‘Perché non era dei nostri’ (Marco 9,38) non allontanateli con gli occhi e le mani
Omelia del Frate domenicano Jean-Luc-Marie Foerster * tenuta nella Parrocchia cattolica di S. Leone IX a Troisfontaines* (Francia) il 30 settembre 2012, liberamente tradotta da Dino
E’ dunque chiaro, sorelle e fratelli, in nome della nostra appartenenza al Cristo, c’è un mondo che dobbiamo rifiutare senza scendere a compromessi. Ed è un mondo nel quale mi ritengo autorizzato ad imporre agli altri le mie certezze, i miei valori, il mio modo di fare.
Se la tua mano si tende per umiliare quel tuo fratello che non vive allo stesso modo tuo, tagliala!
Se il tuo piede colpisce con violenza chi non crede come te, taglialo! Se il tuo occhi condanna senza appello chi non ama come te, strappalo via!
“Alcuni scacciavano gli spiriti malvagi e abbiamo voluto impedir loro di farlo, perché essi non appartengono alla cerchia di quelli che ci seguono” (Cfr Luca 9,49, Marco 9,38) dice un discepolo a Gesù.
Dobbiamo intendere: soltanto coloro che sono dei buoni cristiani avrebbero diritto a Gesù e alla vita, alla gioia e all’amore che scorrono a fiotti nel Vangelo, e a ciò che è buono ed è bene ed è vero! “No” dice Gesù, “Non impeditelo!”.
Dobbiamo intendere: non soffocatevi ripiegandovi su voi stessi. Respirate in mezzo agli altri, con gli altri, e che lo Spirito del Padre mio si stenda su tutti!
Chi afferma queste cose? Gesù! L’uomo di Nazareth che indica se stesso come la Via, la Verità, la Vita. Ed Egli sa di cosa parla: la strada che ha preso è quella dell’esclusione abbandonandosi alla croce; per testimoniare quella verità che è al di sopra di tutte le verità: la verità dell’amore; per rivelarci che Dio vuole che tutti gli uomini si salvino e che abbiano la vita in abbondanza.
Sorelle e fratelli, se siamo discepoli di Gesù, se crediamo che la nostra appartenenza alla Chiesa cattolica sia una vera e bella maniera di vivere la nostra appartenenza alla grande Chiesa del cuore di Dio, allora dobbiamo accettare di metterci in marcia, instancabilmente, per andare incessantemente avanti verso l’incontro dell’altro, di Dio, di se stessi. Non farlo sarebbe una scelta che conduce alla morte. Lanciarvisi, anche timidamente, fa scaturire la vita: la resurrezione, ancora e sempre!
Per mezzo di questa eucaristia che celebriamo, noi testimoniamo che la Chiesa è Corpo di Cristo; e il Corpo di Cristo è una comunione di donne e di uomini ognuno dei quali noi siamo chiamati a riconoscere, come dice l’apostolo Paolo, come un fratello, una sorella per i quali Cristo ha dato la sua vita. Non è forse proprio questo che deve far sì che il mio sguardo cambi, che la mia mano si apra, che il mio passo si rafforzi?
Il Concilio Vaticano II, di cui ricorre il cinquantenario – si è svolto infatti nel 1962 – ci invita a questo sguardo “positivo” sugli altri, tanto sulle altre confessioni cristiane e le altre religioni, quanto sugli uomini e le donne nella diversità delle loro culture e delle loro concezioni della vita umana.
E questo davvero non è semplice, poiché alla fine, lo sapete bene, ognuno tiene alle proprie idee, ai propri valori e alle proprie convinzioni ed è importante impegnarsi per ciò che ci sta a cuore, dato che non si tratta infatti di essere d’accordo con tutto e il contrario di tutto! Ma niente, sorelle e fratelli, niente ci autorizza mai a guardare gli altri dall’alto in basso né a imporre loro i nostri principi.
Che Dio stesso, il Dio di Gesù Cristo, morto per amore di ciascuno di noi, sia la misura del nostro sguardo! Che sia la misura traboccante dell’apertura delle nostre mani! Che sia la misura gioiosa e audace del ritmo del nostro passo! E che tutti nel mondo possano dire: Come sono belli i piedi dei messaggeri della Buona Novella! Amen.
* Nella sua omelia del Domenica 30 Settembre nella parrocchia di Troisfontaines, Moselle, in onda su France 2 (canale tv nazionale francese), il frate domenicano Jean-Luc-Marie Foerster a richiamato i suoi fedeli alla tolleranza, una invito lanciato nel pieno della mobilitazione della gerarchia cattolica francese contro il matrimonio per tutti. Il video completo, in francese, è disponibile cliccando qui
Testo originale: Homélie de la messe à Troisfontaines: Mes yeux, mes mains, mes pieds