Cattolica e laica, la Francia discute sul matrimonio gay
Articolo di Steven Erlanger del 9 gennaio 2013 pubblicato sul New York Times (Usa), liberamente tradotto da Marius
Parigi. Frigide Barjot ha raggiunto il successo prendendo in giro la dirigenza francese, indossando maglioni rosa fluorescenti, suonando in una band chiamata “ Dead Pompidous”, e conducendo una serata di filosofia in cui lei distribuiva magliette con il logo, “Kierkegaard è il mio compaesano”.
Ma la signora Barjot, all’anagrafe Virginie Merle, 50 anni, ha anche riscoperto le sue radici religiose, scrivendo un libro intitolato “Confessioni di una cattolica alla moda”. In Francia è diventata una delle protagoniste e delle voci dell’aspro dibattito sul matrimonio gay, sui diritti di adozione e sul finanziamento statale per l’assistenza alla procreazione.
In un certo senso, si tratta di un dibattito sincero e confuso, tanto quanto l’impegno della Barjot.
Nonostante il suo amore per la parodia e il suo sostegno dei diritti delle coppie omosessuali, la Barjot si oppone fermamente al matrimonio gay, e soprattutto a quella di proposta di legge in cui si permetterebbe alle coppie gay sposate di adottare dei bambini ed essere riconosciute come i loro genitori. Domenica, lei aiuterà a guidare una grande manifestazione denominata “La Manif Pour Tous”, o “dimostrazione per tutti”, séguito di una protesta iniziata nel mese di novembre.
Legalizzare il matrimonio gay – “matrimonio per tutti” – era una promessa elettorale del presidente socialista François Hollande, che si è rivelata spinosa creando divisioni in Francia, repubblica laica, ma che rimane un paese essenzialmente cattolico in cui pochi vanno in chiesa. Egli ha promesso di promulgare la legge entro un anno dal suo insediamento, lo scorso maggio, e il suo progetto di legge andrà all’esame e alla discussione del Parlamento entro la fine di questo mese.
I matrimoni omosessuali si celebrano in una dozzina di paesi e in almeno 9 dei 50 Stati Uniti d’America, mentre è costituzionalmente vietato in altri. Ma il matrimonio gay non era un grosso problema nella campagna presidenziale del 2012, e ci sono un certo numero di cause di legittimità presso la Corte Suprema.
In Francia, i capi religiosi si sono coinvolti profondamente, sostenendo che il governo dovrebbe essere cauto prima di ridefinire l’istituzione del matrimonio e la legalità della “condizione di genitori”. Il rabbino capo di Francia, Gilles Bernheim, ha messo in guardia circa la superficialità con cui si tratta l’idea che il genere sessuale è diventato ” un ruolo sociale che scegliamo noi stessi”, invece di “un fattore naturale dato all’uomo che deve accettarlo”.
Papa Benedetto XVI ha citato il rabbino Bernheim in un discorso di Natale opponendosi al matrimonio gay, asserendo che le persone sbagliano nel “negare la loro natura e decidere che non è qualcosa che è stata data a loro in precedenza, ma che essi stessi creano”. Ha tracciato un parallelo tra quelli che deplorano “la manipolazione della natura” , fatto che “riguarda il nostro ambiente”, ma lo definisce come “scelta fondamentale dell’uomo, che riguarda lui stesso.”
L’intervento dei capi religiosi contrari, compresi i musulmani, ha provocato una sorta di tumulto, soprattutto tra i sostenitori del governo socialista. Il ministro dell’ istruzione, Vincent Peillon, ha anche messo in guardia le scuole parrocchiali circa i dibattiti in aula sul riconoscimento del matrimonio gay e dell’adozione da parte di omosessuali, come richiamo a una minaccia per la laicità francese, e accusando il feroce attacco verbale cattolico.
“Per fare un bambino, servono un uomo e una donna”, ha detto la Barjot – “ Per una coppia gay diventare genitori legali di un bambino “è del tutto contrario alla realtà”.
Lei è molto felice che le coppie gay abbiano lo status ufficiale e tutela legale. “Il problema non è l’omosessualità, ma la procreazione umana”, afferma – un bimbo ha necessità di avere un legame di affiliazione legale e di poter avvicinare i suoi genitori biologici.
Hollande e il suo governo dicono che sono stati eletti su una piattaforma chiara, che passerà la legge del “matrimonio per tutti”, e che deciderà la legislatura dello stato, non la strada.
Però, da attento stratega politico, Hollande ha detto che vuole tenere separato dal diritto matrimoniale la richiesta, fatta al governo da alcuni parlamentari socialisti, di legalizzare anche l’accesso al finanziamento statale da parte delle coppie lesbiche sposate che cercano di avere figli. Su questo tema, Hollande dice di non avere idee chiare, il che significa che egli non sostiene questa idea.
Testo originale: At Once Catholic and Secular, France Debates Gay Marriage