La natura sacramentale del coming out nella vita delle persone LGBT
Testo di Chris Glaser* tratto dal libro Coming Out as Sacrament, Westminster John Knox Press (USA), 1 novembre 1998, capitolo 1, pp.4-6, libera traduzione di Giacomo Tessaro
La natura comunitaria del coming out si sposa con la natura comunitaria di ciascun sacramento. “Se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.”
Questo ha detto Gesù ai suoi discepoli in Matteo 18:19-20. Per la sua propria natura, un sacramento presuppone una comunità che partecipa attivamente in un rito. Il coming out è un sacramento che può essere condiviso con un’altra persona, una comunità, una congregazione, una confessione religiosa, o il mondo.
Per essere completo, un sacramento anticipa la partecipazione fiduciosa di coloro che sono i beneficiari. Proprio come la natura sacra di un sacramento non può essere resa obbligatoria per qualcuno che non crede nella sua efficacia, il coming out richiede la cooperazione e la fiducia di coloro che sono coinvolti. E ciò è particolarmente vero per la persona che sta venendo fuori.
Ma vale anche per gli altri partecipanti: un sacramento comunica il sacro, e un reale atto di comunicazione richiede l’azione del dare e del ricevere. Come per tutti i sacramenti, non tutti i partecipanti condivideranno lo stesso livello di fede. Scrivendo alla chiesa di Corinto sul sacramento della Cena del Signore, Paolo dichiarava: “Chiunque … indegnamente mangia il pane e beve il calice del Signore, sarà responsabile del corpo e del sangue del Signore”. (Lettera ai Corinzi, 11:27).
Due versi dopo, egli spiega il significato di “indegnamente” come “senza discernere il corpo,” cioè secondo un’interpretazione, “senza discernere la comunità,” il proprio rapporto con gli altri partecipanti. Un’altra interpretazione attribuisce alla parola “indegnamente” il significato di “senza trattare ciò il corpo di Cristo”, in altre parole come cosa sacra. Forse Paolo comprendeva tutti e due i significati, dato il contesto, cioè che egli stava correggendo il modo in cui il sacramento veniva celebrato nella chiesa di Corinto.
Per quanto ci riguarda, possiamo dire che coloro che non accolgono volentieri il coming out di un’altra persona, lo ricevono indegnamente, senza discernere il dono sacro o la loro sacra parentela con la persona che se stessa o se stesso, una dissonanza che può causare sofferenza.
Ma possiamo anche dire che si può venir fuori “indegnamente”, vale a dire per cattive ragioni, senza discernimento della sacra qualità dell’atto e delle proprie relazioni. Come esempio di questo può valere il caso di quell’attivista gay in collera che ha deciso di fare il coming out durante un talk show televisivo, avendo chiesto di guardare il programma alla sua famiglia (che a sua volta lo aveva segnalato ad amici nella loro piccola città natia) – e tutto ciò senza aver comunicato di essere gay e che il punto centrale della trasmissione era proprio questo fatto. È facile immaginare che tutti quelli coinvolti in quello scenario rovinoso subirono una diminuita capacità di comprendere la natura sacra della rivelazione e di queste relazioni.
Il coming out promette una nuova vita e relazioni rinnovate proprio come operano diversi sacramenti. Il progetto Lazarus che io ho diretto fu chiamato così perché Gesù chiamò Lazzaro a venire fuori verso una nuova vita (Giovanni 11) da una tomba come da un ambiente chiuso e segreto. Gesù fu impressionato profondamente dallo sconforto dei suoi più cari amici e dall’amore e fede delle sorelle di Lazzaro, Marta e Maria; – era così coinvolto che pianse.
Gesù chiese ai vicini di Lazzaro di rimuovere la chiusura in pietra dalla tomba e togliere dal morto le bende che lo avvolgevano e imprigionavano. “Vieni fuori!” gridò quindi Gesù. E Lazzaro poi non solo fece l’esperienza di una nuova vita ma anche di un nuovo sviluppo nelle relazioni con le sue sorelle e i suoi vicini, come anche di una genuina comunione con Gesù.
Al loro migliore e più profondo livello, i sacramenti rinnovano la vita, le relazioni, la comunità e la comunione con Dio. Nelle migliori condizioni, il coming out significa una nuova vita, relazioni genuine e rinfrescate, ingresso in una nuova comunità e un’accresciuta intimità con Dio.
Come per la maggior parte dei sacramenti, il coming out non è un evento isolato, ma tale che presagisce ripetizioni (come la Comunione) o confermazioni (come il Battesimo). Il coming out è un processo che dura una vita, non solo perché ci sono sempre nuove persone a cui poter rivelare il sacro nella nostra vita, ma anche perché per superare tutti gli ostacoli verso la celebrazione della nostra “santità” richiede tutta una vita (e così il superare la propria ed altrui omofobia ed eterosessismo può camminare parallelamente col processo cristiano della santificazione – il crescere nella grazia o il diventare maturi in Cristo).
La chiesa ha visto anche il tempo come un sacramento, battezzando festività preesistenti e dando nomi a periodi temporali come parti di un calendario cristiano annuale che comincia con l’Avvento e il Natale e si conclude con la Pentecoste e la domenica di Cristo Re; commemorando la vittoria finale del bene sul male.
Noi possiamo vedere la natura sacramentale del tempo anche quando procediamo per gli stadi dello sviluppo personale nel nostro coming out individuale e di accettazione sociale nel nostro coming out nella comunità.
Così come noi possiamo annotare i giorni dal nostro coming out individuale, così anche la nostra comunità ha il suo “sacro giorno festivo” del Pride, in giugno, e il giorno del Coming Out, in ottobre.
* Chris Glaser è uno scrittore e teologo cristiano statunitense. E’ stato, per oltre 30 anni, un attivista nel movimento per la piena inclusione dei cristiani LGBT nella Chiesa Presbiteriana (USA) , attualmente è un ministro della Metropolitan Community Church (MCC).
Vive il suo ministero attraverso la scrittura e la predicazione. Dopo essersi diplomato alla Yale Divinity School, nel 1977, ha prestato servizio in diversi comunità cristiane e ed ha parlato a centinaia di persone di varie congregazioni, campus universitari e comunità cristiane degli Stati Uniti e del Canada. Ha pubblicato una dozzina di libri di successo su spiritualità, sessualità, vocazione, contemplazione, scrittura sacra, teologia, matrimonio e morte, ma nessuno di essi è stato ancora tradotto in italiano.