La Chiesa battista di Livorno lancia un appello per “dire No insieme” all’intolleranza quotidiana
Appello diffuso dalla Comunità Battista di Livorno il 29 luglio 2009
Come cristiani appartenenti alla comunità Battista di Livorno, preoccupati per l’aumento di episodi di intolleranza e violenza razzista verificatesi nel nostro paese negli ultimi mesi, abbiamo aderito alla campagna contro il razzismo, l’indifferenza e la paura dell’altro “non aver paura – apriti agli altri – apri ai diritti“.
Si punisce non chi commette reato ma una semplice condizione esistenziale: essere migrante e aspirare a un futuro migliore è ora un crimine.
Inoltre con la nuova legge il riconoscimento dei figli, il matrimonio, l’effettiva possibilità di essere curati senza paura di essere denunciati, il trasferimento di danaro nel proprio paese e tutti gli atti civili saranno subordinati al permesso di soggiorno, che sarà sempre più difficile da ottenere e così facile da perdere, grazie al sistema dei punti, ai costi sempre più alti, a improbabili indici di integrazione da raggiungere…
In questo contesto non è rincuorante la proposta di un provvedimento di urgenza sulla regolarizzazione delle colf e delle badanti. Da un lato ci si preoccupa delle famiglie italiane, e dall’altro lato si restringono i diritti delle famiglie dei migranti.
Oltre a sentirlo come un rattoppo, è un tentativo di distrazione dalla legge disumana appena approvata ed è pericoloso per il messaggio che lancia: si salva chi serve i signori. La cultura della solidarietà e dei diritti su cui abbiamo fondato la nostra democrazia lascia il posto alla cultura della sudditanza e dell’umiliazione…..”
Siamo convinti/e che ci sono momenti nella storia in cui siamo chiamati/e a decidere da che parte stare e quale legge seguire: la legge degli uomini o la legge di Dio??
Anche a questa domanda troviamo risposta nel libro degli Atti (cap.5,29): “Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini”, così come hanno risposto nel passato i tanti credenti perseguitati per la loro fedeltà alle Scritture.
Anche l’art. 16 della confessione di fede delle chiese Battiste in Italia è orientata in questo senso: “… Il ruolo della Chiesa di Cristo, distinto e separato da quello dello Stato, consiste nel perseguire la propria missione ora in coordinazione, con gli ordinamenti dello Stato, ora in contestazione delle sue degenerazioni che limitano la libertà e corrompono la giustizia”.
Noi pensiamo che come cristiani siamo chiamati dalla Parola dell’evangelo a stare dalla parte degli ultimi, di quelle donne e quegli uomini, cui vengono negati i diritti, che vogliamo chiamare con i loro nomi: Abdul-Nabruka-Vira-Irina-Mohamed-Murabu-Lena …
Perciò vogliamo rifiutare la logica prodotta da una strategia della paura che porta a una tragica anestetizzazione dei sentimenti e delle coscienze – cosi prosegue Di Lecce – proprio a partire dall’elaborazione di quel dolore che proviamo per quelle storie di diritti negati, di vite spezzate e umiliate, di coscienze dilaniate, per cambiare questa società avvelenata, malata e anestetizzata. Invertiamo la rotta, è il tempo della disobbedienza civile.
Vorremmo anche, tramite queste parole che esprimono la nostra posizione, rivolgere un appello a tutte le comunità religiose, associazioni laiche e comitati impegnati sul territorio, che si sentono chiamate alla cultura della solidarietà e dell’inclusione, al fine di realizzare una rete di confronto, collaborazione e appoggio reciproco, sollecitati/e dalle parole di Martin Luther King “Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti”
Comunità Battista di Livorno
Via del Vecchio Lazzeretto – Sito Web: www.chiesabattistali.altervista.org