Oltre i pregiudizi. Essere omosessuale nonostante la mancanza di accettazione
Articolo di Daniel Shoer Roth pubblicato su About en Español (USA), liberamente tradotto da Francesca Macilletti
Il cammino verso l’accettazione per le persone gay può essere lungo e, in molti casi, incappiamo in seri ostacoli, tra cui i pregiudizi che la società ci ha inculcato sugli omosessuali a partire dalla nostra infanzia. I pregiudizi germogliano coi commenti dei nostri genitori, degli insegnanti, dei compagni, dei sacerdoti e dei mezzi di comunicazione che spesso rappresentano i gay utilizzando stereotipi.
Migliaia di persone gay riescono a trovare il coraggio di ammettere il loro orientamento sessuale e fare coming out. Non c’è un età per farlo. Per tutti arriverà quel giorno e il processo potrebbe essere doloroso. Ciononostante, molti non ci riescono per paura della reazione che la società e le loro famiglie potrebbero avere, ma anche perché non riescono a comprendere i loro desideri trovandosi in un profondo stato di negazione.
Se sei consapevole del tuo orientamento sessuale ma hai difficoltà ad accettarlo, cosa potresti fare per riuscire in questo intento? Per saperlo, About en Español ha intervistato il dottor Omar Mejìa, noto psicoterapeuta che non ha peli sulla lingua e che dice le cose apertamente per il bene dei suoi pazienti e degli uditori delle sue conferenze.
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Se una persona gay desidera accettarsi, quali sono i primi passi che deve compiere?
Per prima cosa, deve accettare il fatto che non si accetti. Deve capire che, chi non lo accetta, sono la mente e il condizionamento che gli è stato inculcato. Per esempio, mia madre diceva sempre “fin tanto che i miei figli non sono ladri o altro…”. Ovviamente, da ciò appresi il pregiudizio – e questo non posso cancellarlo dalla mia mente.
Quello che devo fare è accette il fatto di avere dei pregiudizi, e quando lo accetto posso agire basandomi sui miei valori. Prima di tutto ci si deve rendere conto che tutti noi abbiamo pregiudizi e dobbiamo riconoscerlo, ammetterlo, accettarlo e fare un compromesso per ricordare costantemente a noi stessi che li abbiamo. Col riconoscimento e l’accettazione di noi stessi, arriva l’accettazione del fatto di essere omosessuali e la cessazione della paura che ci permetterà di amarci così come siamo.
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Che consigli darebbe a qualcuno che vorrebbe fare coming out ma che ha paura di farlo?
Sentire la paura, capire da dove ha origine, conoscere la sua mente; rendersi conto delle sue sensazioni, del suo pensiero e delle sue rispettive reazioni. Non dobbiamo identificarci con quello che la mente ci dice. Se questa ti dice che i tuoi genitori ti rifiuteranno per il fatto di essere gay, sappi che questo non è amore. Se un padre rifiuta suo figlio per il solo fatto di essere gay, non lo accetta e non lo ama così com’è: questo non è amore. Per fare coming out devi accettare l’ansia che si fonde ai pensieri. Tu non sei la tua testa.
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Se avesse un figlio gay, cosa gli direbbe?
I genitori di figli gay devono lavorare sulle loro paure e vergogne: hanno paura che la società li rifiuti e si sentono colpevoli. Ma nessuno è colpevole, perché tutto sembra indicare che le persone gay nascano gay. Allo stesso tempo, i padri si sentono privati dall’avere una relazione autentica con i propri figli, i quali si vedono obbligati a nascondersi e a vivere in un mondo di facciata.
A mio figlio direi che la mia mente ha pregiudizi che ho appreso ma che non mi farò governare da essi, che questi pregiudizi non mi impediranno di amare mio figlio, perché l’amore viene dal cuore, dove non ci sono pensieri e, quindi, neanche pregiudizi.
Gli direi che è il benvenuto in casa mia, che la relazione con lui è un’opportunità per me, un momento sacro per conoscere i miei pregiudizi, per crescere, maturare e poter amare sinceramente.
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Testo originale: Aceptar la falta de aceptacion