Contro Fiducia Supplicans tira una brutta aria nella Chiesa cattolica?
Riflessione di Massimo Battaglio
Da giorni, le conventicole dei cattolici reazionari gongolano diffondendo un elenco di realtà ecclesiali che si sarebbero espresse contro Fiducia Supplicans, la dichiarazione dottrinale che ammette la benedizione di coppie LGBT+. E i giornali commentano: divisione nella Chiesa! Scisma! Tutta colpa degli omosessuali, delle loro lobby e magari del politically correct.
Ho provato a guardare l’elenco dei soggetti che si dichiarano contrari. Lo riporto.
1. Conferenza episcopale del Ghana
2. Conferenza episcopale dello Zambia
3. Conferenza episcopale del Malawi
4. Conferenza episcopale della Nigeria
5. Conferenza episcopale del Togo
6. Conferenza episcopale del Benin
7. Conferenza; Conferenza episcopale ucraina
8. Conferenza episcopale del Camerun
9. Conferenza episcopale di Polonia
10. Arcidiocesi di Astana in Kazakistan
11. Conferenza Episcopale Zimbabwe
12. Cinquecento sacerdoti britannici della Confraternita del Clero Cattolico
13. Il cardinale Ambongo, presidente della SECAM
14. Il Vescovo olandese Mutsaerts
15. La conferenza Episcopale del Ruanda
16. Il Patriarca della Chiesa greco cattolica Ucraina, Mons. Sviatoslav Shevchuk
17. Il Vescovo della diocesi brasiliano di Formosa mons. Adair José Guimarães
18. L’Arcivescovo emerito di Filadelfia mons. Chaput
19. L’arcivescovo Emerito di La Plata (Argentina, mons. Hector Aguer)
20. Card. Gerhard Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede
21. L’arcivescovo di Nairobi, Philip Anyolo
22. L’arcivescovo di Montevideo (Uruguay), cardinale Daniel Sturla
23. Conferenze Episcopali di Angola, Mozambico e Sao Tomè
24. Conferenza Episcopale del Gabon
25. Conferenza Episcopale ungherese
26. Card. Jeanne Pierre Kutwa (Costa d’Avorio), arcivescovo di Abidjan
27. Confraternita del Clero in USA e d’Australia
28. Comunità monastica di Papa Stronsay (Istituti già Ecclesia Dei).
Si contano 14 conferenze episcopali (delle quali 11 in Africa), più 7 vescovi isolati (dei quali 3 emeriti), 5 realtà diverse tra cui spicca un gruppo di “500 sacerdoti britannici della Conferenza del Clero Cattolico” (mi piacerebbe vedere le loro firme).
Le conferenze episcopali nel mondo sono 115. Di esse, 32 sono in Europa, 36 in Africa, 25 in America, 18 in Asia, 4 in Oceania. Dei Paesi le cui conferenze episcopali si sono espresse contro, solo la Polonia e l’Ungheria sono a maggioranza cattolica. In tutti gli altri si va dal 6.2% dello Zimbabwe al 43.7% del Ruanda. Il totale dei cattolici rappresentati dalle conferenze episcopali dissenzienti è di circa 104 milioni, pari al 7.5% dei cattolici nel mondo, che sono circa 1.375.852.000.
Dire che esiste una forte opposizione alla benedizione delle coppie omosessuali è quindi falso. A essere corretti, dovremmo parlare di un fisiologico e sano dissenso.
La stessa affermazione per cui l’Africa sarebbe contraria a Fiducia Supplicans è del tutto destituita di fondamento. Si può dire al massimo che la maggior parte delle conferenze episcopali contrarie sono africane (11 su 14, pari al 78%, percentuale che scende al 62% in termini di popolazione). Ma è soprattutto da dire che i cattolici africani sono circa 257 milioni. I 64 milioni rappresentati dalle conferenze dissenzienti rappresentano poco più di un quarto del totale.
Un quarto (25%) è una minoranza significativa ma, nella storia della Chiesa, non ha mai costituito un problema insormontabile. Ricordiamo per esempio che, al termine del Concilio Vaticano II, era ben più alta la quota dei vescovi contrari alla riforma liturgica. Eppure, il cambiamento, che ci fu comunque, non causò disastri. Oggi, i nostalgici della messa in latino non sono che una frazione, per quanto rumorosa, dei contrari a Fiducia Supplicans.
Sarebbe carino se i detrattori organizzati del papato di Francesco evitassero di intruppare d’ufficio intere popolazioni la cui maggioranza non si è affatto espressa in loro favore.
Del pari, sarebbe onesto dire due parole sul clima sociale e politico dei Paesi i cui vescovi si sono espressi contro Fiducia Supplicans: ci sono i polacchi, omofobi da sempre, e poi c’è l’Ungheria, l’Ucraina, il Ruanda… non certo grandi esempi di democrazia e liberalismo.
Sì: ci sono molti Paesi poveri. Ma bisogna un po’ smetterla di farci dettare la linea degli africani solo perché poveri. Tra i poveri, ci sono anche quelli dell’America Latina, di una parte di Asia e dell’est europeo. E tra loro, solo alcuni vescovi si sono sporadicamente uniti al coro dei contrari. Non sarà mica che gli africani siano più facili da convincere?