Verso dove? Femminismo e teologia in Italia
Articolo di Cristina Simonelli pubblicato su Riforma, settimanale delle chiese evangeliche battiste metodiste e valdesi, il 4 maggio 2018
La forma interrogativa e prospettica del titolo del Seminario annuale del Coordinamento delle teologhe italiane (Cti), in epoca di fragilità istituzionali e di associazionismo, onora il suo 15° anno guardando in avanti. Il 14 aprile infatti si sono riuniti a Roma un centinaio di partecipanti da tutta Italia, teologhe soprattutto e alcuni teologi, di diversa età e di diversa collocazione nel mondo delle pratiche teologiche: docenti e studentesse, giornaliste e giornalisti, socie di realtà importanti come il Segretariato attività ecumeniche, Pax Christi, Presenza Donna.
Una giornata intensa, ospitata dalla Pontificia Università Antonianum, di cui è magnifico rettore suor Mary Melone: una Facoltà di teologia, un luogo accademico cattolico importante che pure porta con sé elementi profetici e dirompenti quali la tradizione francescana e minoritica, e oggi anche ciò che qualcuno può considerare eccezionale, ma è qui ordinario, cioè la «presidenza» di una donna.
Presenze e luoghi che hanno fatto da trama all’intero lavoro, strutturato attorno a due relazioni magistrali che presto saranno a disposizione di un più vasto pubblico: quella di Elizabeth Green, teologa femminista di fama internazionale e pastora battista, attualmente a Cagliari, e quella di Milena Mariani, teologa sistematica esperta soprattutto della teologia del XX secolo, nonché direttrice dal 2012 al 2017 del Corso superiore di studi religiosi (Cssr) di Trento. Quello che ha raccolto insieme le due proposte è infatti rappresentabile con la metafora spaziale evidenziata nell’Antonianum: attraversamento costante delle periferie, dei margini densi di vita che ogni centro crea e da cui – reciprocamente ma non automaticamente – ogni centro può essere interpellato e messo in discussione.
Così è per il rapporto donne e teologia, indagato in due focus tematici, distinti eppure connessi, ben oltre il sottotitolo – riflessioni e prospettive – che li accomuna. Molti aspetti infatti legano Fede e femminismo, proposto da Green, alla ricognizione dei luoghi accademici e formativi della Teologia in Italia realizzata da Mariani.
Le donne infatti, soggetto politico ed ecclesiale pervicacemente spinto ai margini delle società e delle chiese, sempre hanno elaborato strategie di resistenza e punti di vista significativi, e dal secolo scorso, sia pure a macchia di leopardo, hanno messo in discussione e trasformato non solo la loro marginalizzazione, ma la mappa stessa.
Per questo alcune hanno addirittura parlato di «morte del patriarcato», il quale tuttavia, come acutamente ha osservato Elizabeth Green, proprio come il capitalismo, mostra capacità camaleontiche e dà anche non piccoli segni di ripresa. Si tratta dunque di non perdere l’eredità, ormai consistente, di pensieri e pratiche, ma anche di attraversarla in forma critica e dinamica, perché differenza e genere sono categorie analitiche e trasformative e dunque non possono essere assunte in forma rigida e statica.
Il Coordinamento Teologhe Italiane (CTI), infatti, è un’associazione che «raccoglie teologhe delle diverse tradizioni cristiane» e ha come obiettivo prevalente quello di «promuovere e valorizzare gli studi teologici in prospettiva di genere» (http://www.teologhe.org/chi-siamo/statuto/). Tale prospettiva è assunta tuttavia in maniera critica, non ignara della storia ricca ma anche complessa del pensiero della differenza e degli studi di genere/gender/postgender e delle relazioni di questo femminismo, uno e plurale, con la fede e con la teologia: Green ci ha infatti magistralmente condotto a considerare questi aspetti con parresia e profondità spirituale, attraverso una vasta bibliografia internazionale.
Il femminismo ne risulta «fuori sesto», come nel recente volume curato da Diotima: perché dissestato, non garantito nel successo e nella trasmissione fra generazioni, ma anche perché proiettato profeticamente «oltre», oltre gli assetti e oltre i confini, verso mete evangelicamente inclusive. Il viaggio di Maria, che senza aver ricevuto alcuna indicazione, da sola, va dalla Galilea a Gerusalemme a trovare Elisabetta può essere cifra del cammino fatto e di quello che ancora ci aspetta, passi, gesti, voci, radicati e capaci di far spazio all’Alterità.
Il pomeriggio è stato dedicato all’esame dell’insegnamento teologico, nel quadro della «anomalia italiana», cioè l’assenza di facoltà di teologia nel sistema universitario statale che dura ormai dalla fine del XIX secolo. In Italia operano la Facoltà valdese e quella avventista e le Facoltà cattoliche, distinte in Pontificie e legate alla Conferenza episcopale.
Il sistema cattolico è complicato, ulteriormente suddiviso in percorsi diversi (Scuole di formazione teologica, Istituti superiori di Scienze religiose, Studi affiliati che sono soprattutto Seminari, e Facoltà) ed è attualmente in fase di ristrutturazione: Milena Mariani ci ha condotto attraverso questo «stato avanzamento lavori»