Dobbiamo conoscere i nostri figli LGBT per poterli capire ed amare
Testimonianza n.4 di Pepe e Puri, genitori con un figlio gay in Spagna, tratta da Tell it out (Dillo fuori), libro di testimonianze di genitori con figli LGBT+ di tutta Europa realizzato da ENP – European Network of Parents of LGBTI+ Persons (Rete Europea di Genitori di Persone LGBTI+) con il supporto editoriale de La Tenda di Gionata ed il contributo del Consiglio d’Europa, edito nel 2020, pp.13-14, liberamente tradotto da Diana, revisione di Giovanna
Siamo Pepe e Puri. Siamo sposati da 49 anni. Viviamo a Siviglia (Spagna). Siamo membri di Ichthys-CVX, un gruppo cristiano di genitori e parenti di persone LGBTI. Abbiamo tre figli e il maggiore, José Enrique, è gay. Questa è la storia del suo coming out.
La storia di Pepe
Mia moglie mi disse che suo figlio aveva fatto coming out e lei gli aveva risposto che i suoi sentimenti e il suo amore per lui rimanevano sempre gli stessi, perché era come i suoi fratelli e sorelle ed erano tutti figli suoi. Mia moglie mi disse anche che mio figlio voleva fare coming out con me a tempo debito.
I giorni passavano, ma mio figlio non mi disse nulla della sua omosessualità. Compresi che era preoccupato e triste, forse perché non riusciva a trovare il momento giusto per dirmelo.
Così dissi a me stesso: “Questa situazione non può continuare, perché sta attraversando un “momento difficile”, così andai nella sua camera da letto (all’epoca viveva con noi) e gli dissi: “Tua mamma mi ha detto che sei omosessuale, e io la penso esattamente come lei; il mio amore, il mio affetto, i miei sentimenti verso di te non sono cambiati; ti amiamo come i tuoi fratelli e sorelle; sappiamo che non hai deciso di diventare omosessuale, ma Dio ti ha creato in questo modo e non si può cambiare, perché è nei tuoi geni”. Mio figlio mi guardò pieno di gratitudine e disse: “Grazie, papà”, e ci abbracciammo.
Mi considero parte di una famiglia molto felice, trattiamo i nostri tre figli nello stesso modo, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Abbiamo accettato le cose come sono.
Il mio unico timore potrebbe essere che una parte della società potrebbe pensare che un figlio omosessuale non é figlio di Dio e potrebbero fare commenti maligni su di lui. Le persone non si dovrebbero giudicare in base all’orientamento sessuale. Ciò che veramente conta è la loro bontà, il loro comportamento e mio figlio è una persona meravigliosa, una persona molto buona, un cristiano. Ne sono orgoglioso come degli altri miei due figli.
Storia di Puri
Quando mio figlio fece coming out ero dispiaciuta che non me lo avesse detto prima, soffrendo per tutti quegli anni senza condividerlo con noi. Lo amo profondamente come amo gli altri miei figli e questo amore non muterà mai. Mio figlio è figlio di Dio come tutti noi. Non è una persona malata. Il suo orientamento omosessuale gli è stato dato da Dio e Dio ci ha dato un dono prezioso con la sua nascita.
Dobbiamo conoscere i nostri figli omosessuali, ascoltarli e amarli come tutti gli altri nostri figli. Mio figlio ha qualità che noi eterosessuali vorremmo avere. È un buon cristiano, un credente, che vuol far parte della Chiesa, la stessa Chiesa che alcuni gruppi rifiutano. Ha uno spirito conciliante, e sono molto orgogliosa di lui.
Sono davvero felice quando siamo in vacanza insieme, quando passiamo una giornata fuori insieme o quando condividiamo un pasto o altre cose. Ha anche fatto coming out coi fratelli e i nipoti e tutti continuano ad amarlo molto ed a scambiarsi esperienze.
Non scambierei il mio figlio gay con nessun altro, perché i suoi valori sono doni di Dio. Il mio unico timore è che parte della Chiesa, parte della società e alcune persone gli possano fare del male a causa del suo orientamento sessuale.
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