Tra sacro e profano con le iconiche visioni di Salvo Ardizzone
Dialogo di Tiziano Fani Braga con Salvo Ardizzone
Salvo Ardizzone, siciliano classe ‘68, l’anno del cambiamento sociale, l’anno della rivoluzione della cultura, solo in questo anno poteva nascere un artista così estroso, dalle sue pennellate fresche e dai colori vivaci subito si nota il suo animo giovane e sempre positivo.
Felice di essere un artista ed un attivista del mondo arcobaleno, in particolare nel mondo cattolico, attraverso il gruppo Mosaiko Cristiani LGBT+. La sua arte passa dai volti di personaggi famosi, a cui riesce a dare un carattere irriverente, fino anche a soggetti sacri, portandoci una visione anticonformista ma che subito rimane impressa.
Iniziamo dalle basi del suo percorso, ogni artista ha un percorso ben definito, con dei passaggi e degli incontri significativi, quali sono state le ragioni che ti hanno spinto ad iniziare a fare arte?
La mia passione per l’arte esiste sin da piccolo. Io ricordo alle Medie, che ero molto portato per educazione artistica, è la stessa professoressa mi ha incoraggiato a proseguire gli studi in questo percorso; infatti, ho continuato con il liceo artistico, proseguendo poi in architettura e scenografia. Dopo una lunga pausa dal 1992 al 2012, ho ricominciato a riprendere gli strumenti che ho tanto amato nella mia formazione, ho iniziato a dipingere i fumetti.
La scelta di ricominciare era dovuta ad una crisi interiore che mi ha spinto a ricercare la pace e la serenità nel fare arte, lavoravo troppo e la mia vita era una corsa continua. Una delle persone che mi sono rimaste impresse è proprio la professoressa di ed. artistica delle scuole medie la Prof. Zappalà, ogni volta che vado nel mio paese natio Biancavilla, nel catanese, per le mie mostre organizzate dal Comune la invito per fare il “taglio” del nastro, è un’emozione incredibile averla accanto in questi momenti di successo personale perché la ritengo una delle persone che mi hanno ispirato tanto.
Hai avuto un percorso molto forte, che ti ha portato a dipingere ed illustrare molte tipologie di soggetti, ma quale è il tuo soggetto preferito e che ti emozionano di più?
I miei soggetti più numerosi sono legati ai personaggi televisivi, del cinema e dello Sport, in stile Pop Art. Ho sempre amato questa tipologia di corrente artistica, già nel passato avevo utilizzato queste tecniche con temi e loghi che usavo già al liceo artistico.
Ho cominciato dal logo di Diabolik fino ad arrivare a famosissimi personaggi come: Fiorello, Amadeus, Loretta Goggi, Moira Orfei e tanti altri che ho avuto personalmente la fortuna di incontrare e di donare questi ritratti che sono stati molto apprezzati. C’è da dire che io da piccolo volevo fare il critico televisivo, tutti questi personaggi che fanno parte della vita quotidiana, perché attraverso la tv entrano nelle case delle persone, mi danno continuamente uno spunto in più per poterli rappresentare e farli diventare delle vere Icone Pop.
Come hai già raccontato la tua arte ti ha accompagnato nella vita e l’hai riscoperta durante una “notte oscura” della tua esistenza, come è cambiata e come ha contribuito, anche in maniera terapeutica, il rapporto con l’arte?
La mia vita è cambiata totalmente perché, quando ti occupi di arte e qualcosa di straordinario e bello, si alza il livello della conoscenza e delle emozioni. Quando una decina di anni fa ho ripreso a dipingere, l’ho fatto perché come dicevo prima, ero in un momento particolare della mia vita. Riprendere i colori le tele ed esprimermi, mi ha in qualche modo salvato, mi ha fatto credere di nuovo alla vita e creare emozioni da trasferire agli altri.
Oltre che la tecnica, i colori e le pennellate, te ci metti tantissimo sentimento ed emozioni, che percorsi emotivi provi mentre dipingi?
Quando dipingo mi sento libero, mi sento che ho voglia di imprimere quelle pennellate, di rappresentare quello che sto realizzando e di portarlo a termine, una specie di adrenalina o una sorta di “catarsi finale”, perché’ non vedo l’ora di vedere il risultato finale del dipinto. Nelle mie opere cerco sempre di trasmette un messaggio a volte nascosto o tra le righe, ogni personaggio che dipingo, dietro sullo sfondo ha dei simboli e colori che lo rappresentano.
L’Arte e la ricerca del trascendente hanno avuto sempre un collegamento diretto, l’80% dell’arte ha come soggetti la fede, in tutte le espressioni. Come abbiamo accennato all’inizio te hai dipinto anche soggetti del mondo della chiesa, hai ritratto soggetti come Papa Francesco, o immagini con riferimenti legati alla fede, quale è il tuo rapporto con il sacro?
Io sono molto legato all’aspetto religioso, perché comunque ho un passato da ambiente Salesiano a partire dalle elementari con le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice. E poi giù di lì con vari gruppi di oratorio e teatro.
Quando dipingo un tema o un personaggio è già un’emozione “acquisita”, che scelgo sulla base delle emozioni che mi hanno suscitato un evento o una esperienza, anche se non è detto che incontri sempre i personaggi descritti.
In base a questo, ogni tanto vado a realizzare qualche dipinto dai temi religiosi come: Papa Francesco, Sergio e Bacco o qualche “rito pasquale”.
Del quadro di Papa Francesco, posso dire che mi era rimasta impressa la sua prima uscita quella sera della sua proclamazione da successore di San Pietro con la sua prima frase: “Fratelli e Sorelle Buonasera!!”.
In passato ho anche realizzato una scenografia per un musical su San Francesco “Benvenuta Povertà” del gruppo Salesiano negli anni Ottanta, dove ho anche realizzato una copia in scala 1:1 del famoso crocifisso di San Damiano.
Fai parte di un gruppo di cristiani Lgbt, la tua arte ti ha aiutato a poter comunicare la tua identità al mondo?
Posso solo dire che tre anni fa per San Valentino, ho provato un mio personale “coming-out”, dove ho pubblicato un mio dipinto sui social. L’ opera era “San Bacco e San Sergio”, in una trasposizione di un dipinto di un artista contemporaneo. Già solo l’immagine guardando i due Santi dice tutto, l’amore la complicità traspare dai loro occhi.
L’arte è uno strumento potentissimo di comunicazione, gli uomini fin dagli albori hanno iniziato a comunicare con graffiti con i 3 colori che rappresentavo il rapporto con la realtà, sangue, luce e morte. Salvo con i suoi colori illumina i volti dei suoi ritratti, magari anche di persone che non ci sono più ma che vivono nel nostro ricordo. Tutti possono entrare in contatto con la sua arte semplicemente attraverso i social Facebook Salvo Ardizzone e su Instagram Salvo.Ardizzone.Art.
Se volete contattarlo, magari anche per commissionargli un’opera potete contattarlo su salvoardizzoneart@gmail.com Tantissimi auguri a Salvo e continua su questo percorso artistico.