Bulle e Pupe. Le Parabole di Adriana Zarri
Riflessioni di Adriana Zarri tratte da Il manifesto del 30 gennaio 2009
«Bulli» non è un errore né un orrore: è un termine efficace per designare ragazzotti un po’ troppo intraprendenti. «Checca» invece è un autentico orrore attribuito a una situazione esistenziale (l’omosessualità) che non è un errore di natura (una sorta di malattie come un tempo si credeva) né un orrore morale (come qualche cultura ancora pensa, talora addirittura punendolo con la pena di morte) ma un fatto naturale come l’eterosessualità, anche se meno frequente, ma non per questo, meno degna e meritevole di ogni rispetto.
Razzismo
Rispetto invece che non è dovuto al dilagare di razzismo che purtroppo si va sempre più diffondendo in questa nostra Italia che, un tempo, razzista non era. Oggi invece l’invettiva «sporco negro» non è più tanto infrequente.
La variante «sporco rumeno» l’abbiamo sentita non lontano da Roma, unita a una serie di offese e di minacce: «rumeno trema, rumeni bruciati, rumeni al rogo,
maledetti tutti» basta che uno straniero compia uno di quei reati frequenti anche tra gli italiani che un intera nazione viene criminalizzata.
A questo punto, al vecchio «sporco negro» e al nuovo «sporco rumeno» sarà il caso di aggiungere «sporco italiano».
Lefebvriani
Siete nostalgici della messa in latino? Rimpiangete il tempo in cui il prete volgeva la schiena ai fedeli che, respinti da un linguaggio, per i più incomprensibile, pregavano per conto loro, magari recitando il rosario?
Niente paura; se avete questi facili rimpianti c’è chi fa per voi: i lefebvriani che rifiutano l’ultimo Concilio e si rifanno al clima tridentino; per questo scomunicati dai precedenti pontefici ora riammessi alla comunione ecclesiale da papa Ratzinger.
Uno di questi esclusi e riaccolti, ha perfino negato l’Olocausto e le camere a gas. A questo punto l’indulgenza papale ha posto un limite. Non esageriamo. Trento si può pure accettare, ma il negazionismo è troppo. E su questi ultracattolici (è proprio il caso di dire più papisti del papa) è piovuta una benevola ma ferma precisazione pontificia.
Clero
Presso le edizioni «La meridiana» è uscito un libro: Preti sposati nella chiesa cattolica, di cui non starò a dirvi il contenuto già chiaramente detto dal titolo della pubblicazione. Un gruppo di cattolici progressisti ha chiesto al Vaticano di ritirare l’Humanae vitae: l’enciclica che vieta la contraccezione. Contraccezione e celibato ecclesiastico: due temi scottanti e un vivace dissenso con cui il Vaticano dovrà fare i conti.
In quanto ai dissenzienti i conti li fanno per conto loro, andando avanti tranquillamente per la loro strada.
* Adriana Zarri è nata nel 1919 a S. Lazzaro di Savena, nella campagna emiliana e si è data ben presto a studi teologici. Assai giovane ha cominciato a collaborare a giornali e riviste; è stata presente in quasi tutte le testate di quotidiani e periodici cattolici – dall’ Osservatore Romano a Studium, Politica, Sette giorni, Il Regno, Concilium, Servitium, ecc… – e ha collaborato pure ad alcune testate laiche, soprattutto a Il manifesto, con la sua rubrica domenicale intitolata “Parabole”. È stata presente e attiva nell’Associazione teologica italiana.
Almeno dal 1970 ha scelto di vivere in un casale (nelle campagne di Albiano, non lontano da Ivrea) e di seguire uno stile di vita monastico. Vive sola con i suoi gatti, coltivando un giardino, scrivendo e studiando. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni tra cui: Dodici lune (ed. Camunia, 1989); Il figlio perduto, (ed. La Piccola, 1991).