“La spina nella carne” di Paolo di Tarso era l’omosessualità?
Riflessioni bibliche* di Kittredge Cherry** pubblicate sul suo blog Q Spirit (Stati Uniti) nell’agosto 2018, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro, parte seconda
Il moderno concetto di omosessualità non esisteva all’epoca biblica, ma secondo John Shelby Spong e altri, l’attrazione sessuale per gli uomini potrebbe spiegare alcuni misteri della vita di Paolo:
– Non si sposò mai; una cosa inusuale per un ebreo del primo secolo. Ebbe però una serie di compagni di missione, maschi, più giovani di lui;
– A volte esprimeva giudizi negativi verso le donne e lo sfruttamento nelle relazioni omosessuali;
– Tormentato dall’insoddisfazione verso se stesso, supplicò Dio tre volte, invano, perché rimuovesse una non meglio specificata “spina nella carne” che lo tormentava. Alcuni ritengono che la “spina” fosse l’attrazione per gli altri uomini. Dio, in ogni caso, scrive Paolo, rifiutò di accontentarlo, spiegando “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”;
– L’omosessualità potrebbe persino spiegare la sua parossistica esperienza di conversione. Dall’intensa persecuzione dei cristiani approdò al ruolo di leader più attivo di quello stesso movimento che aveva cercato di distruggere. La visione che ebbe di Cristo lo lasciò annientato dalla rivelazione che nulla poteva separarlo dall’amore di Dio.
“La guerra che si combatteva nel suo intimo è una descrizione piuttosto classica di ciò che ho avuto modo di vedere negli uomini gay repressi” disse Spong in una intervista al Los Angeles Times il 2 febbraio 1991. Per il vescovo, queste contraddizioni trovarono finalmente il loro senso quando lesse il libro del teologo britannico Arthur Darby Nock Saint Paul, pubblicato nel 1937, in cui si adombra la possibile omosessualità di Paolo: “[Quel libro] è stato per me una stupefacente rivelazione di chi fosse Paolo”.
Alcuni intravedono una possibile relazione romantica tra Paolo e il suo “amato fratello” Onesimo nell’Epistola a Filemone. C’è anche una possibile componente omoerotica nel suo amore per il Cristo risorto, come afferma David E. Fredrickson nel libro Eros and the Christ: Longing and Envy in Paul’s Christology (Eros e Cristo. Desiderio e invidia nella cristologia paolina).
L’Apostolo ha anche scritto delle frasi curiosamente queer, in cui si immagina nel ruolo di una donna: “Io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi!” (Galati 4:19); “Siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature” (1 Tessalonicesi 2:7-8).
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
** Kittredge Cherry è fondatrice del blog Q Spirit. È una scrittrice cristiana lesbica che scrive regolarmente di spiritualità LGBTQ. È diplomata in teologia, giornalismo e storia dell’arte. È pastora delle Metropolitan Community Churches e ha ricoperto il ruolo di funzionario ecumenico nazionale; attualmente è impegnata nel National Council of Churches e nel World Council of Churches, e si batte per i diritti LGBT.
Testo originale: Paul the Apostle: Did his homosexuality shape Christianity?