Mio figlio ha appena fatto coming out. Cosa faccio?
Testo di Amy Hanson* pubblicato su Queer Grace – Encyclopedia per Cristiani LGBTQ (USA), liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Cosa significa fare “coming out”? Quando una persona si definisce lesbica, gay, bisessuale, transgender, o queer (LGBTQ) e lo dice agli altri, si parla di “coming out”. Dal momento che si dà per scontato che la maggior parte di noi sia eterosessuale, quando qualcuno fà coming out, fa un passo importante nel sottolineare questa parte della propria identità con se stesso e con gli altri. Per vostro/a figlio/a questo può essere un momento sia gioioso che difficile.
Il coming out è qualcosa che si fà solo una volta? No. Il coming out può richiedere molti anni. Molte persone si rendono conto del proprio orientamento sessuale molto prima di dirlo ai famigliari o agli amici. Per chi è LGBTQ, inoltre, può essere un viaggio lungo tutta la vita perché si vivono sempre nuove situazioni e relazioni. Ma farlo può diventare più semplice.
Cosa significano le lettere LGBTQ? Questo acronimo si riferisce ad una comunità di persone che si definiscono Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender o Queer.
* Essere gay o lesbica significa essere attratti romanticamente da persone dello stesso genere; essere bisessuali significa essere attratti da persone di più di un genere.
* Essere transgender significa identificarsi con un genere diverso da quello biologico con cui si è nati.
* Queer è un termine-ombrello che può essere usato in molti modi per definire l’orientamento sessuale o l’identità di genere di qualcuno.
Ci possono essere anche altre lettere, come “A” che rappresenta chi si definisce asessuale, o “I” che sta per intersessuale (una variazione nelle caratteristiche biologiche del sesso che rende difficile identificare con sicurezza in individuo come maschio o femmina).
Mio/a figlio/a non ha mai fatto sesso — come fà a sapere che è gay? L’orientamento sessuale non ha a che fare col fare sesso, mentre ne ha con il desiderio di compagnia e di vicinanza emotiva e fisica con un’altra persona. Questo desiderio si manifesta in molti modi, inclusa l’intimità fisica.
Ma non voglio che mio/a figlio/a sia LGBTQ. C’è una possibilità che non sia davvero gay?
A questo punto è probabile che siate sorpresi. Nessun genitore vuole che il/la proprio/a figlio/a soffra o possa essere ferito/a. Essere una persona LGBTQ significa che la vita, in qualche modo, potrebbe essere più difficile. Ma vostro/a figlio/a vive nel modo in cui è e ha già una vita piena e ricca. L’orientamento sessuale cade in uno spettro, e vostro/a figlio/a proprio ora si identifica con una sua particolare dimensione. In un’altra fase della vita potrebbe sentirsi “etero”, o, nel futuro, potrebbe trovare un’altra identità che gli sia più consona. L’orientamento sessuale è intrinseco all’individuo e non può essere cambiato da terapie e/o da psicologi.
Mio/a figlio/a potrà mai sposarsi? Vostro/a figlio/a potrà scegliere di sposarsi esattamente come chiunque altro. Alcune coppie omosessuali potrebbero decidere di sposarsi con una cerimonia civile (questo dipende dal tipo di legge dello stato di residenza) o possono veder benedetta la loro unione da un sacerdote in una cerimonia religiosa comunitaria, o entrambe le cose.
E i nipoti? Il matrimonio è una scelta personale e anche avere figli lo è. Le persone LGBT che scelgono di diventare genitori hanno molti modi per farlo. Adozione, madre surrogata, gravidanza assistita, fecondazione in vitro, inseminazione intrauterina, sono alcune delle possibilità.
Come dovrei chiamare la persona con cui mio/a figlio/a ha una relazione? Il modo più semplice è chiedere a vostro/a figlio/a come hanno deciso di chiamare il proprio partner. Potrebbero aver scelto di usare parole come “il mio ragazzo”, “la mia ragazza” o, più semplicemente “partner”. Se sono sposati potrebbero chiamare il/la proprio/a partner marito o moglie, ma questo dipende dalle persone coinvolte. È probabile che vostro/a figlio/a apprezzi la vostra attenzione su un dettaglio così importante, così non siate imbarazzati a chiederglielo.
Mio figlio è gay; significa che inizierà a vestirsi come una ragazza? Se vostro figlio vi dice di essere gay, questo significa semplicemente che è attratto romanticamente dagli uomini. L’orientamento sessuale è qualcosa di diverso dalla scelta di come vestirsi. Ciò che si indossa può esprimere la propria identità di genere, che è comunque una cosa diversa dall’orientamento sessuale.
Mia figlia mi ha detto di essere lesbica e/o sta frequentando una donna. Chi è l’“uomo” nella relazione? Mentre alcune donne si trovano più a proprio agio indossando vestiti che le fanno sembrare più mascoline, o scelgono di presentarsi in un modo che non aderisce agli stereotipi della femminilità, una donna che si identifica come lesbica rimane una donna. Due donne che hanno una relazione non hanno un “uomo” all’interno di essa.
Non ho alcun problema che mio/a figlio/a sia una persona LGBTQ, ma perché ne deve parlare sempre? Probabilmente vostro/a figlio/a si sentirà sollevato/a perché finalmente vi ha detto essere gay o lesbica. Potrebbero essere felici di poter parlare della persona che amano. E hanno voglia di condividere questa parte di sé con voi.
Come posso aiutare mio/a figlio/a adesso che ha fatto coming out? La cosa più importante è ricordare che vostro/a figlio/a è la stessa persona che conoscete e amate e che vi han affidato una parte importante della loro identità. Lasciate che sappia che lo/la amate e ci sarete sempre per lui/lei. Fate le vostre domande con franchezza e rispettosamente, ma sappiate che lui/lei potrebbe non avere le risposte o non aver voglia di parlarne. Vostro/a figlio/a potrebbe scegliere di usare certi pronomi per parlare di sé, e vi apprezzerà se gli/le chiederete come vorrebbe essere chiamato/a.
Ho cresciuto mio/a figlio/a da cristiano; come può essere gay? Ci sono molte persone che si sentono sia LGBTQ che cristiani. Alcune persone non sono d’accordo che lo si possa essere, e ci sono molte discussioni sull’argomento. Molte confessioni cristiane hanno fatto esplicite dichiarazioni di benvenuto per chi si sente LGBTQ (comprese l’Evangelical Lutheran Church americana, la Presbyterian Church-USA, l’Episcopal Church, la United Church of Christ, e la Metropolitan Community Church) e anche molte singole congregazioni si stanno dando da fare per l’accoglienza.
A prescidere dalle vostre convinzioni su orientamento sessuale e Bibbia, i/le vostri/e figli/e hanno bisogno del vostro amore e delle vostre preghiere. Se la vostra comunità di credenti non accetta l’orientamento sessuale di vostro/a figlio/a, sappiate che essi potrebbero scegliere un’altra congregazione o di abbandonare completamente la Chiesa. Non si tratta di un rifiuto di ciò in cui credete, ma piuttosto qualcosa che fanno per prendersi cura si se stessi.
Come posso saperne di più, e dove posso trovare aiuto per me e per mio/a figlio/a?
Una buona risorsa per i membri della famiglia è il PFLAG, Parents, Families, and Friends of Lesbians and Gays (genitori, famiglie, amici di lesbiche e gay). In italia l’associazione di riferimento è l’AGEDO www.agedonazionale.org. Queste organizzazioni aiutano i famigliari delle persone LGBTQ.
Il periodo che segue il coming out di vostro/a figlio/a può essere confuso, ma voi non siete soli. Molti altri genitori si sono posti le vostre stesse domande ed è importante che ascoltiate i vostri sentimenti. Se provate dolore, pena o delusione (che sono comuni) è importante esprimerli in un ambiente sicuro e dare la possibilità ai/alle vostri/e figli/e di elaborare da soli le proprie emozioni.
* Amy Hanson Figlia di Dio. Scrittrice. Blogger su www.diaryofacontemplative.com
Testo originale: My child just came out. What do I do?