguenza aggiunto alcune frasi introduttive all’inizio del paragrafo per enfatizzare il suo vero significato.
3. Nei paragrafi seguenti citerò numerose volte la “Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali” della Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblicata nel 1986 (PC). Citerò anche dalla “Introduzione alla cura pastorale delle persone omosessuali” preparata dalla Commissione Cattolica del Welfare Sociale della nostra Conferenza dei Vescovi nel 1979 (IH).
PRINCIPI
La dignità della persona umana
4. La Chiesa riconosce la dignità di tutte le persone, non le definisce né le etichetta in riferimento al loro orientamento sessuale. “Il pastore e il consulente devono vedere tutte le persone, a prescindere dalla loro sessualità, come figli di Dio, destinati alla vita eterna.” (IH pagina 10)
La Congregazione lo afferma in maniera ancora più chiara: “La persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, non può essere definita in modo adeguato con un riduttivo riferimento solo al suo orientamento sessuale. Qualsiasi persona che vive sulla faccia della terra ha problemi e difficoltà personali, ma anche opportunità di crescita, risorse, talenti e doni propri.
La Chiesa offre quel contesto dei quale oggi si sente una estrema esigenza per la cura della persona umana, proprio quando rifiuta di considerare la persona puramente come un “eterosessuale” o un “omosessuale” e sottolinea che ognuno ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna.” (PC paragrafo 16)
Sessualità e matrimonio
5. Nel sostenere la dignità di chi è omosessuale la Chiesa è coerente con il suo magistero. Due principi fondamentali determinano il magistero della Chiesa Cattolica sulla questione della sessualità. Primo, la Chiesa ha sempre insegnato che l’espressione sessuale (genitale) dell’amore viene concepita dal piano divino della creazione esclusivamente all’interno del matrimonio tra un uomo e una donna. La Chiesa non può dunque in nessun caso equiparare una relazione omosessuale con un matrimonio eterosessuale.
Secondariamente, l’espressione sessuale (genitale) dell’amore deve essere aperta alla possibile trasmissione di nuova vita. Per queste due ragioni la Chiesa non approva gli atti genitali omosessuali. Quando la Chiesa descrive simili atti come “intrinsecamente disordinati” (PC paragrafo 3) significa che questi atti non sono coerenti con i due principi fondamentali citati sopra.
È in questo senso che la Chiesa insegna che non vi è il diritto morale agli atti omosessuali, anche se essi non vengono più considerati un crimine in molti sistemi legali secolari. Nessun individuo, vescovo, sacerdote o laico è nella posizione di cambiare il magistero della Chiesa che essa considera ricevuto da Dio.
ULTERIORI CONSIDERAZIONI
L’orientamento omosessuale
6. È necessario distinguere tra orientamento o inclinazione sessuale e attività sessuale (genitale), eterosessuale o omosessuale. Né l’orientamento omosessuale né quello eterosessuale conducono inevitabilmente all’attività sessuale. Oltretutto, l’orientamento sessuale di un individuo può essere poco chiaro, perfino complesso, e può variare negli anni.
Significato di “oggettivamente disordinato”
7. Il particolare orientamento o inclinazione della persona omosessuale non è una mancanza morale. Una inclinazione non è un peccato. Una inclinazione verso degli atti che sono contrari al magistero della Chiesa è stata, tuttavia, descritta come “oggettivamente disordinata”. La parola “disordinato” (disordered) è una parola dura nella nostra lingua inglese. Suggerisce immediatamente una situazione peccaminosa, o almeno implica un degrado della persona, o addirittura una malattia. Non dovrebbe essere interpretata in questo modo.
Primo, la parola è un termine che appartiene al vocabolario della teologia morale e della filosofia tradizionali Cattoliche. Viene usata per descrivere una inclinazione che è un allontanamento da ciò che è generalmente considerato come la norma.
La norma consiste nell’inclinazione verso la relazione sessuale con una persona del sesso opposto e non tra persone dello stesso sesso. Essere una persona omosessuale non è, quindi, né moralmente buono né moralmente cattivo; sono gli atti genitali omosessuali ad essere moralmente sbagliati.
Secondariamente, quando la Chiesa afferma che l’inclinazione all’omosessualità è “un disordine oggettivo” (PC paragrafo 3), essa non considera, naturalmente, l’intera personalità e il carattere dell’individuo come disordinati.
Gli omosessuali, come gli eterosessuali, possono offrire e spesso offrono concretamente buoni esempi di amicizia come nell’arte dell’amore casto.
L’amicizia
8. L’amicizia è un dono che viene da Dio. L’amicizia è un modo di amare. L’amicizia è necessaria per chiunque. Equiparare l’amicizia con il pieno coinvolgimento sessuale con un’altra persona significa distorcere il concetto stesso di amicizia.
L’amore sessuale presuppone l’amicizia ma l’amicizia non ha bisogno del pieno coinvolgimento sessuale. È un errore dire o pensare o presumere che se due persone dello stesso sesso o del sesso opposto intrattengono una profonda e duratura amicizia, allora devono essere sessualmente impegnati.
L’amore umano
9. La parola “amore” non deve essere mai pensata come sinonimo della parola “sesso”. L’amore può assumere molte forme. Vi è amore tra genitori e figli, tra parenti, come anche l’amore casto dell’amicizia.
Naturalmente, per quanto riguarda le persone sposate, la loro relazione sessuale sarà una parte importante del loro amore. In qualsiasi contesto sorga, e sempre nel rispetto del modo appropriato di manifestarlo, l’amore tra due persone, che siano dello stesso sesso o meno, è cosa da rispettare e di cui fare tesoro.
“Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro” leggiamo. [Giovanni 11,5] Quando due persone amano, fanno l’esperienza, in maniera limitata e in questo mondo, di ciò che sarà il loro godimento senza fine quando saranno uno con Dio nel mondo a venire.
Amare qualcuno, infatti, significa sfiorare Dio, che riflette la sua amabilità sulla persona che amiamo. Essere amati vuol dire ricevere un segno, o una porzione, dell’amore incondizionato di Dio.
10. Amare un’altra persona – nel senso esposto nei paragrafi 8 e 9 – significa avere accesso alla più grande esperienza umana, sia che l’amore sia tra persone dello stesso sesso, sia che siano di sesso opposto. Ma questa esperienza d’amore è viziata, che sia un matrimonio o una amicizia, quando noi non pensiamo e agiamo nel modo che Dio vuole da noi. L’amore umano è precario perché la natura umana è ferita e fragile. Perciò il matrimonio e l’amicizia non saranno mai facili da gestire. Falliremo spesso, ma l’ideale rimane.
LA RISPOSTA DELLA CHIESA CATTOLICA
11. La Chiesa Cattolica è chiamata a presentare a persone di tutte le età una comprensione e un’etica impegnative del matrimonio e della sessualità, una cosa che è spesso difficile da realizzare in pratica, ma tutti dovrebbero continuamente lottare per farla propria.
La Chiesa è anche consapevole che le persone possono non farcela a vivere coerentemente ciò che essa insegna.
Essa offre comprensione pastorale per aiutare nei casi di fallimento; la Chiesa non rigetta queste persone ma desidera camminare con loro per guidarle verso una migliore comprensione e attuazione del magistero che essa considera ricevuto da Dio.
Difesa dei diritti umani
12. La Chiesa Cattolica sostiene e difende i fondamentali diritti umani di ogni persona. La Chiesa non può, in ogni caso, riconoscere tra i fondamentali diritti umani il diritto ad atti che essa insegna essere moralmente sbagliati.
Nondimeno, è fondamentale diritto umano di ogni persona, a prescindere dall’orientamento sessuale, essere trattata dagli individui e dalla società con dignità, rispetto e correttezza.
Il documento emanato dalla Commissione per il Welfare Sociale per la Conferenza dei Vescovi di Inghilterra e Galles nel 1979 (IH) riassume l’impegno della Chiesa in questo paese con parole valide ancora oggi: “La Chiesa ha la grande responsabilità di lavorare per l’eliminazione di ogni ingiustizia perpetrata sugli omosessuali dalla società.
Come gruppo che ha sofferto più del dovuto a causa dell’oppressione e del disprezzo, la comunità omosessuale ha più che mai diritto all’attenzione della Chiesa.” (IH pagina 13)
Politiche sociali
13. Data la complessità dei problemi di politica sociale che possono sorgere, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha suggerito che i giudizi sulla legislazione e le risposte eventualmente date dalla Chiesa possono essere lasciati ai vescovi dei paesi interessati (L’Osservatore Romano 29 luglio 1992).
La Chiesa ha il dovere di opporsi alla discriminazione in tutte le circostanze in cui l’orientamento o l’attività sessuale di una persona non possono essere ragionevolmente considerati rilevanti.
In ogni caso, nell’elaborare risposte alle proposte di cambiamento nella legislazione per eliminare le ingiustizie verso le persone omosessuali, vi sono alcuni criteri che vanno tenuti a mente. Tra i più importanti, i seguenti:
– vi sono ragionevoli motivi per ritenere che l’istituzione del matrimonio e della famiglia potrebbe essere o verrebbe effettivamente minata alla base da un cambiamento legislativo?
– il rigetto da parte della società della proposta di cambiamento legislativo sarebbe più dannoso al bene comune dell’accettazione di questo cambiamento?
– l’orientamento o l’attività sessuale di una persona costituisce, in circostanze specifiche, una ragione sufficiente e pertinente per trattare quella persona in modo diverso dagli altri cittadini?
Sono questioni di giudizio pratico e di valutazione di conseguenze sociali, e devono perciò essere considerate caso per caso – e questo senza pregiudizio verso il magistero Cattolico concernente gli atti omosessuali. Potrebbe comunque darsi che i Cattolici giungano a conclusioni diverse a proposito di particolari proposte legislative anche prendendo in considerazione questi criteri.
Condanna della violenza
14. La Chiesa condanna la violenza verbale o fisica contro le persone omosessuali. Questo è stato espresso molto chiaramente nella prima parte del paragrafo 10 della lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1986 che trattava questa questione specifica: “Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente.
Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino.
Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile.
La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni” (PC paragrafo 10). Ogni incapacità sistematica di rispettare questa dignità deve essere contrastata, se necessario con una appropriata legislazione.
15. Nulla nel magistero della Chiesa può essere detto per supportare o sanzionare, anche implicitamente, la vittimizzazione degli uomini e delle donne omosessuali. Inoltre, l’”omofobia” non dovrebbe trovare spazio tra i Cattolici.
L’insegnamento Cattolico sull’omosessualità non è fondato su, e non può mai essere usato per giustificare, atteggiamenti “omofobici”. Anche se le persone omosessuali sono poco saggiamente tentate di agire in maniera provocativa o distruttiva, questo non giustifica gli atteggiamenti o le reazioni “omofobiche”.
Risposta pastorale
16. La risposta pastorale della Chiesa alle persone omosessuali comprenderà un atteggiamento rispettoso e una profonda comprensione della loro situazione, in aggiunta alla vita sacramentale, alla preghiera, al consiglio e all’aiuto individuale, così che “l’intera comunità cristiana può giungere a riconoscere la sua vocazione ad assistere questi suoi fratelli e queste sue sorelle, evitando loro sia la delusione sia l’isolamento” (PC paragrafo 15).
La Chiesa riconosce che “una persona omosessuale, come del resto ogni essere umano, ha una profonda esigenza di essere aiutato contemporaneamente a vari livelli” (PC paragrafo 16).
Inoltre la Chiesa in questo paese ha messo l’accento sul fatto che “gli omosessuali hanno il diritto ad una cura pastorale illuminata ed efficace con dei ministri formati appositamente per venire incontro alle loro esigenze pastorali” (IH pagina 13).
Coloro che esercitano la cura pastorale riconoscono che la natura umana è fragile e soggetta alla tentazione. Si preoccupano in maniera particolare di essere comprensivi e di aiutare coloro che trovano difficile vivere in armonia con il magistero della Chiesa.
Inoltre, nonostante gli atti omosessuali genitali siano oggettivamente sbagliati, tuttavia la Chiesa mette in guardia dalle generalizzazioni nel giudizio dei casi singoli (PC paragrafo 11).
CONCLUSIONE
17. Tutti sono preziosi agli occhi di Dio. L’amore che una persona può avere o ricevere da un’altra persona è un dono di Dio.
Tuttavia Dio si aspetta dalle persone omosessuali, come anche dalle persone eterosessuali, di rispettare la sua legge e di lavorare per raggiungere un difficile ideale, anche se questo verrà raggiunto solo gradualmente (cfr. Familiaris Consortio N.34).
Dio ha un amore per ogni persona che è più grande di qualsiasi amore che un essere umano può avere per un altro. In tutte le circostanze e le situazioni della vita, Dio chiama ogni persona, quale che sia il suo orientamento sessuale, ad eseguire quella parte del disegno da Lui creato che solo quella persona può eseguire.
Testo originale: Pastoral provision at the Church of Our Lady of the Assumption