Cambiare o bruciare. Islam e omosessualità
Articolo tratto dal sito di The Economist (Inghilterra) del 4 febbraio 2012, liberamente tradotto da Silvia Renghi
Un opuscolo mostrava una bambola di legno appesa a un cappio e suggeriva di bruciare o di lapidare gli omosessuali. “Dio vi disprezza”, si leggeva su un altro depliant. Un terzo avvertiva i gay: “Cambiate o bruciate all’inferno”. Tre uomini musulmani che consegnavano gli opuscoli nella città inglese di Derby sono stati condannati per crimini legati all’odio il 20 gennaio (2012). Uno di loro, Kabir Ahmed, ha detto che era suo dovere di musulmano “dare questo messaggio”.
Quel messaggio — almeno agli occhi dei puristi religiosi — è una condanna senza compromessi. I sette paesi che impongono la pena di morte per omosessualità sono tutti musulmani. Anche quando i gay non vanno incontro all’esecuzione, la persecuzione è endemica. Nel 2010 un uomo saudita è stato condannato a 500 frustate e cinque anni di carcere per aver fatto sesso con un altro uomo.
Nel febbraio dello scorso anno, la polizia in Bahrein ha arrestato decine e decine di uomini, per lo più altri cittadini del Golfo, a una festa “gay”. Gli uomini gay iraniani tipicamente vengono processati sulla base di altre accuse inventate. Ma nel settembre dello scorso anno tre furono giustiziati in modo specifico per omosessualità. (Le lesbiche nei paesi musulmani tendono ad avere più fortuna: in Iran vengono condannate a morte solo alla quarta sentenza di colpevolezza.)
I gay e il loro comportamento potranno anche essere rari nei paesi a maggioranza musulmana, ma “nella vita mai dire mai”.
I paesi con leggi molto dure, come l’Arabia Saudita, hanno fiorenti scenari gay a tutti i livelli della società. La temibile polizia della Siria arresta raramente gay. Sibkeh park a Damasco è un luogo per bambini pieno di alberi durante il giorno. Di notte è noto per gli uomini giovani che si soffermano sulle panchine o sui muretti. Gli afgani ricchi acquistano i Bacha Bazi (i ragazzi per giocare) come efebi.
Dove le leggi sono più “morbide”, le autorità trovano altri modi per reprimere. Nella capitale giordana, Amman, hanno fatto irruzione in diversi luoghi di ritrovo gay o li hanno confinati.
Anche dove l’omosessualità è legale (come in Turchia), la censura ufficiale può essere feroce. Un ex ministro per gli affari delle donne, Aliye Kavaf, la definiva “una malattia”; il ministro degli interni, Idris Naim Sahin, la citava (insieme con lo Zoroastrismo e il mangiare carne di maiale) come esempio di “disonore, immoralità e situazioni disumane”. Un nuovo film, “Zenne Dancer”, ritrae l’omicidio di un giovane uomo, avvenuto nel 2008, come la prima “uccisione d’onore” gay turca (il sospetto, padre della vittima, è in fuga).
L’accusa di omosessualità può essere utilizzata anche nella repressione politica. Il leader dell’opposizione malese, Anwar Ibrahim, due volte fu processato per sodomia; il procuratore generale si sta appellando contro l’assoluzione più recente. L’intolleranza può unire, altrimenti, fazioni in guerra.
In Nigeria i musulmani e i cristiani conservatori mettono al bando una proposta di legge che vieta il matrimonio gay (e indirettamente criminalizza tutti le unioni dello stesso sesso). Gli sconvolgimenti democratici della primavera araba hanno portato poco conforto.
Hossein Alizadeh della International Gay and Lesbian Human Rights Commission, un gruppo che si trova a New York, dice che il risveglio religioso sta rafforzando la linea dura delle interpretazioni dell’Islam e una reazione repressiva su tutti i tipi di problemi relativi al sesso. Ma le leggi lasciate indietro dagli ex regimi in paesi come la Tunisia e l’Egitto sembrano abbastanza draconiane da soddisfare i nuovi governi.
Un’inquietante negazione è l’Iraq. Il precedente regime iracheno era politicamente repressivo ma non infastidito dalle usanze sessuali. Ora gli uomini anche solo sospettati di essere gay vengono rapiti, stuprati, torturati e uccisi in modo extragiudiziale. Ali Hili, capo di un gruppo chiamato LGBT iracheno, (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali) dice che dall’invasione del 2003 più di 700 persone sono state uccise a causa della loro sessualità. È il posto più pericoloso al mondo per le minoranze sessuali, dice.
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Teologia o tecnologia
Una piccola fonte di speranza è internet: stare online offre ai gay sicurezza, segretezza e la possibilità di promuovere la loro causa. In una campagna chiamata “We are everywhere” i gay e le lesbiche iraniani protestano con video su Facebook. In uno, dal titolo “Ali the Queer”, un uomo parla del suo desiderio di un mondo in cui coloro che si discostano dallo standard eterosessuale non siano più considerati innaturali o anormali. Tuttavia, un video appena postato dagli Emirati Arabi mostra un uomo gay effeminato, essendo “guarito” da due uomini eterosessuali.
Internet offre anche la possibilità di discutere la questione fondamentale: il divieto islamico all’omosessualità. Questo è basato su un racconto (comune a tutte le tre religioni abramitiche, anche se differiscono in alcuni particolari) di un uomo chiamato Lot e le città di Sodoma e Gomorra. Queste furono travolte dal fuoco e dallo zolfo come punizione divina per la tendenza locale verso l’omosessualità.
All’inizio le società islamiche seguivano una linea meno dura. Un sovrano persiano dell’XI secolo consigliò al figlio di alternare i suoi partner stagionalmente: giovani uomini in estate e le donne in inverno. Molte delle poesie d’amore dell’ottavo secolo di Abu Nuwas a Baghdad e di altri poeti persiani e Urdu, erano rivolte ai ragazzi.
Negli scritti mistici medievali, in particolare i testi di Sufi, non è chiaro se l’amato sia un ragazzo adolescente o Dio, fornendo quasi una sanzione religiosa per i rapporti tra uomini e ragazzi. Austeri cronisti europei si adiravano davanti agli atteggiamenti indulgenti per il sesso gay nelle corti dei Califfi (ora c’è la censura).
Come i liberali ebrei e gli studiosi cristiani negli ultimi decenni, alcuni pensatori musulmani stanno riscoprendo la tolleranza teologica. “Il Corano non condanna l’omosessualità”, dice Scott Siraj al-Hagg Kugle, un musulmano americano convertito che insegna studi islamici all’Emory University di Atlanta. La storia di Lot, sostiene, si occupa di stupro maschile e violenza, non di omosessualità in generale. I teologi ed i giuristi classici islamici si sono principalmente interessati alla soffocante lussuriosa immoralità, dice. I versetti coranici descrivono senza condanna uomini che non hanno alcun desiderio sessuale per le donne.
Arash Naraghi, un accademico iraniano presso il Moravian College in Pennsylvania, suggerisce che i versetti che denunciando l’omosessualità, come quelli relativi alla schiavitù e alla cosmologia tolemaica, derivano da credenze comuni al tempo della scrittura e dovrebbero essere riesaminati. Anche Sheikh Muhammad Hussein Fadlallah, l’ultimo leader spirituale del partito con milizia Hezbollah libanese, ammetteva che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere l’omosessualità.
Non sorprende che il dibattito così com’è sia guidato da gay musulmani al di fuori del mondo islamico. Anche se i loro diritti sono meglio protetti, possono comunque soffrire d’intolleranza — come è stato evidenziato al processo a Derby il mese scorso. Nelle città europee con un sacco di immigrati musulmani poveri e pii, la politica comunale porta alcune alleanze bizzarre.
Ken Livingstone, un politico londinese di sinistra con un grande primato in fatto di lotta per i diritti degli omosessuali, ha accolto, in passato, Yusuf al-Qaradawi, un religioso musulmano americano proveniente dall’Egitto che supporta la pena di morte per omosessualità. Nei paesi musulmani gli attivisti hanno per lo più evitato le insidie del dibattito teologico. Gruppi come Helem, un’ONG libanese, utilizzano invece il linguaggio secolare dei diritti umani, citando le dichiarazioni delle Nazioni Unite.
Il Signor Alizadeh vede il progresso, anche se lento. Anche alcuni religiosi musulmani, il gruppo più resistente alla riforma, si stanno smuovendo. Dopo gli attacchi agli uomini gay in Iraq nel 2009, Muqtada al-Sadr, un ardente clerico Shia, ha condannato le uccisioni.
Ha detto che la “depravazione” dell’omosessualità dovrebbe essere sradicata, ma attraverso “predicazione e orientamento” piuttosto che con violenza. Gli ottimisti lo vedranno come un progresso, un tipo ‘di progresso’.
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Testo originale: Islam and homosexuality