Come accogliere nelle nostre comunità cristiane le persone transgender
Articolo di padre Shannon Kearns* pubblicato sul sito Queer Theology (Stati Uniti), liberamente tradotto da Virginia Campolongo
La tua chiesa accoglie le persone transgender? E se lo fa, la gente lo sa?
Molte chiese dichiarano di essere “assolutamente aperte” sui loro siti web, oppure mettono una bandierina arcobaleno come logo della loro chiesa, o sulla pagina iniziale del loro sito web, e finisce lì. Ma spesso questi simboli non dicono tutta la verità. Molte chiese che si sono impegnate nella giustizia per gay e lesbiche non si sono minimamente preoccupate di informarsi sulle persone transgender. Sui loro siti usano un linguaggio superato, oppure non fanno proprio riferimento alle questioni transgender.
Alcuni certo si chiedono “Perché abbiamo bisogno di parlarne? Perché non possiamo semplicemente dire che tutti sono i benvenuti?”. Perché, per la maggior parte delle chiese, non è così. Perché ho assistito a molte, troppe, funzioni religiose nelle quali o si parla male della mia vita e della mia identità, oppure queste due cose vengono semplicemente ignorate.
Se il tuo sito web non accenna alle persone transgender, penserò automaticamente che tu non le accolga.
Se sei a capo di una comunità religiosa, o un membro di questa, devi comprendere quanto sia importante il fatto che tu le accolga, perché altrimenti penserò che la tua chiesa non lo
faccia (come infatti molte non le accolgono). Se invece le accogli, devi essere diretto e onesto nel dirlo.
Ma non mentire. Se la tua chiesa ha bisogno di affrontare la questione transgender, allora hai bisogno di farlo anche tu, senza usare una persona transgender come cavia. Per favore, non enfatizzate troppo il vostro essere accoglienti, se poi non siete pronti ad esserlo davvero.
Ecco degli esempi specifici, che ho osservato su un sito web di una chiesa per capire se sia un luogo in cui andrei volentieri: Accennate da qualche parte alle persone transgender? Se sì, state usando un linguaggio considerato effettivamente adatto? Non avete idea su quanti siti web di chiese appaia da qualche parte il termine “transgenderizzati” (e questo è un termine che non va usato).
Fate riferimento al fatto che abbiate bagni suddivisi per genere, o bagni singoli?
La vostra dichiarazione d’inclusione si riferisce sia all’identità di genere che all’espressione di genere?
In che modo vi riferite a Dio sul vostro sito? Usate solo pronomi maschili, oppure unicamente pronomi maschili e femminili?
Avete molti gruppi e pastori/sacerdoti informati sulle tematiche transgender? Se sì, avete messo in chiaro che le persone transgender sono benvenute in tali gruppi? Ci sono gruppi per persone
transgender o persone non-binarie? (E, detto tra noi, avete davvero bisogno di gruppi di genere per iniziare ad affrontare la questione?)
Fate riferimento al fatto che accogliete famiglie con figli dal genere non convenzionale?
Accennate al fatto che le persone possano vestirsi come vogliono, basta che si sentano a proprio agio con loro stesse?
Tweettatelo: Se la vostra chiesa accoglie le persone #transgender, come farlo sapere?
A prescindere da quello che appare sul vostro sito web, la vostra chiesa dovrebbe essere effettivamente disposta ad accogliere persone transgender. Lavorate con chi, nella vostra chiesa, saluta chi entra per il culto o la messa per aiutarlo a capire quanto doloroso possa essere venire accolto come membro del sesso di nascita (anche se qualcuno può “non sembrare” transgender, ma lo è, oppure che non si identifica col pronome con cui viene chiamato).
Aiuta i tuoi fedeli a capire che vigilare sui bagni non va bene, perché si può ben essere convinti di indicare a qualcuno il “giusto” bagno, quando in realtà si risulta offensivi. Lasciate che
le persone usino il bagno che vogliono usare, e lasciatele in pace.
Chiedi di riferirti il pronome che vogliono sia usato con loro, anche mettendolo su un’etichetta con il nome in chiesa, o durante il momento dei saluti.
Aiuta le persone a capire che non va bene fissare gli altri. Credevi che non sarebbe stato necessario fare cenno a questo, invece lo è.
Aiuta le persone a capire che non va bene, in nessuna circostanza, rivelare le tendenze sessuali di qualcuno. Anche se pensi che sia “evidente” che sono transgender, anche se lo hanno
confidato ad altri, Anche se è scritto sul loro profilo Facebook /Twitter, oppure sul loro sito web, o sul loro blog. Non è affar vostro e non è compito vostro rivelarlo ad altri. (Sento già le vostre giustificazioni, ma la risposta è NO, non va bene).
Va invece bene, senza dover aggiungere altro, correggere chi usa il pronome sbagliato. Di’ semplicemente “Questa persona usa il pronome X”, e continua tranquillamente il tuo discorso.
Queste sono le cose a cui faccio attenzione. E tu invece? Cosa cerchi sui siti delle chiese? Cos’ha fatto la tua chiesa? Hai avuto brutte esperienze, oppure esperienze positive?
* Padre Shannon T.L. (Shay) Kearns è uno scrittore, conferenziere e teologo originario di Minneapolis, nel Minnesota. È cofondatore di Queer Theology, una raccolta di testi che si propone di scoprire e celebrare i doni che le persone LGBTQ offrono alla Chiesa e al mondo, e di spiegare che il cristianesimo è sempre stato queer. È fondatore della Uprising Theatre Company, una compagnia teatrale con sede a Minneapolis che “crede sul serio che le storie possano cambiare il mondo”. Shay è laureato in teologia all’Union Theological Seminary di New York ed è stato ordinato sacerdote nella Chiesa Veterocattolica. È un conferenziere di successo su tematiche quali la teologia queer, il mondo transgender e le intersezioni tra la fede e l’identità. Suoi articoli sono apparsi sul Geez Magazine, sul Lavender Magazine, su Believe Out Loud, sull’Huffington Post, su The Advocate e il Minneapolis Star Tribune. Lo potete trovare su Facebook, Twitter, Tumblr, Instagram e il suo sito web.
Testo originale: How to tell if your church is welcoming for transgender people