Io, lesbica cristiana, e la visita del Papa a Palermo
Riflessioni di Cinzia di Palermo del 7 ottobre 2010
Domenica scorsa, giorno 3 ottobre 2010, Benedetto XVI ha fatto la sua visita pastorale a Palermo e io personalmente ho deciso di andar via dalla città per svariati motivi.
Primo fra tutti il fatto che ormai da tempo mi trovo veramente male in mezzo alle grandi folle, nonostante non nascondo il mio trascorso, ormai lontano, di papagirl, ai tempi di Giovanni Paolo II.
Secondo fra i motivi: vivendo la condizione di lesbica, emarginata quindi dalla chiesa cattolica, non ho ritenuto opportuno andare a vedere qualcuno che parla male di me e lo fa continuamente e senza scrupoli alcuni.
Voglia di sopravvivenza? Rispetto per me stessa? Chiamatelo come volete ma questo è l’atteggiamento che è prevalso.
E nonostante avrei voluto probabilmente manifestare questo mio disagio pubblicamente, me ne sono guardata bene dal farlo, visto che rischiavo forse il linciaggio, in mezzo a tanta gente che lo ha osannato senza se e senza ma.
C’è un libro molto bello di Fred Uhlman, che vi invito a leggere, che s’intitola “L’amico ritrovato” e che descrive una giovane profonda amicizia fra due adolescenti ai tempi del nazismo.
Uno dei due è ebreo mentre l’altro ha i genitori nazisti e solo dopo molto tempo accade che quando quest’ultimo casualmente si ritrova in compagnia dei suoi genitori a incontrare l’amico, fa finta di non vederlo e lo evita accuratamente.
Tradimento. L’amicizia tradita e il tema del tradimento sono fra i più alti della letteratura e anche del Vangelo. Ed è un’esperienza che prima o poi nella nostra vita tutti ci ritroviamo a vivere.
E tanto più alta è la fiducia che abbiamo riposto nell’altro, tanto più grande, se traditi, è la sofferenza che ci ritroveremo a provare.
Io penso che ci sono momenti in cui, purtroppo, ci è chiesto di scegliere, di dire a chiara voce da che parte si vuole stare, di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso senza ombre e incertezze.
Queste mie parole non vogliono esprimere pretese alcune, ma dicono dell’anelito di speranza di sapere che al mio fianco, durante il mio cammino, ho accanto a me delle persone, degli amici che mi difendono e lo fanno fino in fondo.