L’esperienza cilena di Padis+ di una Chiesa cattolica che abbraccia la diversità sessuale
Articolo pubblicato sulla rivista gesuita Mensaje (Cile), gennaio-febbraio 2017, a cura della Pastorale della Diversità Sessuale di Santiago (PADIS+), liberamente tradotto da Gabriella Maria Cuccia, parte prima
“Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega in modo tanto bello questo, ma dice… Aspetta un po’, come si dice… – e dice: “non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società” (Conferenza stampa di Papa Francesco dal suo viaggio di ritorno da Roma, 28 luglio 2013)
“La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù, che nel suo amore senza confini si è offerto per ogni persona, senza eccezioni. Assieme ai Padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile, né per i genitori, né per i figli.
“Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, avendo cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione, e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta invece di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita.” (Papa Francesco, Amoris Laetitia, N°250)
L’8 aprile 2016, papa Francesco pubblica “La gioia dell’amore”, esortazione apostolica post-sinodale “sull’amore in famiglia”. Diciotto mesi dopo, una delegazione del gruppo LGB e dei padri della Pastorale della Diversità Sessuale (Padis+) ha avuto la possibilità di essere vicino a papa Francesco a Piazza San Pietro. Il gruppo è stata accompagnato dal sacerdote Pedro Labrín SJ per partecipare alla conferenza “Le strade dell’amore”, organizzata dalle pastorali LGBT cattoliche provenienti dall’Italia e da diversi Paesi in America, Africa, Europa e Asia.
“Durante l’udienza, padre Pedro Labrín ha avuto l’opportunità di scambiare alcune parole con papa Francesco e, oltre a mostrargli un paio di fotografie del gruppo, gli ha detto di essere stato accompagnatore di tale pastorale in Cile. Questo è bastato al Papa per mettere le mani sulle fotografie e, in segno di preghiera, benedirle prima di riceverle”, spiega Ismael, uno dei presenti quel giorno.
“Quel momento ha segnato per molti un prima e un dopo in questo impegno a voler vivere la fede nella Chiesa. È stata la conferma di un percorso iniziato quattro anni prima, di un’opera illuminata tesa a sentirci profondamente amat* da Dio” ricorda Judith, un altro membro di quella delegazione.
La Pastorale della Diversità Sessuale nasce nel 2010 come ricerca di uno spazio in cui uomini e donne con diversi orientamenti sessuali e identità di genere possano vivere liberamente e pienamente le proprie esperienze di fede. Oggi la Padis+ è una Comunità di Vita formata da donne e uomini laici che, accompagnati da sacerdoti della Compagnia di Gesù, religiose del Sacro Cuore di Gesù e un sacerdote dei Sacri Cuori, hanno trovato sotto l’ala della Comunità di Vita cristiana (CVX) uno spazio per un dialogo personale e profondo con Dio e la loro omosessualità, all’interno della Chiesa e alla luce del Vangelo.
La Padis+ di oggi è molto distante dall’ermetismo delle prime riunioni all’inizio del 2010. Come ha sottolineato padre Pedro Labrín SJ nella conferenza “Le strade dell’amore” già citata, “Oggi si tratta di un piano di formazione strutturato in cicli […] tra le quali spiccano la formazione orientata a comprendere la sessualità omosessuale, la formazione teologico-biblica, le celebrazioni liturgiche e la formazione sulle tematiche di genere”.
Parallelamente, nel 2012 è nato il gruppo Padis+ Genitori, che nasce dalla preoccupazione di un gruppo di genitori con figli LGB che, dopo aver visto i frutti della Pastorale cresciuti nel cuore dei propri figli e della comunità CVX, hanno deciso di integrarsi, ma a partire dalla propria realtà.
I genitori si incontrano due martedì al mese nella stessa sede della comunità CVX a Providencia [a Santiago del Cile]. Capiscono che questo processo di guarigione e riconciliazione non è facile. Ecco perché uno degli obiettivi principali è la pazienza e l’orientamento verso altri padri e madri, che vengono aiutati ad avvicinarsi alla realtà omosessuale dei loro figli e a ripensare alle loro paure e convinzioni religiose omofobe.
La sfida del 2016: creare comunità di vita
Sin dalla sua fondazione, la Padis+ è stata in costante crescita e cambiamento. Ecco perché, alla fine del 2015, nell’ambito di un processo di valutazione e discernimento, si è resa presente la necessità di rafforzare questo spazio per condividere la fede e generare un maggiore supporto tra i membri.
A tal fine, nel corso del 2016 è nata la sfida di formare Comunità di Vita per favorire l’accoglienza e per rafforzare i legami, non solo partendo dalla fede, ma anche integrando le esperienze di ciascuno più da vicino. Sebbene alcuni membri avessero preso l’iniziativa di formare una comunità, non era stata, fino a quel momento, un’esperienza trasversale della Pastorale.
Questo percorso di integrazione è iniziato con una serie di incontri per stabilire i pilastri che avrebbero guidato le Comunità di Vita: centrate su Cristo, aperte, diversificate e fraterne. Ogni giorno i partecipanti hanno potuto valutare e discernere la propria incorporazione in una Comunità di Vita, tenendo presente che si tratta di una partecipazione volontaria.
“Bisognava scommettere su uno spazio profondo, di vera appartenenza. Per questo abbiamo avviato con grande dedizione e affetto un percorso, dove abbiamo ritenuto necessario che lo spirito si manifestasse per configurare comunità veramente diversificate”, spiega Cecilia, coordinatrice della Padis+.
L’evento principale si è svolto sabato 23 aprile, quando l’intera comunità si è riunita. Una sala è stata allestita appositamente per l’occasione. La riunione è iniziata con una preghiera ed è proseguita con un processo di riflessione e discernimento, fino al momento in cui ogni membro si è unito ad altre coppie, formando diverse piccole comunità. Da quel momento è iniziata una nuova e impegnativa tappa.
“Incontriamo persone molto diverse. Ci siamo conosciuti e abbiamo scoperto tutto ciò che abbiamo in comune. Oggi ci accompagniamo a vicenda nella nostra fede in Dio, e vedo anche il nostro potenziale e tanto desiderio di fare cose in vari campi, ad esempio l’apostolato”, testimonia Nicolás, che è entrato a far parte della Padis+ nel 2016.
Oggi ci sono diverse comunità, e i nuovi membri hanno l’opportunità di unirsi a una di quelle esistenti, o incontrare altre persone per crearne un’altra.
Testo originale: Padis+: Una Iglesia que acoja la diversidad sexual