Il coming out. Due atteggiamenti di fronte alla chiesa
Riflessione pubblicata sul blog Journal d’une lesbienne catholique (Francia) il 18 agosto 2008, liberamente tradotta da Marco Galvagno
Ammettere la propria omosessualità vuol dire mettersi molta gente contro. Chi di voi non ha provato tutto questo il giorno del proprio coming out? Gli amici che non si fidano più, i genitori delusi che vi rifiutano, i compagni che vi prendono in giro.
Quando si avrebbe bisogno di essere sostenuti, si viene rifiutati dalle persone che ci sono più care. A questo punto possono manifestarsi due comportamenti nei confronti della religione.
Vi sono quelli che prendono le distanze dalla religione perché ritengono che sia un luogo in più in cui regna l’omofobia e si sentono rifiutati anche da Dio. Vi sono quelli che, al contrario, trovano conforto nella religione e si sentono amati da Dio e dalla Santa Vergine nonostante il rifiuto degli uomini.
Io faccio parte della seconda categoria, di quelli che quando si sentono soli e vittime d’ingiustizia non danno la colpa a Dio ma agli uomini e anzi sperano che il Padre dia loro ragione e la forza per rispettare ed amare il prossimo.
Di quelli che, dopo aver recitato il rosario, provano un senso di pace e di conforto, di quelli che pensano che un giorno andranno in paradiso anche se sono gay o lesbiche, perché nella vita saranno stati più buoni, generosi, aperti al prossimo e religiosi di molte persone eterosessuali.
Testo originale: Avoir la foi quand on est homo, ça peut aider !