Love Tenderly. Una suora lesbica in lotta con le paure della sua chiesa
Articolo di Angela Howard-McParland* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 23 febbraio 2021, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Janet Rozzano, [dell’ordine] delle Suore della Misericordia, ha passato una vita intera incentrata sulla compassione e l’amore verso gli emarginati. Ma è stato solo tra i quaranta e i cinquant’anni, quando ormai era suora da oltre venticinque anni, che ha iniziato ad offrire a se stessa la stessa accettazione che donava agli altri, dopo aver riflettuto sulla sua identità sessuale di lesbica.
Suor Janet è una delle ventitré donne che hanno contribuito alla nuova antologia , pubblicata da New Ways Ministry. Il libro è il risultato del pluridecennale programma di New Ways Ministry Womanjourney Weavings, che offre supporto e promuove il dialogo tra le suore lesbiche e queer e le loro comunità religiose.
In un op-ed per la Reuters suor Janet spiega il suo lungo viaggio verso l’accettazione di sé: “Durante questi anni ho combattuto con una Chiesa ed una società mute al riguardo, e spesso poco accoglienti, nei riguardi delle persone LGBTQ+. Ho combattuto per vincere le mie stesse paure (la disapprovazione, il rifiuto, l’omofobia interiorizzata) nel caso avessi raccontato ad altri di essere lesbica”.
Nel caso di suor Janet, l’incertezza e l’ansietà del percorso verso il coming out sono state aggravate dalla mancanza di risorse e di aiuto reperibili in quel periodo. Temeva di essere d’imbarazzo alla sua comunità, o che le venisse chiesto di tenere segreta la propria identità sessuale.
Suor Grace Surdovel delle Missionarie del Cuore di Maria, curatrice di Love Tenderly, conosce bene le difficoltà che incontrano molte religiose LGBTQ in questo processo, “ma siamo ancora qui, abbiamo trovato il supporto di cui avevamo bisogno, e con l’aiuto di Dio vogliamo stare nella Chiesa e continueremo a lottare per questo” ha dichiarato [all’agenzia stampa] Religion News Service.
Molte delle autrici fanno eco a questo tema: cercare l’accettazione delle proprie comunità religiose e rivendicare il loro posto di suore LGBTQ. Suor Jean Christensen dà credito alle Missionarie del Cuore di Maria di aver creato uno spazio che invita le consorelle ad essere completamente se stesse: “C’è un livello diverso di accettazione nella comunità locale rispetto alla Chiesa più ‘istituzionale’”.
Suor Mary Kay Hunyady, della Società del Sacro Cuore di Gesù, ritiene che, da quando è entrata per la prima volta nella comunità negli anni ’70, l’accettazione è aumentata. Si augura che le storie condivise nel libro possano suscitare speranza, specialmente tra le donne LGBTQ che stanno considerando la vocazione religiosa: “Riunirsi insieme come comunità sentendo la chiamata di Dio a stare nel nostro ordine, con i piedi saldamente piantati per terra: questo è qualcosa che è cambiato”.
E comunque, per suor Janet, le cose positive hanno superato le difficoltà: “Le gioie e le benedizioni che sono parte della mia storia, comunque, sono molto più importanti dei momenti di difficoltà. Nell’intero processo dell’arrivare a capire e ad accettare me stessa come suora lesbica, credo di essere stata toccata da un’abbondante grazia”.
Ricordando la parabola del talento perduto nel vangelo di Luca, suor Janet definisce la sua identità LGBTQ come un dono prezioso, e come opera dello Spirito Santo: “Ogni nuovo passo del mio viaggio è una realtà sacramentale, una realtà che segna e celebra sempre di nuovo la vita e la pienezza che Gesù è venuto a rivelare a tutti”.
Come le donne dei vangeli, suor Janet gioisce nella scoperta del suo sé autentico, e interpreta la sua vocazione come una chiamata continua a stare in mezzo agli emarginati, inclusa la comunità LGBTQ. Condividendo i propri percorsi, lei e le altre coautrici sperano di ispirare gli altri a fare lo stesso.
* Angie Howard-McParland lavora da più di quindici anni in vari ruoli pastorali nelle università e nelle parrocchie; Oggi lavora per l’ordine delle Sorelle della Misericordia delle Americhe. In precedenza ha lavorato per la La Salle Academy di Providence, nel Rhode Island, alla Comunità Cattolica della Brown University e della Scuola di Design del Rhode Island, e alla Bentley University di Waltham, nel Massachusetts. Nelle parrocchie ha lavorato come responsabile giovanile, coordinatrice del catechismo per adulti, responsabile per la giustizia sociale e collaboratrice pastorale. Esplora con passione l’intersezione tra religione e sessualità, e i punti di vista femministi e liberazionisti sul cattolicesimo. È laureata in inglese e religione al Centre College e in teologia alla Vanderbilt Divinity School. Vive a Providence, nel Rhode Island, con i suoi tre figli.
Testo originale: Lesbian Nuns Are Staying in the Church, Continuing to Wrestle with It, Say Authors