Omosessualità e handicap. Vi racconto la mia storia
Testimonianza inviataci da Mario
Mi presento. Mi chiamo Mario e ho 49 anni. Vivo a Genova una bellissima città, famosa per aver dato i natali a Cristoforo Colombo, per l’Acquario e anche per il carattere chiuso dei genovesi che viene scambiato per tirchieria e spesso associato a quello degli scozzesi,ma non è così credetemi…
Io non nasco disabile, ma all’età di 20 anni mi viene diagnosticato il Morbo di Büerger, una malattia genetica delle arterie, portata dal troppo fumo, che le sclerotizza e colpendo le arterie della periferia porta quasi sempre alla gangrena e successivamente all’amputazione.
Nel 1983 vado a convivere con un ragazzo, non abbiamo avuto mai problemi anche se a quei tempi non era così facile dichiarare l’omosessualità e tanto meno convivere, ma noi siamo sempre stati ben visti da tutti e ancora adesso viviamo insieme nonostante la nostra storia sentimentale sia finita è si è tramutata in una bellissima storia di amicizia, affetto e stima reciproca. Ognuno di noi ora ha una nuova storia.
Nel 1989 mi hanno amputato un arto inferiore dopo una serie di interventi chirurgici affrontati sempre con lui vicino, dichiarando ai medici il nostro rapporto e devo dire che non abbiamo avuto problemi per quanto riguarda quella che ora chiamano privacy, lui ha sempre parlato con i medici presentandosi come il mio compagno.
Dal momento in cui sono diventato disabile la nostra storia si è rafforzata. Oltre a lui tanti amici mi sono stati vicino, ma tanti si sono allontanati e qui nasce la volontà di fare capire soprattutto al mondo gay che non si deve aver paura della parola handicap. L’avvento di Internet ha permesso a tanti gay disabili di conoscere molte persone, ma c’è il rovescio della medaglia, quando l’interlocutore sente la parola handicap chiude la conversazione e il disabile si ritrova di fronte ad un ennesima sconfitta. Perchè nella maggior parte mondo gay non sei “accettato”, se non hai un fisico palestrato, occhi azzurri e capelli biondi ??
Perché non si vuole accettare che un gay disabile può amare esattamente nello stesso modo di un gay “normodotato” anche se il suo fisico non è perfetto?? Sicuramente la mia non è una storia isolata, ci saranno altri gay disabili che, come me, hanno trovato la loro mezza mela, ma ce ne sono sicuramente molti altri che stanno ancora soffrendo perché hanno voglia di amare e di essere amati.