La poesia delle coppie gay
Riflessioni di Natalia Aspesi tratte da La Repubblica, 9 marzo 2011, p.43
“Vorrei capire insomma che cos´è l´amore, dov´è che si prende, dov´è che si dà…” Sono le parole della canzone Le rondini dette dal giovane disperato Marco Alemanno alle esequie del suo compagno Lucio Dalla.
Nel film “Quattro matrimoni e un funerale”, davanti al feretro del suo compagno, un giovane uomo recita Auden, “Non servono le stelle, spegnetele anche tutte, imballate la luna, smontate pure il sole…”
Per le esequie di Yves Saint Laurent alla presenza del Presidente della Repubblica, il tirannico Pierre Bergé con lui da 50 anni e unito civilmente dal Pacs francese, fa suonare la canzone di Brel Les vieux amants: “Mais mon amour, mon doux mon tendre mon merveilleux amour, de l´aube claire jusque la fin du jour je t´aime encore tu sais je t´aime…” (ndr: Ma amor mio, mio dolce, mio affettuoso, mio meraviglioso amore, dall’alba chiara fino alla fine della giornata ti amo ancora, tu sai che io ti amo)
Nel momento della separazione senza scampo e del dolore, le coppie gay appaiono le più salde, le più sentimentali, le più longeve, e tanto più muffo che ancora in Italia, si polemizzi sul diritto di questi amori ad essere riconosciuti e rispettati, come ogni vero legame civile d´amore.