Di cosa avete paura? Come madre vi ricordo che “nell’ amore non c’è timore”
Lettera aperta inviata ai senatori di Mara Grassi, una madre cattolica
Cari senatori e senatrici, che avete applaudito all’affossamento del Ddl Zan, la mia unica gioia è di non essere rimasta come voi.
Per tanto tempo lo sono stata, integralista, chiusa nei miei principi morali “non negoziabili”, cattolica praticante di una religione così lontana dalla vita, soprattutto dalle persone che consideravo “diverse” e da cui dovevo difendere i miei quattro figli.
Poi la scoperta che uno di loro era gay. Smarrimento totale, rifiuto, ricerca di cure, fino al suo allontanamento da casa.
Quando, al termine della votazione, ho visto le vostre urla di esultanza e ne sono rimasta profondamente ferita, non ho potuto non pensare al dolore ancor più grande che deve aver provato mio figlio al sapermi in piazza per il Family day, quando ero già al corrente della sua omosessualità.
Ero là a manifestare per la “difesa” della famiglia tradizionale quando lui non ne avrebbe mai potuto avere una. Ma, a difenderla da chi?
Da mio figlio, da un ragazzo che fino a quel momento aveva dovuto indossare una maschera, sicuro del rifiuto dell’ ambiente in cui viveva e soprattutto della sua famiglia, come in effetti è stato. È stato, sì, e di questo gli chiedo perdono, ma ora, per fortuna, non lo è più.
Ci sono voluti però anni di lacerazione interiore, di lacrime, che mi hanno permesso di purificare lo sguardo per accorgermi dell’ assurdità delle mie posizioni.
Non potevo per un’ ideologia, perché di questo si tratta, perdere lui, mio figlio, che come credente ritengo il dono più bello che Dio mi ha fatto.
Tante cose sono state dette e scritte, da persone certamente più preparate di me, sul perché fosse necessario approvare il testo del Ddl Zan così com’era. Io posso solo dirvi che nessuna parola poteva essere cancellata perché dietro ogni parola ci sono storie, ci sono volti, ci sono persone.
Il termine “orientamento sessuale” che è quello che tutela mio figlio, sarebbe rimasto, mi sarei potuta accontentare, ma sarebbe stato un tradimento.
Avreste infatti probabilmente tolto l’espressione “identità di genere” che tanto spaventa, trincerandovi dietro la fantomatica ideologia del gender.
Ma di che cosa avete paura? Di ragazzi e ragazze che vivono in sé, drammaticamente, la non corrispondenza della loro identità col sesso biologico e che invece hanno diritto a vivere la loro vita così come sono, ad essere felici.
In particolare mi rivolgo a voi senatrici e senatori cattolici che insieme a me condividete l’appartenenza alla nostra madre Chiesa. Io sono la mamma che nel settembre del 2020, dopo un’udienza, ha potuto salutare papa Francesco donandogli il libretto “Genitori fortunati. Vivere da credenti l’ omosessualità dei figli”.
Le parole del Santo Padre, semplici e chiare, dovrebbero essere luce all’operare di tutti voi come lo sono certamente per noi famiglie credenti di figli lgbtq+.
“Il Signore ama tutti i suoi figli, perché tutti sono figli di Dio, così come sono”. Tutti, nessuno escluso, senza paure perché “Nell’ amore non c’è timore” (1Gv, 4,18).
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