La mia esperienza di sacerdote con le coppie omosessuali
Articolo di padre Guy Gilbert tratto dal sito del periodico La Croix (Francia), del 29 gennaio 2013, liberamente tradotto da Marco Galvagno
“Mio figlio è omosessuale, non riesco ad accettarlo. Lei che ne pensa?” mi hanno scritto molti genitori.
“Sono gay, i miei genitori mi hanno sbattuto fuori casa quando ho compiuto 18 anni, sono sconvolto” mi ha confidato un giovane.
“Mia figlia lesbica festeggerà il compleanno a casa, devo accettare la sua compagna? Se no, non verrà nemmeno lei alla riunione di famiglia.”
Spesso i genitori sono cristiani, ma rifiutano d’accettare quella che per loro è un’aberrazione e rompono i ponti con i figli.
Ho sempre risposto ai genitori dicendo loro di non giudicare la sessualità dei figli e di lasciare loro aperta la porta di casa. La situazione peggiore che mi è capitata è quella d’una madre fervente cattolica il cui figlio è morto assistito dal suo compagno e lei lo ha sbattuto fuori dalla casa in cui vivevano il giorno dopo il funerale, ho detto a quella donna che la sua pratica cristiana era in contraddizione con il Vangelo.
Il termine omofobia è indicata per queste situazioni. In più la storia della chiesa antica non è certo illuminante su questi temi. Ma posso aggiungere che il popolo cristiano a poco a poco si sta evolvendo su questi argomenti.
Penso che vada elaborata una pastorale nei confronti degli omosessuali in modo da permettere a queste persone di essere ascoltate e sostenute. Mi succede a volte, quando me lo chiedono, di benedire una coppia gay. Quando vedo una coppia gay navigata che vive un amore vero e forte non posso non benedire il loro amore.
L’incarico, la bellezza della missione del prete non è forse quella di benedire l’amore? Discretamente, ovvio, ma senza giudicare e senza respingere. Non sono favorevole al matrimonio per i gay, ma ad un patto civile che permetta alle coppie dello stesso sesso di godere dei diritti di successione, sì. Una coppia gay che ha vissuto insieme anni deve essere protetta al momento del decesso di uno dei due partner.
L’umanità è fragile come un vaso di cristallo. Abbiamo vissuto in questi mesi dibattiti violenti sul matrimonio gay che hanno visto la contrapposizione violenta di laici e cattolici, di modernità e tradizione. Un cristiano che voglia vivere autenticamente la propria fede non deve per forza accettare in toto il mondo contemporaneo.
Ma non deve nemmeno giudicare il prossimo, né escludere nessuno. È la legge del Vangelo, solo questa ci permetterà di vivere liberi in un mondo sempre più complesso.
Testo originale: Une pastorale forte pour les homosexuels