Il matrimonio cattolico è veramente un Sacramento?
Articolo di Garry Wills pubblicato sul sito del quindicinale The New York Review of Books (Stati Uniti) il 9 maggio 2012, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Per quale motivo alcune persone, che pur riconoscono le unioni civili omosessuali, si oppongono al matrimonio? Alcuni gruppi religiosi vogliono negare alle persone omosessuali il carattere sacro di ciò che considerano un sacramento. Ma il matrimonio non è un sacramento. Alcuni miei colleghi cattolici arrivano a pensare che “il vero matrimonio” è stato istituito da Cristo. Ma non è così. Il matrimonio è stato prescritto nel Giardino di Eden da YHWH (Yahvè) in Genesi 2:24: il marito e la moglie diventeranno “una sola carne”. Quando Gesù viene interrogato sul matrimonio, si limita a citare questo passo di Genesi (Marco 10:8) e mai pretende di dare un nuovo fondamento a un ipotetico “matrimonio cristiano” che debba sostituire l’istituzione yahvista.
Qualcuno dice che le nozze di Cana (Giovanni 1:1-11) sarebbero in qualche modo sacramentali perché lì Gesù compì il suo primo miracolo, ma queste nozze erano chiaramente un matrimonio ebraico, come gli altri a cui Gesù può aver partecipato; il miracolo, poi (la sovrabbondanza di vino), vuole mostrare ai discepoli che l’era messianica è alle porte. Padre Raymond Brown, il grande studioso di Giovanni, sottolinea tutto questo e conclude: “Non ci sono forti prove, né interne né esterne, a sostegno di un riferimento simbolico al matrimonio. Le nozze non sono altro che lo sfondo e l’occasione per il racconto e l’unione dell’uomo e della donna non ha nessun ruolo diretto nella narrazione”.
La Chiesa primitiva non aveva un rito specifico per il matrimonio, che era materia per le autorità secolari dell’Impero romano: il matrimonio era un modo per assicurarsi eredi legittimi. Quando l’Impero, con Costantino, divenne cristiano, il matrimonio continuò ad essere sotto il controllo imperiale e il Codice di Giustiniano lo ribadisce. Quando in Occidente l’Impero crollò, la Chiesa avocò a sé il ruolo di stringere matrimoni validi, ma l’istituto del matrimonio non aveva ancora uno speciale significato religioso. Come scrive Joseph Martos, il più grande studioso di storia dei sacramenti: “Prima dell’undicesimo secolo non c’era nulla che somigliasse a una cerimonia nuziale cristiana nella Chiesa latina e durante tutto il Medio Evo non c’è mai stato un unico rituale per sancire il matrimonio tra cristiani”.
Solo nel dodicesimo secolo si cominciò a pensare che un favore sovrannaturale (la grazia) si riversasse sul matrimonio, inteso come sacramento. Nel secolo successivo, il matrimonio entrerà a far parte dei sette sacramenti (sette è un numero sacro nella Bibbia). Dato che Tommaso d’Aquino sosteneva che il consenso degli sposi fosse la causa efficiente del matrimonio e il sigillo del rapporto sessuale fosse la causa finale, è difficile capire cosa potesse aggiungere la benedizione del sacerdote alla realtà del legame. Non ne è seguito nulla di buono: la sacralizzazione della realtà naturale ha condotto alla degradazione del matrimonio yahvista, l’unico tipo di matrimonio riconosciuto da Gesù, rispetto al “vero matrimonio” in chiesa.
Negli anni ‘30 i miei genitori si sono sposati civilmente ma mia madre, cattolica, non credeva che il suo fosse un vero matrimonio, in quanto non era stata sposata da un prete. Mio padre, non cattolico, accettò successivamente di sposarsi cattolicamente (in sacrestia, non in chiesa) con la promessa di allevare cattolicamente i figli. Mia madre pensava di aver ricevuto il sacramento, ma lo aveva ricevuto veramente? Dato che il mutuo consenso è l’essenza del matrimonio, si potrebbe pensare che il sacramento sia attivo per ambedue gli sposi, ma mio padre, non cattolico, non poteva riceverlo. Più tardi, quando mio padre se ne andò e sposò un’altra donna, mia madre apprese di non potersi risposare perché il “vero matrimonio” con mio padre era ancora valido. Quando mio padre tornò da mia madre e divenne cattolico, un prete ripeté il matrimonio sacramentale: dato che il secondo matrimonio di mio padre era stato celebrato “fuori dalla Chiesa”, era come se non fosse mai avvenuto. Che senso ha tutto questo?
Il rifiuto di permettere alle coppie omosessuali di accedere alla sacralità del matrimonio sacramentale si fonda su una finzione scolastica del tredicesimo secolo che permette di giocare con la vita delle persone, come la Chiesa ha sempre fatto fin dai tempi dell’Aquinate. Il mito del sacramento non dovrebbe privare le persone omosessuali del diritto al matrimonio naturale, che sia benedetto da Yahvè o meno. Non hanno certamente bisogno della benedizione di san Tommaso: in verità, nessuno ne sente il bisogno.
Testo originale: The Myth About Marriage