Le parole della teologia: apocatastasi
Riflessioni di Abigaïl Bassac* pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 28 gennaio 2019, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
È un termine che torna utile quando si rivolge l’attenzione alla questione della salvezza e dei suoi destinatari. La salvezza è riservata ad alcuni privilegiati, scelti da Dio ancor prima della creazione, oppure a chi riconosce Gesù come Salvatore, oppure ancora a chi tiene un comportamento approvato dalla morale? La risposta che il credente dà a questa domanda la dice lunga sulla sua concezione di Dio.
In greco apokatastasis panton significa restaurazione di tutte le cose. L’espressione si trova nel Nuovo Testamento (Atti 3:21) e il concetto che designa si ritrova al centro di numerosi dibattiti teologici durante i primi secoli del cristianesimo, l’epoca in cui sono stati sviluppati i grandi dogmi. Il Padre della Chiesa Origene (ca. 185-254) ne è uno dei principali difensori.
Purtroppo questa dottrina è stata condannata come eretica nel VI secolo, eppure ai giorni nostri vi aderisce un grande numero di credenti. Ma qual è il senso che possiamo darle?
“Apocatastasi” significa che tutto verrà restaurato; nel contesto della teologia cristiana, aderire a questa dottrina significa affermare che la salvezza è universale, ovvero destinata a tutti. No, la salvezza offerta da Dio non è riservata ad alcuni; quali che possano essere i criteri creati per restringere la sua salvezza, non cambia nulla, rimane comunque un’affermazione inaccettabile.
La salvezza, dono di Dio che si rinnova ogni momento, è ciò che ci strappa dall’assurdità e dalla morte, da tutto ciò che soffoca la vita. Sì, è un dono destinato a tutti, quali che siano le nostre condizioni.
Per me, affermare l’apocatastasi non significa scommettere sulla vita dopo la morte, bensì affermare che tutti noi possiamo vivere in pienezza qui e ora, che quella vita, di cui non sospettiamo nemmeno l’esistenza, può cominciare in qualsiasi istante, per ciascuno di noi.
* Abigaïl Bassac ha conseguito un master alla Scuola Pratica di Alti Studi (sezione di scienze religiose) e ne sta conseguendo un altro in teologia a Ginevra. Lavora come assistente all’Istituto Protestante di Teologia (facoltà di Parigi) e caporedattrice aggiunta di Évangile et Liberté.