Allora Gesù, fissatolo, lo amò (Mc 10, 21) Il mio coming out
Riflessioni di S.* pubblicate su NoemiForum il 7 Giugno 2010
Sottoscrivo la necessità vitale di “una chiarezza con se stesse, un ambiente di lavoro gratificante, una casa, una rete di amici” e concordo pienamente sull’esito mortifero che potrebbe avere un coming out privo di queste basi. Ogni cosa a suo tempo.
Nell’attesa di avere un lavoro gratificante e una casa, avendo per per ora conquistato il primo e l’ultimo punto, talvolta mi concedo delle orette di silenzio in cui comincio a prendere la rincorsa prima di fare il grande salto…
Condivido in punta di piedi alcune dei pensieri che ho macinato… Da qualche tempo mi domando se il coming out non sia un passo di vita cristiana autentica, non sia la risposta alla vocazione di Dio che chiama a testimoniare la ferita di quello sguardo d’amore…
Mi domando se le paure che ancora ci bloccano, non siamo in verità una mancanza di parresia, un trattenersi, un attaccarsi a una certa sicurezza o ricchezza che ci rassicura, che ci fa abdicare alla chiamata che Dio ci rivolge in questa storia, con e in questo corpo. Mi domando quale Volto di Dio possiamo annunciare se copriamo il nostro volto con delle maschere, se non facciamo il passo di fidarci, “Vieni e seguimi”…
Mi piace accostare la fotografia del giovane ricco che si allontana triste in Marco 10 con la parola di Gesù in Giovanni 16… “E nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”; mi piace leggere in questo accostamento lo scarto tra la paura di lasciare una gioia che già conosciamo e che ci appartiene e la promessa di una Gioia a caro prezzo, che passa attraverso i dolori del parto, ma che è custodita da Dio, che non realizza i nostri desideri, ma mantiene le sue promesse, come diceva il saggio Bonhoeffer.
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“Valeu a pena? Tudo vale a pena se a alma nao é pequena” (Valeva la pena? Ne varrà la pena se l’anima non è angusta)
Fernando Pessoa
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* Ringraziamo l’autrice per averci autorizzato a pubblicare queste sue riflessioni personali.