“Dio ti benedica padre!”. La risposta dei fedeli di Milwaukee al coming out del loro parroco
Articolo di Heidi Schlumpf pubblicato sul sito del settimanale cattolico The National Catholic Reporter (Stati Uniti) il 18 dicembre 2017, libera traduzione di Innocenzo
Padre Greg Greiten era a metà della sua omelia, durante la quale ha condiviso di essere un prete gay celibe, quando una donna si è alzata dal suo banco e gli ha detto: “Dio ti benedica, padre!“. Il resto dell’assemblea domenicale della Parrocchia di Santa Bernadette di Milwaukee (Stati Uniti), dove padre Greiten è parroco, ha risposto con un applauso.
Altri applausi ed una standing ovation sono giunti a padre Greiten, il 17 dicembre, quando ha finito di spiegare nella messa domenicale delle 10.30 che “non riusciva più a vivere nell’ombra con questo segreto”.
Dopo la messa, tra un caffè e una ciambella, i parrocchiani hanno risposto positivamente o con nonchalance alla rivelazione “Non mi potrebbe interessare di meno”, ha detto Madge Powell, un parrocchiano da otto anni, “Lo amo per la persona che è“.
Il membro del coro parrocchiale Luci Crosland e gli altri fedeli presenti sono rimasti colpiti dal coraggio di padre Greiten, specialmente perché immaginano che non tutti i parrocchiani gli saranno favorevoli.
Shawn Govern non sostiene il matrimonio gay, ma è stato colpito dall’onestà del suo parroco.”Ha fatto una scelta per camminare nei panni di Cristo, perché sà che non sarà accettato da tutti”, ha detto Govern, aggiungendo che la parrocchia di St. Bernadette non è certo “un bastione liberale”.
Margaret Thorn, presidente del comitato parrocchiale, ha dichiarato di sostenere padre Greiten “al 100%”. “È una persona gentile e premurosa“, ha detto Thorn. Che il suo parroco sia gay “non gli importa”.
L’esperienza di padre Greiten non è inusuale .Infatti, la maggior parte dei preti gay che raccontano agli altri il loro orientamento sessuale, dicono di essere più felici e più sani quando “fanno coming out”.E i loro parrocchiani, gli altri sacerdoti e persino i loro superiori di solito rispondono positivamente alla notizia.
“Tutti i preti gay che ho incontrato e che hanno fatto coming out, mi hanno detto che i loro parrocchiani o le persone che loro operano con loro non hanno avuto problemi quando hanno saputo del loro orientamento sessuale“, afferma Francis DeBernardo, che collabora con i cattolici LGBT da 22 anni, da quando fa parte dell’associazione New Ways Ministry di cui è direttore esecutivo.
Sebbene di numeri accurati sui preti gay – o su tutti i preti gay – siano davvero difficili da trovare, DeBernardo ricorda che molti preti sono supportati dai loro vescovi o dai loro superiori religiosi. È probabile, tuttavia, che i sacerdoti che sentono che il loro vescovo o superiore reagirebbe negativamente a questa notizia, scelgono di non parlane con lui per non rischiare.
Il frate francescano Ralph Parthie, ordinato nel 1975, si considera fortunato perché, sin da quando era in formazione, il suo provinciale fu “molto illuminato” e suggeriva ai frati di parlare apertamente dell’omosessualità, per comprendersi meglio e vivere meglio le loro vocazioni.
È uscito lentamente, prima con gli amici e la sua famiglia, ha cominciato a parlare del suo orientamento sessuale nel corso di un paio di decenni, specialmente quando è stato coinvolto nel ministero LGBT e nel servizio pastorale con le persone colpite dall’HIV/AIDS.
“Non avevo paura, perché la mia provincia francescana era davvero sana”, ha detto Parthie, che è responsabile della vita dei frati e segretario per la formazione dell’Ispettoria francescana del Sacro Cuore che ha sede a St. Louis.
La prima persona a cui padre Frederick Daley, ora settantenne e parroco di All Saints Parish di Syracuse (New York), ha parlato del suo orientamento sessuale è stato il suo direttore spirituale, un’esperienza comune per i preti gay. Padre Daley si aspettava una condanna, ma invece ricevette la “tremenda grazia” della comprensione e della compassione.
È stato spinto a uscire fuori (a fare coming out) pubblicamente, sulla scia della crisi causata nella chiesa cattolica americana dagli abusi sessuali del clero nella chiesa, quando ha ritenuto che i preti gay fossero stati ingiustamente un capro espiatorio di questa situazione. Dopo l’incontro con il suo vescovo ausiliare, Daley ha dichiarato di essere gay a un giornalista locale che l’aveva intervistato per un premio che aveva vinto. ‘Ho realizzato così uno dei miei più grandi doni per coloro che sono emarginati, perchè lottano e condividono la mia stessa lotta”.
Dopo l’articolo che è uscito sul giornale il giorno successivo col titolo: “Padre Daley dichiara di essere gay”, la sua parrocchia gli ha fatto una standing ovation. Non ha ricevuto alcuna reazione negativa, ad eccezione di alcune lettere inviate al direttore del giornale. “Penso che la comunità cattolica sia molto più avanti della sua gerarchia su questo tema”.
I dati di una ricerca supportano l’affermazione di padre Daley, infatti più di due terzi dei cattolici americani attualmente sostengono il matrimonio gay secondo un sondaggio del Pew Research Center del 2017.
“Uscire come gay non è facile, ma restare “chiusi” non è facile, né salutare”, afferma suor Jeannine Gramick, cofondatrice di New Ways Ministry. Rimanere in silenzio “non consente ai preti gay di essere gli esseri umani completi che Dio intendeva che fossero”. Questo è “così debilitante … per il loro ministero e le loro relazioni in generale”.
Fra Parthie ricorda che: “I segreti uccidono, quando devi tenere segrete parti di te, perché hai paura che le persone non ti amino o ti rispettino per come sei, non è salutare“.
Prima chepadre Daley fosse ordinato, nel 1974, reprimeva sempre ogni pensiero, sentimento o discussione sulla sessualità. Dopo l’ordinazione scoprì che, sebbene amasse essere un prete, si sentiva insolitamente triste. Alla fine si rese conto che lo era perché non aveva riconosciuto, anche a se stesso, che era gay.
“La paura e la depressione che mi avevano portato a quella conclusione erano state davvero angoscianti”, ricorda padre Daley. “Sono stato in grado di accettare chi ero assai lentamente, ma ora infine sono felice di essere chi sono”.
“Amo essere prete e sono impegnato nel sacerdozio, perciò ho scelto di continuare il mio ministero e di continuare a vivere una vita da celibe.”.
La sua esplicita menzione del celibato è necessaria, perché alcune persone equiparano l’omosessualità all’attività sessuale.“È spiacevole, ma necessario, per i sacerdoti che fanno coming out doverlo sempre specificare”, osserva DeBernardo.
Padre Daley ha avuto qualche problema nel 2006, quando è stato preso in considerazione per una missione presso il Catholic Relief Services in Africa, ma il suo incarico gli è stato annullato a causa del suo orientamento sessuale. Il Catholic Relief Services ha voluto ribadire a ABC News che era la visibilità di padre Daley, e non il suo orientamento, che sarebbe stato problematico in Africa.
Fra Parthie non ha mai avuto alcuna reazione negativa, sebbene sia sicuro che alcuni compagni sacerdoti non si sentano a proprio agio col fatto che abbia reso pubblico che è gay. “Ma non è mai stato davvero un problema”, anche quando lavorava in diocesi come sacerdote.
Ciò non significa, tuttavia, che la paura di fare coming out non sia reale. Ad esempio, nel 2015, a padre Warren Hall fu tolto il suo incarico di cappellano presso la Seton Hall University, ed in seguito venne allontanato dal ministero dall’arcivescovo John Myers di Newark, anche se la punizione apparentemente era perché padre Hall sosteneva i gruppi di aiuto per le persone omosessuali e non perché era gay.
“Il prete gay non sa cosa accadrà dopo il suo coming out, forse non è disposto a correre il rischio se vi fossero delle conseguenze negative, o pensa che ci saranno sicuramente conseguenze negative“, ha ricordato suor Gramick.
La paura delle conseguenze negative è causata sempre dalle eventuali reazioni della gerarchia cattolica. Solo un anno fa, la Congregazione per il Clero ha aggiornato le norme e le linee guida per gli uomini che studiano per il sacerdozio. Le norme aggiornate derivano in gran parte dalle linee guida emanate. nel 1992, da Papa Giovanni Paolo II e, nel 2005, da Papa Benedetto XVI, che sconsigliano di ammettere “al seminario o agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, e presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cultura gay”.
Questi documenti ed anche alcuni della gerarchia della chiesa cattolica, confondono l’orientamento sessuale e l’attività sessuale, secondo suor Gramick: “credono che se sei gay, questo significa che sei sessualmente attivo, ma se hai questo orientamento e non sei sessualmente attivo, allora non sei veramente gay. Ma questo è falso” e ricorda che “I preti gay e celibi seguono semplicemente l’insegnamento della chiesa sull’etica sessuale”.
“Le generalizzazioni sui preti gay presenti nel documento sulla formazione dei seminaristi, del 2016, sono dolorose”, afferma fra Parthie. “Conosco molti sacerdoti gay che sono davvero dei santi, proprio come conosco molti altri sacerdoti eterosessuali che sono santi”.
Padre Daley si preoccupa che l’attuale clima polarizzato nella chiesa cattolica non sia utile per le persone LGBT. Ma la sua più grande preoccupazione è la formazione dei nuovi sacerdoti e l’atteggiamento repressivo presente in alcuni seminari. “È un’atmosfera malsana per una persona e il suo sviluppo psico-sessuale”, ed osserva che molti dei suoi amici preti hanno reagito alla sua uscita con il silenzio.
Ma fra Parthie crede che “a Dio non interessi se una persona è gay o eterosessuale”, ma “è solo di quello che fai con quello che è più importante per te”. A 71 anni, sa chi è e a cosa lo chiama Dio. “Non sono più preoccupato per le persone che non riescono a vedere oltre le loro paure e i loro pregiudizi”.
Per padre Daley, aver fatto coming out è stato un dono per il suo ministero pastorale.”Ho realizzato uno dei miei più grandi doni per coloro che i sentono emarginati (perché gay), ed ho condiviso così con loro la mia stessa lotta”, ed afferma, “Non ho rimpianti per niente.”
Drew Prusko, che ha partecipato alla messa nella parrocchia di St. Bernadette, col suo compagno, ed ha ascoltato l’omelia con cui padre Greiten ha fatto coming out, è stato assai ispirato dalle parole del sacerdote. “Sono cresciuto come cattolico, ma non mettevo piede in una chiesa cattolica da molto tempo“, ha ricordato, “se avessi conosciuto un prete che ha avesse detto le parole che ho ascoltato oggi, forse il mio sviluppo spirituale sarebbe stato diverso”.
* Heidi Schlumpf è corrispondente nazionale del settimanale cattolico americano The National Catholic Reporter
Testo originale: ‘God bless you, Father!’ Parishioners support pastor who reveals he is gay