Belinda & Wendy. L’amore di due donne al di là dei confini
Testo tratto da Newsletter Ecumenici, anno VIII, n.29, Febbraio 2008
Ricorda Belinda “non sapevo neanche cosa volesse dire essere lesbica. L’unica cosa certa è che sono cattolica, e quando cominciai ad essere attratta dalle donne per me fu terribile”.
Poi “conobbi Belinda, parlammo di tutto per tre giorni di seguito. Neanche due mesi dopo invitai Belinda in California da me e ci innamorammo”.
Aggiunge Wendy: “ci volle molta fatica per stare insieme. All’inizio facevamo avanti e indietro tra Galles e California”. Ma “è inutile, non si può programmare la persona di cui ti innamori”. Ecco la loro storia.
Come avete realizzato di essere lesbiche?
Wendy: Non riesco proprio a parlare di un momento preciso perché l’ho sempre saputo, da sempre direi.
Belinda: Anche per me è difficile parlare di un processo o di un momento in cui mi sono detta di essere lesbica. Anche perché nei media gli esempi di donne lesbiche non ce c’erano, non sapevo neanche cosa volesse dire essere lesbica.
L’unica cosa certa è che sono cattolica, e quando cominciai ad essere attratta dalle donne per me fu terribile.
Wendy: Anch’io sono stata educata cattolicamente ma ho reagito molto diversamente. Non ho mai avuto sensi di colpa o pentimenti di alcun genere.
Belinda, qual è stato il tuo processo di coming out?
Belinda: E’ una domanda difficile, perché quando una volta ero attratta da una donna, lo ero totalmente e non capivo cosa mi stava accadendo.
Non riuscivo a pensare se fosse giusto o sbagliato, le cose stavano così e basta. Proprio non saprei come rispondere a questa domanda.
Wendy: I miei migliori amici sono stati sempre maschi, quindi non mi sono mai posta il problema. Sicuramente è capitato invece un momento e un luogo in cui ho realizzato che le altre persone avevano un problema su quello che per me era naturale, per esempio al liceo o all’inizio del college.
Atteggiamenti molto diversi i vostri… come siete finite a stare insieme?
Wendy: Durante l’università ho trascorso un anno in Scozia e mi sono fatta una sacco di amici. Gli stessi che tempo dopo mi hanno invitato in Galles.
Conobbi Belinda proprio a casa sua ed era una casa in cui vivevano delle amiche lesbiche. Parlammo di tutto per tre giorni di seguito e per me fu stupefacente sapere che nessuna di loro era dichiarata in famiglia o con gli amici.
Neanche due mesi dopo invitai Belinda in California da me e ci innamorammo.
Belinda: Per me fu straordinario essere se stessi in una città come San Francisco. Non sapevo niente di cultura gay, niente del linguaggio, niente dei simboli nei locali per esempio, tipo il triangolo rosa. Ero completamente ignorante.
Ero anche talmente paranoica che avevo paura di documentarmi in biblioteca perché temevo che qualcuno scoprisse cosa stavo leggendo.
Guardando indietro, è duro vedere quanto tempo ho sprecato nell’ignoranza e nel timore. Infatti da quando ho incontrato Wendy la mia vita è totalmente cambiata.
E come siete riuscite a sistemarvi?
Wendy: Ci volle molta fatica per stare insieme. All’inizio facevamo avanti e indietro tra Galles e California. Poi lei imparò a condurre gli elicotteri in Gran Bretagna e ciò stranamente ci permise di stare insieme.
Belinda: Perché ho ottenuto un visto studentesco per venire negli U.S.A. per diventare istruttrice di volo.
Poi quando finì questo impiego, ottenni un lavoro con un aero-fotografo con cui lavoro tutt’oggi. Ora riesco anche a condurre aerei. Sono qui negli U.S.A. con il visto di lavoro.
Hai avuto la Green Card allora?
Wendy: Purtroppo no, Belinda ha la H1B, vale a dire che lei può lavorare qui come dipendente se ha uno sponsor, si dice così, qualcuno che garantisca.
Purtroppo queste carte scadono, hanno la durata di 6 anni. A meno che tu non sia una superstar o non abbia molto denaro è molto difficile rimanere negli U.S.A.
Così quando scadrà il suo visto dovremo abbandonare il paese. E questo mi fa arrabbiare , perché io cittadina americana devo lasciare il mio paese per stare con la persona che amo. E soprattutto perché la persona che ami è una “lei”!
Wendy: Sì, perché l’unico modo di aver una Green Card – la residenza permanente – è sposarsi. Anche se già abbiamo comprato casa, lei paga le tasse e la sicurezza sociale senza trarne alcun beneficio.
E vi siete registrate come coppia al registro anagrafico dello Stato della California?
Wendy: Sì, ma non ci ha aiutato. Perché l’immigrazione è una questione federale, mentre il registro a cui siamo iscritte è solo della California.
E per quanto riguarda i casi giudiziari in cui molte coppie hanno chiesto il riconoscimento della cittadinanza per il proprio partner?
Wendy: E’ vero, ma tutto poi va a finire al Congresso, il quale ha due poteri assoluti: la sicurezza e l’immigrazione. Se il Congresso non si decide a riconoscere le coppie dello stesso sesso e cambiare la legge sull’immigrazione, non ci possiamo fare nulla.
Belinda: Potremmo andare anche in Canada a sposarci, ma non saremmo poi riconociute negli U.S.A., quindi non cambierebbe nulla. Ma c’è speranza comunque, noi lavoriamo proprio per questo, per provare che le coppie che si rivolgono a noi sono vincolate da legami affettivi.
Wendy: Infatti ci sono molte coppie che vengono da noi per cercare di non separarsi, ma inutilmente. E’ inutile, non si può programmare la persona di cui ti innamori.
Poi molte coppie che assistiamo realizzano tardi che si devono separare. Noi siamo fortunate perché in Inghilterra, se proveremo che noi due abbiamo una relazione che dura da almeno 2 anni, ci accoglieranno.
Belinda: Il problema è che la maggior parte dei paesi nel mondo non adotta questa politica, noi almeno abbiamo un posto dove andare ma tantissimi rischiano anche la vita.
Wendy: In ogni caso per me non è comunque facile lasciare il paese. Non posso dire che la mia è stata una scelta, ma fuggire in Galles per me è una strada obbligata per stare con Belinda.
Io qui ho la mia casa, i miei animali, la mia famiglia. Non è così semplice per me saper di dover programmare di vivere in un altro paese.
Anche nei momenti in cui non ci penso, ogni piccola decisione che prendiamo è sempre influenzata dal pensiero che non sappiamo ciò che saremo tra un paio d’anni.