“Nel mio ministero non c’è posto per l’omofobia”. Papa Francesco raccontato da un suo amico gay
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 1 novembre 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Secondo Yayo Grassi, ex-studente e amico del Papa, Francesco ha rifiutato esplicitamente l’omofobia nel suo ministero pastorale. Domenica scorsa [30 ottobre ], in una dichiarazione estemporanea durante la cerimonia dei New Ways Ministry’s Bridge Building Award, Grassi, che nel 2015 ha fatto parlare i giornali a causa del suo incontro privato con papa Francesco a Washington, ha parlato del suo rapporto con lui e dell’approccio all’omosessualità del papa dicendo: “Ho conosciuto papa Francesco quando era un mio insegnante, mio professore nel liceo che frequentavo a diciassette anni. Sapevo che lui sapeva che ero gay e fin da allora siamo stati amici. Sono andato a trovarlo a Roma e siamo andati da lui quando è venuto a Washington. Entrambe le volte ha incontrato il mio fidanzato di allora e Francesco mi chiedeva sempre di lui”.
Grassi e il suo compagno hanno incontrato Francesco a Washington, durante la visita papale dell’autunno scorso (2015) negli Stati Uniti. Questo incontro privato è stato reso pubblico dopo il presunto incontro e la benedizione che il Papa avrebbe dato a Kim Davis, l’impiegata comunale del Kentucky che ha negato la licenza matrimoniale ad alcune coppie omosessuali. Grassi ha detto ai giornalisti che in quel momento si sentiva di dover difendere il suo amico, il Papa, da critiche sgradevoli.
Grassi ha anche raccontato ai partecipanti della cerimonia di New Ways Ministry (che ha premiato il gesuita James Martin per aver promosso il dialogo sulle istanze LGBT nella Chiesa) di uno scambio avuto col Pontefice quando Francesco era ancora arcivescovo di Buenos Aires, in Argentina: “Quando il senato argentino discusse la legge sul matrimonio omosessuale, lessi su Internet che l’allora cardinal Bergoglio era profondamente contrariato e che diceva cose davvero odiose sulla sua approvazione. Restai davvero sorpreso. Restai davvero sorpreso soprattutto perché lo conoscevo e sapevo quanto amore avesse nel cuore e mi era difficile pensare che avesse detto cose simili…
Così gli scrissi una lettera abbastanza lunga. Gli mandai una e-mail dicendogli quanto l’ammirassi, quanto fosse stato importante per la mia vita e quanto avesse fatto per me. Come, tramite la sua educazione, avesse fatto crescere in me l’attitudine ad un pensiero critico e più aperto. E continuai dicendogli che non avrei mai potuto ringraziarlo abbastanza e che forse avrebbe pensato che sarebbe stato un modo molto strano per farlo se gli avessi detto che anche io ero molto contrariato dal modo in cui aveva trattato la legge [sul matrimonio] omosessuale”.
Il cardinal Bergoglio rispose alla lettera di Grassi due giorni dopo. Prima di tutto si scusò per aver ferito i sentimenti del suo ex-studente e continuò dicendo: “Credimi: non ho detto nessuna di queste cose. La stampa le ha estrapolate da due lettere che avevo mandato ad alcune suore chiedendo loro di non fare alcuna dichiarazione su questa faccenda e ciò che avevo detto è stato stravolto e fatto passare come mio”.
Concludendo il suo breve intervento, Grassi ci ha offerto quella che considera “la cosa più bella e strabiliante” su papa Francesco, che era scritta alla fine della lettera di risposta: “[Nel 2008, Bergoglio] finì la sua lettera chiedendomi di pregare per lui come fa sempre e dicendo; ‘Credimi Yayo, nella mia opera pastorale non c’è posto per l’omofobia’ e quello fu il primo momento in cui capii che persona fantastica fosse. Non ha solo detto ‘Chi sono io per giudicare?’, ma c’è qualcosa di molto importante che ha detto più tardi, ha detto ‘Chi siamo noi per giudicare?’… Quel ‘noi’ è l’intera Chiesa e l’intera umanità”.
L’esperienza di Grassi con papa Francesco mostra come si può cambiare la Chiesa istituzionale grazie all’incontro e all’amicizia. Comunque, ugualmente importante è la necessità che i leader ecclesiastici rifiutino esplicitamente ed inequivocabilmente l’omofobia nella Chiesa e nella società. Sarebbe un passo meraviglioso verso la costruzione di ponti se il Pontefice, papa Francesco, dichiarasse pubblicamente, come ha fatto con Grassi in privato: “Nella mia opera pastorale non c’è spazio per l’omofobia”.
Testo originale: “There Is No Place for Homophobia,” Pope Francis Told Gay Former Student