Vedo ora le impronte di Dio, i suoi passi vicino ai miei di lesbica cristiana
Testimonianza inviataci da Emanuela*
Cara Alessia, anche se la mia storia è un po’ diversa, mi sono riconosciuta nella tua lettera. Quante paure ha evocato in me, quanti sentimenti, sensazioni, quanto dolore, quante rinunce. Ad un certo punto di questo mio percorso mi sentivo una castrata d’amore, una donna/ragazza privata della sua possibilità di amare totalmente e crescere nell’amore.
La mia vita era bloccata dai giudizi su di me e sulla mia condizione, giudizi miei, degli altri, della Chiesa e soprattutto il giudizio di Dio, che aveva aperto per me l’inferno in terra.
Mi sentivo fratturata. Non riuscivo ad essere come mi voleva la mia famiglia, i miei amici, Dio e al contempo, non riuscivo ad essere come mi sentivo io. Così ho cominciato, con grande trepidazione e timore, una psicoterapia. Con l’aiuto della terapeuta, ho cominciato a capire delle cose su di me, sulle mie responsabilità nel mantenere quella situazione, sulla mia, ormai improrogabile, necessità di crescere.
Non riconoscevo più l’amore di Dio, anzi, quell’amore proprio non lo volevo più! O meglio, quel Dio non lo volevo più!
Chi era Lui per impedirmi di Amare? Chi era per impedirmi di realizzare i miei desideri più profondi? Di essere me stessa anima e corpo?
Ci ho rinunciato. Gli ho detto, letteralmente –Un Dio così, io non lo voglio, Tu vai per la tua strada che io vado per la mia!-
Quanta rabbia nel mio cuore, quanto dolore. Quando ho rinunciato a Dio mi sono sentita persa, ma anche tanto libera!
Libera di cercare me stessa, la mia Via, la mia Vita, il mio Amore.
Così, ho cominciato a frequentare dei gruppi in cui potevo riconoscermi ed essere riconosciuta per quello che ero.
Ho cominciato ad affrontare dei rischi per me stessa, la mia auto, la mia casa soprattutto e gli oggetti con cui volevo arredarla, la mia vita da sola, le scelte quotidiane.
Al contempo ho cominciato a cercare una via e una vita spirituale in cui potermi riconoscere. Il Buddhismo tibetano, i fratelli Protestanti, la Chiesa Valdese, che mi ha accolto in tutta la mia interezza negli incontri organizzati dalle donne; gli incontri di consapevolezza e di crescita nei conventi e negli eremi, organizzati dai gruppi di gay credenti.
Lì ho conosciuto la realtà dei gruppi come Il Guado, La Fonte, e altri che ora magari non ci sono più, e tanti uomini e donne nella mia condizione, che stavano facendo un percorso spirituale.
E ho cominciato a conoscere e ad amare Dio, a sentirmi amata da Lui incondizionatamente e a sentirmi sanata, guarita, la mia frattura non c’era più. Potrei dire che l’Amore di Dio, il Vero Amore, mi ha guarita.
Ho terminato la psicoterapia, che mi aveva risvegliato e accompagnato in tutto il mio percorso, non solo psicologico, ma anche spirituale, perché, ho capito dopo, lo Spirito soffia dove vuole e si ferma ovunque venga accolto, e i luoghi in cui viene accolto siamo noi, anima e corpo.
Quanta gioia, quanta felicità avevo nel cuore, quanto Amore sgorgava da me senza che io lo chiedessi, senza che lo cercassi, ancora adesso Lo sento e ne vivo.
In tutto ciò ho trovato anche il mio Grande Amore, che conosco da 26 anni e con cui vivo da quasi 24 e che, finalmente, da subito ho potuto accogliere come una benedizione di Dio.
Durante tutto questo percorso, su cui ho riflettuto grazie a te, cara Alessia, posso dire che vedo ora le impronte di Dio, i suoi passi vicino ai miei, e che quanto più i nostri passi si avvicinano, tanto più vivo senza timore e senza giudizio, in me stessa e in Lui.
Un abbraccio da Emanuela, tua sorella nell’Amore per Dio.
* Cari tutti di Gionata.org, anche se non vi leggo sempre, quando lo faccio è con molto piacere e attenzione e trovo spesso spunti, notizie e riflessioni molto interessanti. Ho letto oggi la lettera di Alessia, un percorso che ho trovato simile al mio e che mi ha stimolato ad una riflessione sulla mia vita. Così, ho preso “carta e penna”, (ormai dovrei dire PC e Open Office) non per risponderle, ma per raccontarvi la mia storia. Un caro saluto. Emanuela