‘Rallegratevi ed esultate’. Appunti sparsi dal Forum Europeo dei Gruppi LGBT Cristiani

“Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei Cieli” (Mt 5:12). Con questo celebre versetto che conclude il capitolo evangelico sulle Beatitudini, si è voluto guidare il Forum Europeo dei Gruppi LGBT Cristiani, tenutosi quest’anno dal 23 al 27 giugno (2010) a Barcellona.
Rappresentanti di gruppi e associazioni di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali cristiani da ogni parte d’Europa, sia occidentale che orientale, ma anche dagli Stati Uniti, si sono ritrovati nella soleggiata città catalana per prendere parte all’Assemblea, che caratterizza, in una assise annuale, il lavoro che la Tavola (organo rappresentativo) del Forum coordina annualmente.

Il nostro arrivo a Barcellona è stato caratterizzato fin da subito dall’atmosfera di festa e di calore sia umano che meteorologico, tipico della Spagna: la prima sera infatti si è tenuta per le strade del quartiere Clot una pittoresca festa popolare in onore di San Giovanni, con falò e lanci di petardi.
Il secondo giorno è stato caratterizzato dal “Pre-Forum”, incontri e dibattiti sia in gruppi che in assemblea plenaria, uomini e donne divisi, presso il centro congressi “La Farinera”.
Tema dominante è stato il rapporto tra pedofilia e potere, in ambito sociale e religioso, sull’onda degli scandali sugli abusi balzati agli onori della cronaca negli ultimi mesi, indirizzando il pensiero verso i modelli di chiese gerarchiche che talvolta sostituiscono l’idea di un ministero di servizio con uno di potere, che tra l’altro è il centro nevralgico della discriminazione a carico delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali ma anche delle donne ministre di culto, in quanto dà alle gerarchie il diritto di decidere chi è “dentro” e chi è “fuori” dalla comunione con la chiesa stessa.
La cerimonia di apertura dei lavori nel centro congressi “Orfeò Martinenc” è stata guidata dalla pastora belga Nathalie Reverdin, attualmente in servizio presso la Chiesa Evangelica di Catalogna, che a Barcellona ha due comunità. Si è voluto usare come emblema dell’evento la Sagrada Familia, un luogo di culto progettato da Gaudì ancora incompiuto, su cui simbolicamente tutte e tutti noi siamo chiamati a porre una pietra, per completare la Chiesa con la nostra testimonianza, con gioia, nonostante le sofferenze, accompagnati dalla meditazione sul brano evangelico delle Beatitudini, con l’ausilio dei commentari biblici ad opera di Suzanne de Dietrich e del Card. Carlo Maria Martini.
Il testo, riproposto anche durante il Culto Ecumenico tenutosi nella chiesa Mare de Deu de l’Ajuda di Barcellona, concelebrato da sacerdoti cattolici, pastori protestanti e da un religioso ortodosso, ci richiama a rinnovare la nostra fede e ci incoraggia a lavorare per i diritti di tutti coloro che sono perseguitati nel Mondo.
Molto toccante per me è stata la tavola rotonda sulla “Destituzione del Patriarcato”, tenuta da Rosa M. Playà, rappresentante dell’associazione delle famiglie omogenitoriali della catalogna, di Ramon M.Nogués, antropologo, e da Mercè Otero Vidal, esponente del movimento femminista, durante la quale è stato mostrato uno spaccato sociale della Spagna odierna, dove moltissimi diritti sono stati conquistati a livello civile e politico, ma dove occorre ancora un certo tipo di lavoro nel sentire comune della società, che dovrà accettare ed elaborare pian piano le novità legislative di recente approvazione, abbattendo i pregiudizi e lo stigma sociale.
Diverse sono state le tematiche affrontate durante i gruppi di lavoro in cui donne e uomini insieme hanno potuto discutere ampiamente: dalle letture femministe della Bibbia, al tema dell’HIV, dai modelli di ministero cattolico, al tema dell’immigrazione in relazione con l’omosessualità, dall’evoluzione della legislazione spagnola nell’ambito dei diritti civili, al tema dell’intersessualità e del rapporto tra anima e corpo. Personalmente ho partecipato a due gruppi.
Il primo ha interessato un brillante percorso di esegesi e di lettura biblica in un ottica femminista, analizzando i personaggi di Marta e Maria, con l’aiuto di Neus Forcano, filologa e studiosa della teologia femminista.
Il secondo, a cura dell’avvocato Ricardo de la Rosa, verteva sulla storia della legislazione spagnola e catalana, a partire dal regime repressivo del franchismo fino alle conquiste democratiche dei giorni nostri, per inquadrare meglio quali processi hanno portato la Spagna a garantire negli ultimi anni i diritti civili alle persone omosessuali e transessuali, dalle adozioni ai matrimoni civili. Ciò che più mi ha colpito è l’assenza del concetto di un matrimonio eterosessuale e di un matrimonio equipollente per coppie omosessuali (come accade già in molti Paesi Europei come nel Regno Unito ad esempio): il matrimonio è uno ed uno soltanto, e vale per tutti a prescindere dal sesso dei nubendi.
Il dialogo che ho potuto avere con esponenti del protestantesimo europeo è nel complesso positivo e carico di speranze: molte sono le aperture che le chiese hanno adottato nei confronti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali: non è infatti atipica la presenza di pastori protestanti omosessuali legittimamente sposati nella propria chiesa, e riconosciuti anche dallo Stato come coppia, così come è in uso nelle chiese e nelle società di Norvegia e Svezia.
La mia speranza è che le coppie omosessuali in un futuro possano sposarsi civilmente e religiosamente, laddove possibile, anche nel nostro Paese. Importanti aperture, sebbene meno eclatanti rispetto a quelle legate al protestantesimo nordeuropeo, a differenza di quanto accade in Italia, provengono anche da realtà legate al cattolicesimo romano, specialmente in Germania.
Ho avuto modo di confrontarmi anche con Marti Scheele, esponente del movimento Lutheran Concerned (Chiese luterane ampiamente accoglienti e sostenitrici della causa LGBT), dalla quale sono stato invitato a partecipare come osservatore italiano alla loro Assemblea annuale che nel 2011 si terrà a Washington D.C.
Tra i compiti futuri del Forum Europeo nel suo lavoro contro le discriminazioni ai danni di persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, specialmente nei Paesi dell’Est europeo e del Sud Europa, si collocano la partecipazione all’incontro ecumenico di Kingston (Giamaica) nel 2011, la partecipazione all’incontro del Consiglio Mondiale delle Chiese in Corea del Sud nel 2013 e l’importante richiesta, presentata dal rappresentante dell’Armenia, Karen Badalyan, di adesione del Forum al Consiglio d’Europa di Strasburgo come organizzazione non governativa e approvata dai delegati all’unanimità.
Con una mozione presentata dal rappresentante italiano del Progetto Gionata, Fabio Regis, l’Assemblea ha approvato all’unanimità la proposta di istituire un gruppo di lavoro internazionale sulle Veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia. Riconfermati i due co-presidenti del Forum Europeo: Enric Vilà (Spagna) e Diane Xuereb (Malta).
I lavori dei delegati del Forum si sono conclusi con un suggestivo momento di preghiera comunitario, ricco di preghiere spontanee toccanti e non di rado molti hanno pianto in preda alla commozione. Gesti fraterni, come lo scambio ecumenico della Cena del Signore sotto entrambe le specie e l’imposizione dell’olio l’uno sulla fronte dell’altro, hanno cementificato legami di amicizia internazionali e interconfessionali e realizzato l’essere tutti chiesa insieme, uniti nella diversità, al di là delle diversità.
Poche sono state le occasioni di girare per la splendida città di Barcellona, ma certamente suggestivo è stato il Gay Pride di sabato 26 giugno, dove abbiamo sfilato lungo la Rambla fino al municipio di Barcellona con lo striscione del Forum.
Emozionante vedere donne e uomini di diverse fasce d’età, nazionalità, orientamenti sessuali e identità di genere, che sventolavano ognuno la bandiera del proprio Paese, far festa tutti insieme, in un Paese che ha superato molti pregiudizi, rafforzato la laicità dello Stato su diversi temi, e garantito diritti civili a persone che altrove sono ancora cittadini di serie B, e addirittura possono, in alcuni Stati, venire perseguitati solamente perché amano una persona del loro stesso sesso.
Un esperienza, credo per tutti noi, che non dimenticheremo mai, specialmente per l’affetto e l’incoraggiamento che ci giungeva dalla gente comune per la strada, dalle famiglie alle finestre delle abitazioni, dagli anziani e da madri con figli. Unicamente toccante. Il prossimo appuntamento per l’Assemblea annuale dei delegati europei del Forum sarà dal 5 all’8 maggio 2011 a Berlino, in Germania.
Il mio augurio è che tutti i Paesi civili possano raggiungere certi livelli di integrazione e coesione sociale, e che le chiese possano anch’esse aprire i loro cuori alla luce della Parola, e gioire insieme ai discriminati che saranno da esse liberati dalle catene dell’odio e del pregiudizio, nella grazia dell’Evangelo della Gioia, poiché “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”.
Per approfondire: ‘Rallegratevi ed esultate!’. Gay e lesbiche cristiani al Forum Europeo di Barcellona 2010. Testimonianza di Fabio Regis, delegato al Forum Europeo di Gruppi Cristiani GLBT del progetto Gionata, del 1 luglio 2010