Voglio esserci a “Famiglie Fortunate” perchè l’amore è un dialogo e non un monologo
Riflessioni di Carmine del Progetto Giovani cristiani LGBT
In un suo capolavoro, Oriana Fallaci una volta scrisse che l’amore non possiamo inventarcelo, e soprattutto che non è un monologo, ma un dialogo. Qualora volessimo limitarci nella misura più estrema al significato di queste due parole, scopriremmo che mentre nel primo caso al centro c’è solo un singolo protagonista che interviene proponendo un suo logos specifico, nel secondo caso, invece la preposizione greca dia, il cui significato è fra, ci consente di intuire che si tratta di una conversazione, di uno scambio di logoi diversi fra due o più protagonisti.
Parrà strana la mia insistenza su questo argomento al principio di una testimonianza; tuttavia, attualmente mi sembra alquanto indispensabile comprendere l’importanza e l’obiettivo di un incontro come quello di GENITORI FORTUNATI (Firenze, 2 marzo 2019). Se davvero siamo disposti ad accettare che l’amore sia dialogo e non una mera imposizione personale di quello che pensiamo singolarmente o vorremmo che fosse, allora siamo quantomai invitati ad accettare l’invito a questo evento e accendendolo, prendere coscienza del fatto che lo facciamo proprio per amore.
Sono rari nella nostra vita i momenti che possiamo prendere per noi stessi, ancora meno quelli che si accompagnano ad un momento che consente alla nostra anima di avere un respiro di sollievo ed un incontro autentico con l’altro è, perché no, anche con l’Altro. Ma sono rari anche i momenti di confronto e crescita davvero autentici, a maggior ragione quando di mezzo ci vanno affari come coming out, figli e genitori. Non è difficile percepire la tensione quando queste tre parole vengono pronunciate insieme e nella stessa stanza.
Ecco che allora, prendere parte a Genitori Fortunati significa potersi ritrovare in un posto in cui queste tre parole non solo non creano scandalo, ma sono addirittura il tema principale della giornata. Questo incontro nasce, infatti, con lo scopo di creare un momento di confronto in cui genitori con genitori, figli con figli e genitori con figli possano sentirsi liberi di parlare e trasmettere liberamente sentimenti e paure.
Questo sarà il secondo anno che prenderò parte a questo incontro e il ricordo che ho del primo, rimane ancora come segno indelebile nella memoria, quando da figlio, per la prima volta, sono riuscito a capire attentamente quanto può essere faticoso il cammino di accettazione di un genitore, ma anche quanto potente e liberante sia il risultato di quel lungo viaggio.
Il 2 marzo 2019 sarà bello ritrovarsi tutti a Firenze per questo incontro con la certezza che il risultato sarà un dialogo che aprirà gli occhi e i cuori all’amore. Non c’è esperienza più bella dello stare bene con gli altri rimanendo se stessi e soprattutto di quegli abbracci che ti riempiono dentro, dopo un lungo tempo di attesa e di sofferenza.