L’Omofobia è sintomo di omosessualità?
Articolo di Pilar Jericó pubblicato sul sito del quotidiano El País (Spagna) il 24 giugno 2019, liberamente tradotto da Marianna
Il New York Times ha pubblicato nel 2012 un articolo con un titolo provocatorio che metteva in relazione l’omofobia e l’omosessualità. Il testo esponeva il risultato di vari sondaggi. Naturalmente, non tutti gli omofobi sono omosessuali. Si può provare antipatia o odio verso persone diverse da noi per vari motivi: differente livello culturale, differenti idee religiose, politiche etc., o paura. Comunque, questa avversione può anche essere prodotta dalla repressione dei propri desideri, come direbbe Freud. È proprio quello che è successo a personaggi di una certa notorietà. Negli Stati Uniti alcuni leader evangelici conservatori e uomini politici hanno acquisito notorietà definendo l’omosessualità un peccato e avversandola attivamente; più tardi si è scoperto che costoro avevano avuto rapporti con persone dello stesso sesso.
Esistono diversi sondaggi che evidenziano la correlazione tra omofobia e omosessualità. Una di queste è pubblicata nel 2012, e analizza il comportamento di 748 giovani statunitensi e tedeschi, ai quali è stato chiesto di esprimere la loro tendenza sessuale in una scala da zero a dieci, da omosessuale a eterosessuale. C’era anche un esercizio di “associazione semantica”, che consiste nell’associare immagini che hanno a che fare con l’omosessualità o l’eterosessualità, mentre il computer misura il tempo di reazione. I ricercatori hanno incluso la parola io in modo subliminale: appariva solo per 35 millesimi di secondo, perché la mente cosciente non potesse accorgersene. Secondo l’associazione semantica, se uno crede di essere omosessuale e prima è apparsa la parola io, fa un’associazione più rapida, tale e quale a come misura il computer.
Secondo i risultati, più del 20% dei partecipanti che hanno dichiarato di essere completamente eterosessuali mostravano qualche discrepanza con le loro risposte. La cosa più sorprendente è che tali persone erano più propense a divulgare opinioni contro gli omosessuali, o erano favorevoli a castighi più severi per delitti minori. Quando i ricercatori hanno indagato sul livello di istruzione dei partecipanti, hanno comprovato un nesso comune: coloro a cui erano state rilevate le maggiori discrepanze erano cresciuti in ambienti molto oppressivi, con genitori molto ostili all’omosessualità.
Nel 1996 è stato realizzata una ricerca che analizzava 64 uomini attraverso l’inturgidimento del loro pene mentre guardavano video porno eterosessuali e omosessuali. Coloro che si consideravano omofobi negavano che fosse loro piaciuto guardare scene di rapporti tra persone dello stesso sesso, ma i loro peni dicevano un’altra cosa: si erano eccitati.
Queste ricerche non hanno sollevato controversie, né per i metodi selezionati, né per le percentuali suggerite, né per la non ripetizione dei risultati. Un articolo pubblicato nel 2013, che non ha trovato correlazione tra avversione e tendenze omosessuali, è stato poi criticato.
Ripetiamo che non tutti gli omofobi sono omosessuali, però è possibile che esista comunque qualche relazione, come si deduce da varie ricerche scientifiche e da alcune dichiarazioni di persone che lo hanno riconosciuto. Vale la pena essere più sinceri con se stessi e, come suggerisce Richard Ryan, uno degli ricercatori della Rochester University, risvegliare la compassione verso il proprio lato intransigente. Forse queste persone hanno vissuto in ambienti molto oppressivi e manipolatori, e stanno lottando contro una parte di loro stessi.
Testo originale: ¿Homófobo? Quizá seas homosexual