Un pastore sudafricano condannato per i suoi discorsi omofobi
Articolo pubblicato sul sito All 4 Women (Sudafrica) il 31 ottobre 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Un pastore di Città del Capo rischia di finire dietro le sbarre per aver disobbedito all’ingiunzione di un tribunale di astenersi dal fare discorsi antigay, e ha accusato la Commissione Sudafricana per i Diritti Umani (SAHRC) di stare tentando di fare di lui un simbolo: “Possono benissimo rinchiudermi, tanto poi uscirò e continuerò a predicare la stesso messaggio. Tanto vale che mi lascino in galera” ha detto il reverendo Oscar Bougardt.
Bougardt dovrà presto comparire di fronte a un tribunale: la SAHRC vuole comminargli trenta giorni di carcere per ottemperare a una sentenza della Corte per l’Uguaglianza [un organo che si occupa delle pari opportunità per tutti i cittadini, n.d.t.] del maggio 2018. Il reverendo sta preparando la sua difesa formale da presentare in tribunale.
Oscar Bougardt aveva già avuto problemi con la SAHRC nel 2014 per i suoi discorsi ostili verso le persone omosessuali; venne raggiunto un accordo che lo impegnava ad astenersi dal fare simili discorsi, tuttavia ha sempre continuato. Bougardt definisce i gay “pervertiti” e invoca la messa fuorilegge dell’omosessualità: “dovrebbero fare con loro come fanno in Nigeria”.
Nel gennaio 2017 disse al [sito sudafricano] News24 che è d’accordo con il pastore statunitense Steven Anderson sul fatto che l’omosessualità sia peccaminosa: “Perché dovremmo tollerare il loro stile di vita criminale? Il 99% dei pedofili viene dalle fila degli omosessuali. Lo dico perché è stato dimostrato. I comportamenti pedofili derivano da quelli omosessuali. Andate a informarvi”.
Discorsi antigay
Lo scorso anno a Bougardt vennero comminati 30 giorni di carcere, con pena sospesa per cinque anni, per aver disobbedito a un’ingiunzione del tribunale che gli ordinava di astenersi dai discorsi antigay. Secondo il giudice Lee Bozalek della Corte per l’Uguaglianza di Città del Capo, il pastore aveva fatto dei commenti che incitavano all’odio e alla discriminazione; ricopre inoltre una posizione di autorità nella sua congregazione, ed è abbastanza colto e informato da sapere che il suo comportamento può avere conseguenze penali.
Lo scorso mercoledì [30 settembre] si era dichiarato non colpevole, ripetendo di non aver detto nulla di grave o di offensivo nei confronti della comunità LGBTI: “La SAHRC e la comunità LGBTI ce l’hanno con me perché ho portato qui [in Sudafrica] i missionari della Chiesa del pastore Anderson [noto gruppo battista fondamentalista statunitense, accanitamente anti-LGBT, n.d.t.]. Non sono loro a dovermi dire chi invitare”.
“L’omosessualità è un abominio”
Nel 2016, in effetti, al pastore Steven Anderson venne negato l’ingresso in Sudafrica, per volere dell’allora Ministro dell’Interno Malusi Gigaba.
Oscar Bougardt è pastore della Calvary Hope Ministries di Delft, una Chiesa che, a suo dire, predica ciò che dice la Bibbia, ovvero che “l’omosessualità è un abominio”: “Noi non sposiamo le persone omosessuali. Incoraggiamo le relazioni monogame, e non approviamo il sesso prima del matrimonio”. Durante la campagna evangelistica che ha visto i membri andare di casa in casa a Delft, però, a suo dire non è stata fatta nessuna menzione dell’omosessualità.
La sua attività sui media sociali riguarda la Bibbia e la sua predicazione: “Che fine hanno fatto il diritto di associarsi liberamente, la libertà di culto e di parola? La SAHRC non me li porterà via”.
Dopo aver consegnato la sua documentazione [al tribunale], il pastore ha scritto su Facebook che il suo reato “consiste nell’aver predicato la Bibbia”: “Sono veramente stanco di questa persecuzione, ma se è questo il prezzo che devo pagare per l’Evangelo, allora così sia”.
Zena Nair della SAHRC ha detto al [sito LGBT sudafricano] Mamba Online spera di vedere il reverendo Bougardt dietro le sbarre per aver violato l’ordinanza del tribunale.
Testo originale: Anti-gay pastor defies court, says he’ll continue to preach the same message
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