Persone omosessuali. Via libera nella chiesa cattolica ai percorsi per integrarle
Articolo di Luciano Moia pubblicato su Avvenire il 30 ottobre 2018, pag.1
Discernimento e accompagnamento «sulla base del recente magistero». II tema è risultato il più controverso (ndr nel recente Sinodo). Si parla di castità e non di astinenza. Si sollecita la ricerca di modalità più adeguate per educare alla sessualità e all’affettività. Si spiega che anche su questi argomenti occorre puntare all’accompagnamento e al discernimento «sulla base del recente magistero». Quindi soprattutto Amoris laetitia.
Non si parla né di “tendenze” né di “attrazione”, termini che potrebbe suggerire un riferimento identitario fluttuante, ma di «dimensioni affettive e sessuali», a lasciare intendere che ogni orientamento va preso con identico rispetto e profonda accoglienza. Si conferma che esistono questioni che hanno la necessità di «una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale» e che quindi non tutto, sulle questioni in oggetto, è già definito in modo esauriente e definitivo.
Tra questi problemi aperti il Sinodo – sul punto più controverso del Documento finale – cita innanzi tutto le questioni «relative alla differenza e armonia ira identità maschile e femminile e alle inclinazioni sessuali». Si mettono cioè da parte gli allarmismi sulle teorie del gender e si preferisce parlare di «differenza e di armonia». Ma si ribadisce che le diverse «inclinazioni sessuali» rappresentano uno snodo pastorale importante e che è urgente approfondime radici e sviluppi.
Il termine lgbt non viene esplicitamente ripreso ma, al punto 3 si spiega che Documento finale e Istrumentum laboris vanno letti in modo complementare. E nel testo preparatorio il termine è citato espressamente: «Alcuni giovani lgbt, attraverso vari contributi giunti alla Segreteria del Sinodo desiderano “beneficiare di una maggiore vicinanza” e sperimentare una maggiore cura da parte della Chiesa».
Non si è trattato di un inserimento né capzioso né provocatorio. Il documento inviato al Sinodo – che tanti continuano a citare senza averlo visto – contiene effettivamente il termine a cominciare dal sottotitolo: “Risposte al documento preparatorio del progetto giovani cristiani lgbt“. Poi, nelle 28 pagine del testo, la sigla compare più volte in ogni pagina. Difficile affermare, a meno di non farlo in malafede, che non ce ne sia traccia.
Il Sinodo, raccomanda poi di favorire i percorsi di cristiani omosessuali già presenti in varie comunità: «In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé». Piena legittimazione quindi alle diocesi, poche peraltro, che hanno già avviato percorsi pastorali strutturati per le persone omosessuali. Il cammino è aperto.