Visto da lei. Ricordando il mio Pride all’ombra del Vesuvio
Testimonianza di Cinzia del gruppo Ali d’aquila di Palermo del 9 luglio 2010
Il mio arrivo a Napoli è anticipato di due giorni rispetto all’inizio del pride. Giro per i vicoli di Napoli, Spaccanapoli appunto, rovistando fra i negozi di personaggi di presepe e fra i chiostri meravigliosi delle Chiese napoletane, alla ricerca di parte delle radici di mia madre che appunto in questa città fece le scuole superiori e con l’intento di portar lei in vacanza, fra qualche mese, come da suo desiderio.
Il Duomo di Napoli, magnificente e pieno di eccessi di ricchezza esorbitante ed esagerata, e nella stessa zona la Chiesa valdese, semplice nella struttura ed essenziale in tutto.
All’arcivescovado cattolico di Napoli devi riuscire a superare i tornelli e farti dare un badge se vuoi entrarvi; della foresteria valdese han tutti le chiavi, così tanti che si è pure perso il conto, perché la condivisione è regola fraterna per i valdesi!
Il pride inizia con i carri che con i megafoni gridano alla gente affacciata ai balconi “Scennete signò (ndr scendete signori), che fate lì a casa, vi aspettiamo!!!”. Il gruppo di gay cristiani di Napoli, Ponti sospesi, porta uno striscione bellissimo e anche loro sono in tanti ad esser visibili, con mia grande sorpresa!
Poi, di seguito, il gruppo di Nuova proposta da Roma e poi Milano e poi ancora il NEB (ndr Narciso e Boccadoro) di Rimini…. mi aggiungo a loro….d’altra parte ne ho fatto parte e li sento vicini, molto!
Distribuiamo volantini dei gruppi di gay credenti italiani fra la sorpresa di molti e l’indifferenza di pochissimi! Fatica, grande fatica ma soddisfazione fra gazebo in piazza del Plebiscito e sfilata interminabile!