Il segno. Cattolici ed evangelici in preghiera insieme per le vittime dell’omofobia
Articolo tratto da Popoli, webmagazine internazionale dei gesuiti, 11 maggio 2011
Anche quest’anno saranno organizzate veglie di preghiera «ecumeniche» per ricordare le vittime dell’omofobia.
Dal 12 al 29 maggio, valdesi, cattolici, veterocattolici, metodisti, battisti e anglicani pregheranno insieme affinché le violenze su gay e lesbiche abbiano termine.
L’iniziativa, giunta alla quinta edizione, si terrà in 18 città italiane e in 8 città straniere (Spagna, Perù e Kirghizistan) ed è organizzata dai gruppi cristiani omosessuali con il sostegno di Gionata, il progetto italiano su fede e omosessualità promosso dall’’European Forum of Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender (ndr Christian Groups).
I tanti momenti di preghiera, che precedono e seguono la Giornata internazionale contro l’omofobia (17 maggio), saranno uniti da meditazioni sul versetto del Nuovo Testamento: «Dio ha insegnato a non chiamar profano o impuro alcun uomo» (Atti 10,28).
Le veglie si terranno pubblicamente anche in alcune parrocchie cattoliche a Milano, Cremona (dove lo scorso anno fu il vescovo mons. Dante Lanfranconi a presiederla), Padova, Genova, Firenze e Bologna.
Ma non a Palermo, dove l’arcivescovo mons. Paolo Romeo, il 4 maggio ha ingiunto al parroco di Santa Lucia di non effettuare la veglia in programma per il 12 maggio.
Gli organizzatori, il gruppo di omosessuali e lesbiche cattolici «Ali d’aquila», vista l’impossibilità di ritrovarsi in chiesa hanno annunciato che pregheranno comunque nella piazza antistante l’edificio sacro.
L’omofobia è un fenomeno grave che colpisce anche il nostro Paese. Secondo un rapporto pubblicato da ArciGay, in Italia nel biennio 2008-2009, omosessuali e lesbiche sarebbero stati oggetto di 125 episodi di violenza e aggressione, 15 estorsioni, 9 atti di bullismo, 18 atti vandalici e ben 21 omicidi.
Un fenomeno presente anche nei Paesi del Sud del mondo e, in particolare, in Africa dove l’omosessualità non solo è fonte di discriminazioni, ma è anche perseguita per legge (in alcuni Stati africani è addirittura prevista la pena di morte).
Popoli ha dedicato all’omofobia in Africa un’inchiesta pubblicata sul numero di marzo.