La porta nascosta del cuore. Scoprirsi gay riscoprendo Dio

Non è affatto facile, e credo non lo sia per nessuno, aprire agli altri la porta più nascosta del cuore, quella dove albergano i sentimenti e le emozioni più intime.
Sono un giovane Palermitano di ventisei anni, che solo da poco ha cominciato ad accettarsi semplicemente per quello che è. Solo da poco perché pur sapendo di essere omosessuale da alcuni anni e sospettandolo da molti di più, ho sempre vissuto questa mia condizione come una maledizione, un errore, un marchio indelebile di infamia, una malattia, una colpa per la quale non esisteva redenzione.
Per molto tempo, quando ancora sospettavo solamente, riuscivo in qualche modo a mettere da parte la “questione” preso com’ero dagli studi, inoltre credevo che in fondo potessi anche metterla in secondo piano addirittura per tutta la vita, magari sperando in una sorta di “guarigione” o più semplicemente credendo di poter vivere la mia esistenza in solitudine, infatti nel mio cuore ho sempre saputo che non avrei mai avuto l’opportunità di essere padre e in fondo non mi dispiaceva neanche troppo, almeno in un primo momento… ma poi, complici un lungo periodo di grave crisi familiare e personale la questione è riaffiorata con particolare veemenza.
Superato in qualche modo l’acme della crisi, grazie all’aiuto di medici e di alcuni Sacerdoti, in particolare il mio Padre Spirituale e la mia psicologa, ho potuto affrontare insieme a loro anche la questione del mio essere omosessuale. Mi sono accorto finalmente dopo tante, troppe lacrime, che l’essere omosessuale non è un “errore di fabbricazione” da parte di Dio, nè una condanna o punizione per le mie colpe. E’ semplicemente una componente del mio essere.
Sono una persona assolutamente normale con nulla in più o in meno rispetto a un qualsiasi altro individuo, un giovane maschio di media statura, bianco, magro, abbastanza simpatico, di temperamento tranquillo, allegro, incline allo humor e infine omosessuale, e non ho quindi motivo alcuno per dovermi sentire inferiore o superiore ad alcuno.
Per quanto riguarda il mio rapporto con la fede cattolica, beh, sono stato “iniziato” ad essa per tradizione, dalla mia famiglia, e purtroppo, per molto tempo ho vissuto il mio rapporto con Dio incentrandolo sul terrore di una sua prossima ed improvvisa vendetta personale contro di me.
Ma anche in questo ricevo l’aiuto della mia psicologa e del mio Padre Spirituale, nonchè dai fantastici compagni di cammino che il Signore mi ha donato, e sto pian piano scoprendo il vero volto di Dio, che non è venuto per condannare o giudicare, ma per salvare, per usare misericordia.
E’ questo il vero Dio che ho sempre cercato, e non quell’ “idolo” che mi ero costruito, proiettando in esso le figure parentali che nonostante le loro buone intenzioni hanno quasi inconsapevolmente assunto un atteggiamento inquisitorio, persecutorio, oppressivo, “terroristico” nei miei confronti.
Ciò ovviamente non significa che io abbia mai smesso di voler loro bene o che abbia da ingrato dimenticato tutto ciò che di buono da loro ho ricevuto e ricevo, in primis la mia vita stessa.
Ma tutto questo è accaduto ed ha avuto le sue dolorose conseguenze e mi auguro che questo mio scritto possa servire da incoraggiamento a tutti coloro che come me stanno attraversando questa “notte” e ancor di più per quelli che come me, nonostante abbiano delle persone di riferimento e degli amici che conoscono la nostra condizione, non possono tuttavia confidarsi con i propri genitori (per vari motivi) e poter ricevere da loro quella comprensione, quell’ascolto, quell’accoglienza che dovrebbero essere naturali per ogni figlio, ancor di più se omosessuale.
Adesso che il Signore mi ha anche recentemente donato quelle meravigliose persone del gruppo di omosessuali cristiani Ali d’Aquila, e dico questo in tutta sincerità e senza affettazione, un’ ultimo grande sogno mi rimane da realizzare: quello di potere trovare, parafrasando il caro Ganimede, il mio angelo con il quale condividere, in un rapporto serio d’ amore duraturo e forte, gioie, e dolori, un angelo per il quale possa essere anche io stesso il suo custode, una persona che come me ed insieme a me sia disposta a portare avanti nonostante tutte le difficoltà il cammino della Fede, affinché possa questa nostra unione essere sempre fondata su quella Roccia, che è poi l’Amore stesso in Persona, la quale resiste ad ogni tempesta e che nessuna potenza potrà mai distruggere.
E’ questa la più grande grazia che Gli chiedo !!!
Che il Signore mostri a noi sempre il Suo Volto di Misericordia e sempre ci doni la Sua Pace e che Maria SS.ma interceda per noi e ci protegga da ogni male col suo amore materno.