Donne allo specchio. Confrontiamoci su lesbismo, credenze e valori spirituali
Riflessioni di Nicole Hamel* tratte da L’Autre Parole, n.108, dicembre 2006, pp.40-42, liberamente tradotte da Roxana Balena
Questo cerchio di discussione è un modo per condividere le nostre differenze spirituali e religiose in rapporto con il nostro orientamento sessuale lesbico. Il fatto di accogliersi a vicenda, di parlare, può favorire dei passi a favore della giustizia delle persone presenti.
Lo svolgimento del laboratorio
Cinque donne si sono presentate a questo incontro. Tre si sono dichiarate direttamente toccate dalla realtà e due erano interessate al soggetto. L’incontro si è svolto in inglese e una ha bisbigliato in spagnolo per aiutare, all’occorrenza, una partecipante.
Si è parlato della Chiesa cattolica, della Chiesa Unita del Canada e della Chiesa anglicana. Dopo la mia presentazione, che ha lanciato la discussione, le persone si sono espresse sulla loro appartenenza cristiana e sulla loro realtà lesbica.
Una partecipante cattolica è costretta a lasciare il Canada e spera di poterci tornare in maniera permanente poiché non potrà vivere la sua realtà nel paese in cui deve ritornare. Una partecipante anglicana dice che per lei è difficile, poiché la Chiesa anglicana è divisa sulla questione dell’omosessualità.
Grazie alla proposta di una persona che non poteva partecipare al dibattito, abbiamo organizzato il giorno dopo un incontro improvvisato che ha riunito undici donne per un “summit” lesbico. Durante il pasto ciascuna si è espressa sulla sua realtà in un clima di armoniosa fiducia.
Presentazione dell’animatrice del laboratorio
Sono stata impegnata per oltre trent’anni nella Chiesa cattolica. Sono stata spostata la prima volta con un uomo che ho amato profondamente. Dopo oltre vent’anni la nostra relazione è terminata per tutta una serie di ragioni. Abbiamo avuto tre figli, di cui due adottati.
Nel 1992 ho lasciato la mia famiglia per vivere con la donna con cui divido la mia vita da allora. Essendo stata impiegata nella diocesi del Québec, ho vissuto la mia vita di coppia nella clandestinità e con la paura di perdere il mio lavoro a causa del mio orientamento sessuale.
Dal 1994 al 1998 degli studi femministi mi hanno permesso di approfondire il tema del legame fra Chiesa, donne e orientamento sessuale. Ultimamente, le mie ricerche sono rallentate per via dei trattamenti a cui sono sottoposta per curare un cancro.
I frutti del mio lavoro e di quello della mia consorte è stato riunito in un libro, sotto degli pseudonimi, perché io rischiavo il mio posto e questo avrebbe provocato uno scandalo: ciò avveniva nel 1999. Secondo le testimonianze delle donne che hanno partecipato alla nostra ricerca, l’istituzione cattolica non riconosce la realtà dell’amore vero fra persone dello stesso sesso.
La Chiesa unita del Canada esiste dal 1925. Essa è il raggruppamento di tre confessioni cristiane: la presbiteriana, la metodista e la congregazionalista. La sua politica di non discriminazione è divenuta un punto cardine della sua missione.
Nonostante ciò il tema dell’orientamento sessuale è stato a lungo un tabù. La condizione omosessuale era tollerata a patto venisse vissuta nell’anonimato.
A partire dal 1960, sono state effettuate delle ricerche sulla realtà delle persone gay. Ecco le principali tappe che hanno portato all’inserimento delle persone omosessuali in questa Chiesa:
– nel 1977 si assiste alla prime misure volte all’inserimento e che quindi vietano la discriminazione delle persone omosessuali.
– Nel 1984 si accetta che anche gli omosessuali siano creati ad immagine e somiglianza di Dio. La Chiesa Unita riconosce di avere in passato incoraggiato la discriminazione e chiede perdono. Proporre di lavorare uniti all’eliminazione della discriminazione.
– Nel 1988 ogni persona omosessuale può candidarsi per diventare pastore.
– Nel 2002 dichiara: “Nella nostra parrocchia, le persone di qualsiasi orientamento sessuale non solo sono le benvenute, ma la loro presenza e i loro contributi agli aspetti della vita della Chiesa, sono considerati come ad un arricchimento per tutta la comunità”.
– A partire dal mese di agosto 2003, il Consiglio generale ha appoggiato il progetto federale del matrimonio civile.
Al contrario la Chiesa cattolica e la Congregazione per la dottrina della fede continuano a sostenere che “l’inclinazione omosessuale è obiettivamente licenziosa e che le pratiche omosessuali sono dei peccati gravemente contrari alla castità […] Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali sono contrarie alla legge morale e naturale”.
Nella Chiesa Unita di San Pietro del Québec le condizioni richieste per un matrimonio sono:
– Un progetto di vita e fedeltà.
– L’intenzione di vivere l’amore nello spirito dell’evangelo.
– Una partecipazione regolare al culto durante i preparativi.
– Accettare di partecipare ai preparativi con il pastore e i membri della parrocchia.
– Celebrare un matrimonio che sia intimo e non occasione di una manifestazione mediatica intenzionale.
Undici anni dopo il mio privato impegno religioso, con solo tre persone presenti, io e la mia compagna abbiamo celebrato il 30 dicembre 2004 nella Chiesa unita di San Pietro, il nostro matrimonio civile e cristiano. Era il primo matrimonio fra persone omosessuali della parrocchia. La mia compagna, che resta cattolica, si è sentita accolta e rispettata nella realizzazione dei preparativi della celebrazione.
Da quando ho cambiato appartenenza cristiana passando, nel 2001, da quella cattolica a quella protestante, ho trovato quello che cercavo, come ad esempio un conforto nell’espressione della mia fede e un posto come donna a tutto tondo. Tuttavia questo cambiamento ha avuto delle conseguenze negative a livello professionale, poiché ho perso il mio impiego.
Da allora sono definitivamente uscita dall’anonimato. Ho un sito internet e diffondo tranquillamente il nostro libro per portare un messaggio di speranza alle persone credenti.
* Nicole Hamel è dal 2001 membro della Chiesa unita protestante di San Pietro (Canada). È stata impegnata per più di trent’anni nella Chiesa cattolica come volontaria, insegnante e portavoce pastorale a livello scolastico regionale e negli ospedali. È coautrice del libro (L’amour entre femmes dans l’église catholique: et ciel parlait, ce serait l’enfer?) “L’amore fra donne nella Chiesa cattolica” (1999).