Cari Scout combattere l’omofobia non è una scelta, ma è un dovere
Lettera aperta inviataci da Valerio Colomasi di Roma, 15 giugno 2011
Dopo una prolungata riflessione e molti ripensamenti mi sono convinto a scrivere questa lettera aperta agli scout italiani perché ritengo che in alcuni momenti storici il silenzio e l’ignavia smettono di essere neutralità e diventano complicità. In particolare mi voglio rivolgere alla mia associazione, l’AGESCI, che come è noto è un’associazione scout cattolica. Come scout AGESCI noi siamo chiamati alla testimonianza dei valori scout e dei valori cristiani nel mondo.
Nel prendere questo impegno scegliamo di fare opera di testimonianza nella vita di tutti i giorni e in particolare nella vita pubblica del nostro Paese, verso il quale ci siamo impegnati a compiere il nostro dovere già nella Promessa (“ingresso” nella comunità scout). Quali sono questi valori?
Dopo 12 anni di scoutismo posso dire senza presunzione alcuna di aver identificato almeno i valori cardine del nostro movimento, facilmente desumibili dalle due “fonti” principali, la Promessa e la Legge Scout, che invito tutti quanti a (ri)prendere e (ri)leggere!
Senso dell’onore, rispetto del proprio dovere nei confronti di Dio e del proprio Paese, solidarietà, fratellanza, autentica filantropia, coerenza nella testimonianza, lealtà, amore per la natura, autenticità. Quasi la totalità di questi valori si ritrovano nel messaggio cristiano; molti di essi vengono spesso parzialmente dimenticati dalla Chiesa cattolica.
Io sono un Rover che alla lettera vuol dire “vagabondo”, e come tale, offro il mio servizio alla mia comunità senza pretendere in cambio nulla; ed è con l’umiltà che contraddistingue noi Rovers che scrivo questa lettera nel rispetto dei vertici della mia associazione e delle gerarchie ecclesiastiche.
Il Giorno 17 maggio si ricorderanno le vittime della violenza omofobica, nell’anniversario dell’eliminazione dell’omosessualità dall’elenco dei disturbi mentali ad opera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ritengo che combattere contro l’omofobia non sia una scelta, ma un preciso dovere, un imperativo categorico per noi scout.
Così come ci battiamo con decisione contro le discriminazioni basate sulla razza, sul sesso e sul credo religioso, allo stesso modo ritengo che sia opportuno farlo contro quelle basate sull’orientamento sessuale.
Credo che questo sia il modo migliore di incarnare i valori che furono prima del messaggio di Cristo e poi divennero i pilastri fondamentali su cui Baden Powell fondò il movimento scout. L’orientamento sessuale non è una scelta e in ogni caso non può essere motivo di giustificazione per chi riversa il proprio odio verso il prossimo!
La posizione della Chiesa cattolica è chiara, come emerge dal documento della Congregazione per la dottrina della Fede : Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali.
In quella sede la Chiesa afferma che ci sono campi (assunzione di insegnanti o allenatori di atletica e servizio militare) in cui non è ingiusta discriminazione tenero conto della tendenza omosessuale.
Ciò non costituisce una lesione di diritti perché non esiste un “diritto all’omosessualità”; inoltre altri diritti quali diritto al lavoro e all’abitazione non sono, secondo la Chiesa, diritti assoluti, anzi “essi possono essere legittimamente limitati a motivo di un comportamento esterno obiettivamente disordinato. […] Così è accettato che lo stato possa restringere l’esercizio di diritti, per esempio nel caso di persone contagiose o mentalmente malate, allo scopo di proteggere il bene comune”.
Inoltre includere l’omosessualità tra le categorie protette dalla discriminazione “può portare facilmente, se non automaticamente, alla protezione legislativa e alla promozione dell’omosessualità”; per non parlar del fatto che spingerebbe molte persone omosessuali che vivono in segreto a uscire allo scoperto!
Infatti, afferma la Chiesa, chi (omosessuale) vuole vivere una condotta casta non rende pubblica la sua tendenza sessuale, di fatto così non si pone il problema della discriminazione! Invece chi dichiara la propria omosessualità è in genere chi ritiene il comportamento e lo stile di vita omosessuale indifferente o addirittura buono. Da cristiano, da scout e da italiano orgoglioso della nostra storia e della nostra Costituzione non posso non biasimare queste posizioni!
Non considero l’orientamento sessuale una discrimante per determinare l’assunzione di un insegnante o un allenatore, oppure per permette o meno ad un cittadino di prestare il servizio militare! Non posso accettare che con la scusa di un assente “diritto all’omosessualità” si calpesti l’art. 2 della Costituzione che garantisce i diritti inviolabili dell’uomo riconoscendo indirettamente il diritto a “svolgere la propria personalità” in libertà; o si ignori principio di uguaglianza formale e sostanziale sancito dall’art. 3 della Costituzione; o si dimentichi il diritto al lavoro dell’art. 4 della Costituzione!
Non ritengo ammissibile assimilare le limitazione dei diritti agli omosessuali come quelle nei confronti di “persone contagiose o mentalmente malate”! Credo che sia disumano promuovere di fatto la ghettizzazione degli omosessuali invitandoli a non uscire fuori e a non esprimere il proprio vero essere, evitando così discriminazioni.
Infine ritengo che la maggioranza della Chiesa (intesa come assemblea dei fedeli) non condivida, in ragione del messaggio d’amore di Cristo, delle posizioni così pericolose che spesso fungono da base per alcune pretese omofobe della nostra società. Per questa ragione mi sento in obbligo di far sentire la mia voce, da ragazzo convintamente scout e convintamente cristiano!
Riconosco però che non tutti si trovano nella condizione di potersi esporre come faccio oggi io ma, fedele ai miei valori, oggi butto un po’ della “buona semenza” sperando che un giorno possa portare frutti! Per tutte queste ragioni do il mio sostegno personale alla legge che sarà in discussione dalla Camera dei Deputati per il contrasto all’omofobia; lo ritengo un dovere da scout e da cristiano.
E invito la mia associazione a fare lo stesso per rispetto e coerenza con il messaggio che da oltre 100 anni uomini e donne testimoniano in tutto il mondo.