Sui suicidi tra i giovani gay troppe letture semplicistiche
Articolo di Antoine Gessling tratto dal sito 360 (Svizzera), del 9 febbraio 2012, liberamente tradotto da Marco Galvagno
I racconti di adolescenti vittime di persecuzioni a sfondo sessuale si susseguono e si assomigliano nei media americani. Ma il legame troppo evidente tra bullismo e suicidio passa sotto silenzio le principali cause del problema, che sono l’ansia e la depressione.
Jeffrey Fohm, 18 anni, Eric Jones Borges, 19 anni, Philipp Parker e Rafael Morelos, 14 anni. La stampa americana ha riportato il suicidio di 4 giovani, presentati come vittime di mobbing per la loro omosessualità. Da vari anni, il numero di casi di vite spezzate dal bullismo sono esplose nei mass media americani, sia in quelli generici che in quelli a tematica gay.
Ma negli Usa molti si interrogano sugli effetti di questa tragica litania e della mobilitazione che ha generato nell’opinione pubblica, nella classe politica e tra le star. Molti ritengono che questa campagna pubblicitaria contribuisca a creare una lettura troppo superficiale e semplicistica del fenomeno del suicidio dei giovani.
Il fatto che Lady Gaga abbia reso omaggio sulle scene a uno dei suoi fans che si era tolto la vita aveva suscitato un certo malcontento. La star aveva dedicato una canzone in memoria di James Rodenmeger, 14enne spinto al suicidio dai suoi compagni. Alcuni avevano denunciato una “starizzazione” dei suicidi, con conseguenze potenzialmente devastanti.
In un articolo dell’Huffington Post, Katherine Bindley dà la parola a psichiatri e psicologi piuttosto perplessi, così come Ann Haos, un’esperta della fondazione americana per la prevenzione del suicidio ricorda che la maggior parte delle persone che mettono fine alla propria vita hanno disturbi psichiatrici diagnosticati. Secondo la ricercatrice i casi narrati dalla stampa tendono a creare una storia collettiva in cui il suicidio appare come una risposta normale e comprensibile ad atti di bullismo subiti.
Nella nostra pratica di prevenzione al suicidio mettiamo l’accento sulle molteplici cause. Di fatto, il seguito dato ad alcuni casi di suicidio che hanno suscitato l’indignazione dell’opinione pubblica in questi ultimi anni hanno sollevato numerose domande sulla condizione psicologica delle vittime, indipendentemente dal mobbing inflitto loro dai compagni. Nel 2010 Phoebe Prince, una ragazza di 15 anni che aveva già tentato di mettere fine ai propri giorni, aveva avuto episodi di automutilazione e assunto antidepressivi.
E tutto questo anche prima di subire mobbing da parte dei compagni e di suicidarsi. Nel caso di Tyler Clementi lo stesso anno è apparso che il giovane studente aveva fatto da poco coming out con la sua famiglia che non l’aveva presa bene, prima di lanciarsi nell’Hudson. Tuttavia il dibattito pubblico si è concentrato sull’umiliazione che aveva subito. Un compagno di camera aveva violato l’intimità di Tyler filmando un rapporto sessuale che aveva avuto con uomo e aveva diffuso le immagini su internet.
Da qualche tempo un laboratorio del centro per il controllo delle malattie lavora sulla definizione di bullismo come problema per la salute pubblica. Secondo la ricercatrice Catherine Bradshaw non vi è alcun segno di un’epidemia o di una recrudescenza del suicidio tra i giovani americani. Il numero di casi di suicidi tra teenager anzi è diminuito dal 2000 al 2009, ma la diffusione di internet e dei social network ha contribuito a fare emergere questi racconti nei mass media e nei dibattiti pubblici.
Clayton Cook, un professore di psicologia dell’educazione, preme per un approccio più ampio di questi casi. Ritiene che solo la prevenzione della salute mentale possa ridurre le conseguenze del bullismo o del mobbing in ambiente scolastico.
Se consultiamo la letteratura scientifica, spiega, ci accorgiamo che i programmi di prevenzione del bullismo si sono rivelati poco efficaci. Combattiamo il sintomo, non la causa. Per il ricercatore gli insegnanti dovrebbero prima di tutto educare i bambini a preoccuparsi del benessere dei propri compagni e a gestire le proprie emozioni.
Testo originale: Suicides de jeunes gays: une lecture trop simpliste?