Ci sono dei ruoli di genere nella bibbia?
Testo di Austen Hartke tratto da “Transforming: The Bible and the Lives of Transgender Christians” (Trasformazioni. La Bibbia e le vite dei cristiani transgender), editore Westminster John Knox Press, 2018, 225 pagine), capitolo 5, liberamente tradotto da Diana di Torino, revisione di Giovanna di Parma
Dobbiamo porci le stesse domande su quello che alcuni cristiani definiscono “ruoli biblici di genere”. La dottrina che sostiene i ruoli biblici di genere in molti circoli evangelici proviene oggi dal Concilio sulla Mascolinità e Femminilità Biblica (CBMW), gruppo formatosi nel 1987 “per esporre l’insegnamento della Bibbia sulle differenze complementari tra uomini e donne”.
Secondo il documento di fondazione del CBMW, la mascolinità biblica appare “amorevole, un’autorità amichevole”, mentre la femminilità biblica appare “intelligente e volontaria sottomissione”. Rachel Held Evans, una studiosa che ha cercato di vivere per un anno mettendo in pratica tali principi, descrive così il modello: “La sottomissione biblica secondo il CBMW richiede che le donne si sottomettano ai mariti come coloro che le mantengono, si rimettano a loro per quanto riguarda le decisioni sulla famiglia, gli uomini sono leader spirituali sia a casa che in chiesa e inoltre le donne non devono perseguire una carriera che le ponga in una condizione di autorità sugli uomini”. In breve, complementarietà e ruoli biblici di genere insistono sul fatto che gli uomini sono creati per comandare e le donne per obbedire e che questi due generi sono fondamentalmente diversi, ma devono essere accoppiati.
I cristiani che sostengono tali punti di vista citano parecchi versetti biblici a supporto delle loro idee tra cui Genesi 2. In questo passaggio leggiamo un’altra versione della storia della creazione, in cui Adamo ed Eva vengono creati in tempi diversi. In Genesi 1 Dio crea i primi due esseri umani nello stesso momento, ma in Genesi 2:7 leggiamo: “E l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale; e l’uomo divenne un’anima vivente”. È molto più tardi nella narrazione, quando Dio ha già creato il giardino dell’Eden, che entra in scena un altro essere umano. In Genesi 2:18 Dio dice: “Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che gli sia convenevole”. Dio porta ogni animale creato ad Adamo, sperando di trovare il compagno adatto, ma sfortunatamente Adamo non si appassiona a nessuno di loro. Infine Dio addormenta Adamo e gli prende una costola con cui crea Eva. Quando la vede per la prima volta Adamo esclama: “Essa finalmente è ossa delle mie ossa e carne della mia carne; sarà chiamata Donna, perché dall’Uomo è stata tolta”. (Genesi 2:23)
Quando i complementari leggono questo testo notano che Adamo è stato creato per primo ed Eva viene descritta come “compagna” (in alcune traduzioni “aiutante”) – prova che la donna è stata creata in un periodo successivo. Il problema di considerare le donne create successivamente ad Adamo in Genesi 2 potrebbe far facilmente sostenere, come fanno alcune donne, che Dio col primo prototipo di uomo ha fatto solo una prova per poi incoronare con Eva la creazione. In queste storie non si capisce bene se è meglio esser creati prima o dopo.
Poi esaminiamo la parola “aiutante”. Significa davvero che Eva è stata creata come una specie di segretaria di Dio? Rachel Held Evans pensa di no, e le parole ebree ezer kenegdo, usate per descrivere Eva, hanno un significato molto più profondo. Ezer, aiutante, viene usata nel Vecchio Testamento con riferimento a tre popoli o tipi di popoli: due volte per riferirsi a Eva e tre volte per riferirsi alle nazioni che aiutano militarmente Israele e sedici volte per riferirsi a Dio, aiutante del popolo ebreo. L’altra parola della frase, kenegdo, significa “dello stesso tipo”; così quando Adamo vede per la prima volta Eva, esclama che “è carne della sua carne”, un’affermazione perfetta – condividono un legame speciale, gli unici due della loro specie.
Inoltre alcuni teologi contrari alle persone LGBTQ pensano che questa divisione di un essere umano in due ci mostri che uomini e donne sono creati eterosessuali e cisgender con l’imperativo biologico e teologico di riunirsi sessualmente e nel matrimonio.
Il teologo James Brownson mette in discussione questo concetto, quando sottolinea che il testo di Genesi 2 ritrae il matrimonio come soluzione non per l’“incompletezza”, ma per la “solitudine”. Non è il sesso o il genere di Adamo o la mancanza di tali caratteristiche a causare il problema – piuttosto il desiderio di relazioni e comunità.
Inoltre, invece di suggerire che Adamo ed Eva, o uomini e donne, sono stati creati diversi gli uni dagli altri, Brownson fa notare il riconoscimento di Adamo della loro somiglianza. Conferma che “il movimento primario nel testo non è da unità a diversità, bensì da isolamento di un individuo alla profonda benedizione di una parentela e comunità condivise”.
Ora che abbiamo un’idea di quanto il Cristianesimo ha fatto con l’espressione di genere e ruoli di genere, diamo uno sguardo a cosa significhino tali teorie per i cristiani transgender nella loro vita quotidiana.
> Altri brani tratti da “Transforming. La Bibbia e le vite dei cristiani transgender”