“E voi chi dite che io sia” (Mc 8, 29)
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* tratte dal blog jesuslovesgays (Stati Uniti) del 12 settembre 2012, liberamente tradotte da Adriano C.
“Egli domandò loro: «E voi, chi dite che io sia?» E Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo»” (Mc 8, 29). Nella lezione del Vangelo di questa settimana, Gesù pone ai suoi discepoli una domanda alla quale tutti noi dobbiamo rispondere: “E voi chi dite che io sia?”
Marcus Borg, nel suo libro “Meeting Jesus again for the first time” (Incontrare Gesù di nuovo per la prima volta), dice che ci sono fondamentalmente due immagini diffuse di chi sia Gesù, che la maggior parte delle persone tiene in considerazione. La prima di queste immagini è Gesù come “Salvatore divino.”
Questo punto di vista di Gesù è probabilmente quello che riassume al meglio le parole di Giovanni 3, 16: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” Si tratta di una visione di fede o di “credenza di base” della persona di Gesù, la cui speranza è quella che la nostra fede ci spinga ad agire per mezzo delle nostre convinzioni religiose.
La seconda di queste immagini è di un Gesù come “maestro”. Questa immagine viene privilegiata da coloro che non sono sicuri di come utilizzare le argomentazioni dottrinali su Gesù, sostenute dalla tradizione cristiana. Quando queste argomentazioni vengono archiviate, ciò che rimane è la figura di Gesù come un grande maestro.
I suoi insegnamenti morali possono essere compresi in termini piuttosto generali, come il Grande Comandamento e la Regola d’oro, o in termini molto specifici come un codice abbastanza ristretto della rettitudine. Ma in entrambi i casi, il tipo di vita cristiana che scaturisce da questa immagine di Gesù consiste “nell’essere buono” e cercando di vivere come Gesù ci ha insegnato.
Borg dice che entrambe queste immagini non sono sufficienti. Egli suggerisce che “nella vita non si tratta di avere fede o di essere buoni, piuttosto, si tratta di un rapporto con Dio che ci coinvolge in un viaggio di trasformazione.” In altre parole, la nostra comprensione di Gesù è radicata principalmente nella nostra esperienza del Cristo vivente, che si muove nella nostra vita e ci cambia di giorno in giorno.
È una visione di Gesù che può avere elementi di fede e di fare del bene, ma è il rapporto che abbiamo con Cristo, che viene evidenziato prima di tutto. Voi chi dite che io sia? Oltre a vedere Gesù come un salvatore e un insegnante, un altro modo in cui personalmente sono giunto a considerare Gesù, è come un “riformatore sociale”.
Con questo intendo dire che Gesù ha costantemente e coerentemente sfidato i pregiudizi ancestrali ed i sistemi oppressivi del suo tempo. Aveva un posto speciale nel suo cuore per i calpestati e gli oppressi.
Come uomo omosessuale, è questo l’aspetto del ministero di Gesù che da sempre mi ha affascinato. Amo le storie delle molte volte in cui egli ha trasgredito i confini sociali, politici e religiosi, per giungere a ricordare agli emarginati che anche loro sono figli amati da Dio.
Non so come si possa leggere i brani come “Il gran convito” (Lc 14) e “La Samaritana al pozzo” (Giovanni 4) e, come persone LGBT, non riuscire ad identificarci in queste storie. Gesù ricorda a tutti noi che attraverserà tutte le barriere che si interpongono tra noi e lui, in modo fa farci scoprire l’amore di Dio, la grazia, la misericordia e il perdono.
E voi chi dite che io sia? Ci sono molte risposte a questa domanda. Come rispondereste voi?
* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays
Testo originale: Who Do You Say That I Am?