Mi sono sbagliato. Il celibato per un gay cattolico non è l’unica opzione
Testimonianza di Patrick Gothman* pubblicata sul sito “Reaching Out – storie di fede LGBTQ persa e trovata” il 22 novembre 2017, prima parte, libera traduzione di Innocenzo
[…] Se ti è stato detto da coloro di cui ti fidi di più che la tua sessualità è sbagliata, che è una minaccia per te e per coloro che ami, quanto lontano andresti per proteggere il tuo mondo da essa? La nasconderesti ai tuoi amici? Abbandoneresti qualcuno di cui ti sei innamorato? Diresti alla tua famiglia che devi andare via da loro perché temi di ferirli? Io l’ho fatto. Ho creduto in quelle parole che mi sono state dette. Dio avrebbe provveduto a me.
Potresti dire che ho finito per chiedere l’elemosina dall’altra parte del mondo perché ho preso sul serio la Chiesa cattolica su quanto afferma sulle persone omosessuali. Forse non è proprio così. La Francia, dove sono andato, non è davvero un posto dall’altra parte della terra rispetto al Texas, anche se in sostanza lo è. Ma quando sei un gay cattolico ti viene detto che hai solo tre opzioni: diventare un prete per la vita; diventare un monaco per la vita; restare single per tutta la vita. Il celibato – una completa astinenza sessuale – è il requisito richiesto a tutti loro (ndt e a noi omosessuali). Credo in verità di aver provato tutte e tre le opzioni.
Papa Francesco ha scosso il mondo ed ha anche modificato il modo in cui la chiesa cattolica pensa all’omosessualità, con il suo famoso commento: “chi sono io per giudicare?“. Anche se la dottrina ufficiale cattolica mostra pochi indizi di cambiamento.
Cattolici o meno, milioni di persone LGBT e le loro famiglie sono influenzate dalka chiesa cattolica, che ha un impatto morale davvero vasto nel mondo.
Io ho provato la ricetta che la Chiesa indica alle persone omosessuali. Quello che posso dire in modo definitivo, avendola effettivamente messa in pratica, che le regole ufficiali non sempre funzionano.
Crescendo come cattolico, ho imparato che la vita è molto più di un semplice di noi, che c’è qualcosa che è più importante della nostra esperienza, dei nostri gusti personali e della nostra immaginazione. E’ la Tradizione. Fondamentalmente delle persone – per lo più degli uomini, anche se ci sono state alcune eccezioni – hanno pensato a cosa è giusto, molto tempo prima che tu o io nascessimo. Ed è meglio trovare un modo per allinearsi con le loro riflessioni, piuttosto che andare per la nostra strada.
Questo è ciò che significa essere una chiesa e non solo un insieme di credenze. Collegandoci insieme con la fede, senza le inclinazioni egocentriche dell’individuo, potremmo effettivamente recuperare un ordine naturale nella vita. Ma quello che questi pensatori avevano da dire sul mio caso, ovvero che sono gay, era che non andava bene.
* Patrick Gothman vive negli Stati Uniti, dove si occupa di giustizia sociale. E’ uno scrittore abbastanza gay ed è editor del sito Reaching Out.
Testo originale: I Thought Gay Celibacy Was My Only Option — I Was Wrong