Dossier. La situazione attuale dei gay e delle lesbiche in Russia
Testo tratto da roman.by, liberamente tradotto da Marta
La persecuzione legale dell’omosessualità maschile è stata abolita (in Russia) nel 1993. Il codice penale della Federazione russa attualmente vigente, entrato in vigore il 1 gennaio 1997, prevede la responsabilità penale solo in caso di “violenze sessuali” – che includono sodomia, lesbismo e “altri atti a carattere sessuale” – attuate con uso della forza, minaccia di farne uso o l’avvantaggiarsi di una eventuale condizione indifesa della vittima (articolo 131 del codice penale).
“L’età per il consenso” (ovvero, l’età del partner a partire da cui un atto sessuale consenziente non comporta responsabilità penale) è stata inizialmente fissata a 16 anni, sia per le relazioni eterosessuali che per quelle omosessuali, tuttavia nel 1998 è stata abbassata a 14 anni (articolo 134 del codice penale).
Dall’altro lato, le coppie omosessuali non sono riconosciute dal diritto civile, familiare e amministrativo. Nella Federazione russa non c’è legislazione che riguardi i rapporti omosessuali: il codice familiare della Federazione russa definisce il matrimonio come un’unione “tra un uomo e una donna”.
Le leggi sul lavoro vietano la discriminazione sia al momento dell’assunzione che del licenziamento, tuttavia l’orientamento sessuale non viene elencato tra le ragioni di discriminazione. Noi non siamo a conoscenza di casi di appello al tribunale che siano legati alla violazione del diritto sul lavoro in base all’orientamento sessuale, tuttavia nella pratica tale discriminazione esiste.
Nella Federazione russa non esistono leggi che vietino la discriminazione e la diffamazione di gay e lesbiche. In aggiunta, gli omosessuali subiscono discriminazioni giuridiche anche in campo medico: secondo l’istruzione del Ministero della sanità pubblica del 29 maggio 1995, l’omosessualità è una controindicazione assoluta alla donazione di sangue.
L’atteggiamento della società nei confronti degli omosessuali
Negli ultimi anni l’opinione della società nei confronti degli omosessuali si sta facendo più tollerante. La società sovietica si distingueva per l’estrema intolleranza verso qualsiasi dissidenza e verso i comportamenti insoliti, persino quelli completamente innocui. Gli omosessuali erano il gruppo sociale più stigmatizzato.
Secondo i dati dell’inchiesta del Centro Panrusso di Ricerca sull’Opinione Pubblica (VCIOM) del novembre 1989, alla domanda “Come si dovrebbe agire nei confronti degli omosessuali?” il 33% degli interpellati rispose “liquidarli”, il 30% “isolarli”, il 10% “lasciarli a se stessi” e solo il 6% “aiutarli”.
L’atteggiamento verso di loro era considerevolmente peggiore di quello verso le prostitute, i tossicodipendenti, i portatori di handicap dalla nascita, i malati di Aids, i vagabondi, gli alcolizzati e i “rockettari”.
Tuttavia, già un anno dopo l’abolizione della persecuzione penale un’inchiesta del VCIOM ha rivelato un certo aumento della tolleranza rispetto al 1989. La percentuale di coloro che desideravano “liquidarli” era calata dal 31% del 1989 al 22% del 1994. Al contrario, l’8% – al posto del 6% – si pronunciò a favore di un “aiuto”, mentre il 29 % – al posto del 12 % – a favore dell’opzione “lasciarli a se stessi”, una percentuale 2 volte e mezza superiore.
I parametri di quell’inchiesta sono significativi del livello sociale e dell’età degli interpellati. E’ pronto a lasciare gli omosessuali a se stessi il 40% delle persone sotto i 24 anni e solo il 12,3% di coloro che hanno più di 55 anni.
Tra le persone che possiedono o non hanno completato un’istruzione superiore, il 43,4% ha scelto tale opzione, mentre l’ha scelta il 20,4% degli interrogati che possiedono un’istruzione inferiore alla scuola media.
Nel 1997, secondo un sondaggio degli studenti delle classi 7°, 8° e 9° (si tratta della scuola secondaria inferiore, con alunni di rispettivamente 14, 15 e 16 anni. N.d.T.) il 37% dei ragazzi e il 53% delle ragazze si trovavano completamente d’accordo con il parere “le relazioni omosessuali non devono venire condannate, sono una questione personale”; il 17 e il 19% era “più d’accordo che contrario”, il 24,4% dei ragazzi e il 10,4% delle ragazze non era d’accordo. Nei confronti di tale questione gli adolescenti sono 2-3 volte più tolleranti dei propri genitori e dei propri insegnanti.
Nel maggio 1998, rispondendo alla domanda del Centro Panrusso di Ricerca sull’Opinione Pubblica “Cosa pensate personalmente? L’omosessualità essenzialmente è…”, il 33% degli interrogati scelse l’opzione “una malattia o il risultato di un trauma psicologico”, il 35% “una perversione, una brutta abitudine”, e solo il 18% scelse la risposta “un orientamento sessuale, che ha lo stesso diritto d’esistere che possiede l’orientamento comune”.
Eppure, tra le persone d’età compresa tra i 18 e i 39 anni, il 31% privilegiò l’ultima opzione, mentre la scelse soltanto il 4% delle persone con più di 55 anni: per metà di loro si tratta semplicemente d’una “perversione”. L’intolleranza sociale nei confronti dell’omosessualità, quindi, sta diminuendo, ma rimane ciononostante sempre molto elevata.
La posizione della medicina ufficiale
Gli psichiatri russi hanno ufficialmente rifiutato il riconoscimento dell’omosessualità come malattia psichica nel giugno del 1999. Tuttavia, molti psichiatri di punta non concordano con tale scelta.
Nel libro “Deviazioni sessuali – parafilia” (ed. Triada, 1999) del professor A. A. Tracenko, dirigente del laboratorio di sessuologia giudiziaria del Centro Scientifico Statale di Psichiatra Forense e Sociale “V. P. Serbskij”, l’omosessualità viene considerata una grave psicopatologia, e vi si afferma che l’American Psychiatric Association (nel 1973) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’hanno tolta dall’elenco delle diagnosi solamente sotto pressioni politiche, cosa che “contraddice i principi fondamentali della diagnostica medica”.
Anche alcuni libri e materiali didattici di sessuologia, come ad esempio quelli della prolifica Dili Enikeeva (sessuologa, psicoterapeuta e scrittrice di romanzi molto celebre in Russia. N.d.T.), promuovono un atteggiamento negativo nei confronti dell’omosessualità.
Questa posizione ostacola moltissimo lo sviluppo di pratiche di psicoterapia in aiuto delle minoranze sessuali. Il tentativo del professor Kon dimostra che in Russia è estremamente difficile pubblicare uno studio serio sulle questioni che riguardano l’omosessualità. (L’articolo si riferisce a ‘Лунный свет на заре. Лики и маски однополой любви’ (Oлимп, 2003) – ‘Plenilunio all’alba. Volti e maschere del medesimo amore’, non tradotto in italiano – studio sull’omosessualità pubblicato dal professor Igor. S. Kon, sociologo, antropologo e sessuologo russo, che ha suscitato forti reazioni critiche da parte degli ambienti conservatori e religiosi. E’ possibile leggerne alcuni capitoli in inglese all’interno del sito Gay.ru: http://english.gay.ru/life/history/moonlightlove/HistoricalPrelude.html, mentre il testo completo, in russo, è disponibile all’indirizzo: http://www.pseudology.org/Kon/LunnySvetNaZare2/index.htm N.d.T.)
In più, la crociata contro l’istruzione sessuale degli adolescenti, manifestatasi in Russia a partire dal 1996, possiede una marcata enfasi anti-omosessuale.
Diritti politici e movimento gay
Il movimento gay in quanto tale, e cioè come organizzazione che si batte per il riconoscimento dei diritti di gay e lesbiche, è rappresentato da alcuni gruppi isolati in diverse regioni del paese, generalmente finanziati da capitali stranieri (in prima fila, svedesi).
Negli ultimi anni in Russia non è stata organizzata nessuna attività a livello nazionale, si tratti di campagne politiche, di propaganda e sottoscrizione di nuovi sostenitori, di raccolta di mezzi di sostegno o di azioni di massa.
Non si svolge un lavoro sistematico di documentazione delle violazioni dei diritti dei gay e delle lesbiche, né di tutela giudiziaria e amministrativa.
Nell’ambito di internet, il sito Gay.ru risolve con pieno successo il problema dell’istruzione della popolazione e della creazione di una società virtuale di gay e lesbiche.
La legge non proibisce la creazione di associazioni omosessuali, tuttavia nella pratica le autorità faranno sempre tutto il possibile per negare la registrazione ad un gruppo del genere. Quando ad esempio, nell’agosto del 1995, 27 organizzazioni locali crearono formalmente l’associazione di lesbiche, gay e bisessuali “Triangolo”, a livello nazionale, le autorità di Mosca negarono illegalmente la registrazione ufficiale, con il pretesto che la creazione del gruppo “forse contraddice le norme sociali della morale”.
Nel corso degli anni 1999-2000 il sito internet Gay.ru ha tentato due volte di registrare presso l’ufficio moscovita del Ministero della Giustizia della Federazione russa i documenti costitutivi del Fondo d’assistenza di gay e lesbiche, entrambe le volte però la richiesta è stata respinta per ragioni formali.
In campo politico, il fatto d’appartenere ad un’organizzazione gay o di mantenere un atteggiamento positivo nei confronti di gay e lesbiche viene utilizzato per screditare l’avversario durante la campagna elettorale.
All’inizio del 2000 tale metodo è stato usato, con il sostegno della televisione di Stato, contro il candidato democratico Grigorij Javlinskij (segretario del Partito Democratico Unificato Russo “Jabloko”, partito socioliberale. Le elezioni a cui si fa riferimento sono le elezioni presidenziali allora vinte da Putin. N.d.T.).
I mezzi di informazione di massa
I media russi, in linea generale, pubblicano materiali che riguardano l’omosessualità di carattere sensazionalistico e/o di cattivo gusto. Nella cronaca dei problemi degli omosessuali mancano riguardo e obiettività. Le immagini di gay e lesbiche create dai media sono caratterizzate da tratti stereotipati e caricaturali.
La copertura delle notizie estere che riguardano i gay è determinata dalla posizione soggettiva degli autori degli articoli. Come prima, mancano discussioni serie e studi dei problemi di gay e lesbiche, tuttavia fa piacere notare che il tema dell’omosessualità non provoca una grande reazione isterica presso i media, come invece succedeva all’inizio degli anni ’90.
Le pubblicazioni comuniste, nazional – patriottiche e religiose predicano atteggiamenti categoricamente negativi verso gli omosessuali e l’omosessualità. All’inizio degli anni ’90 venivano pubblicate alcune riviste gay (“Argo”, “1/10”, “Gay slavi” ecc.) e un quotidiano (“Tema”), tuttavia verso la fine del decennio hanno cessato tutti la pubblicazione, fondamentalmente per ragioni finanziarie.
Attualmente non esistono media d’informazione specificatamente gay, ma una schiera di riviste – per esempio, “Ptjuč”, “OM” (riviste di controcultura, che si interessano di arte, moda, musica, tematiche d’attualità…che però al momento della traduzione non sono più pubblicate. N.d.T.) – pubblica regolarmente materiali a tematica omosessuale.
Il vuoto informativo viene in parte integrato attraverso Internet, a questo riguardo il server d’informazione dei gay, delle lesbiche e dei bisessuali russi Gay.ru, aggiornato quotidianamente, realizza un lavoro enorme.
Religione e omosessualità
La Chiesa ortodossa russa ha un atteggiamento considerevolmente negativo nei confronti dell’omosessualità, atteggiamento che è stata confermato e diffuso al pubblico in un documento ufficiale, intitolato “Principi della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa”. Il documento è stato adottato dal concilio dei vescovi nell’agosto del 2000.
In particolare, vi si dice: “(la Chiesa) ritiene l’omosessualità un danno peccaminoso della natura umana, che viene vinto grazie allo sforzo spirituale che conduce alla guarigione e alla crescita personale”. E più avanti: “La Chiesa… resiste con decisione ai tentativi di presentare una tendenza peccaminosa come una “norma”, e tanto più come motivo d’orgoglio ed esempio da imitare”.
In più, la Chiesa ortodossa russa raccomandava di non permettere a persone “che promuovono modelli di vita omosessuale” di svolgere lavori connessi con l’insegnamento e l’educazione, e di non ammetterle alle cariche superiori dell’esercito e agli istituti di rieducazione.
Allo stesso tempo, alla fine degli anni ’90 all’interno della Chiesa ortodossa russa è scoppiata una serie di grossi scandali, legati ad accuse di omosessualità e corruzione di minori a carico di alti ecclesiastici (ad esempio, il vescovo Nikon a Ekaterinburg).
Non meno negativo è l’atteggiamento nei confronti degli omosessuali nelle regioni della Federazione russa a prevalenza musulmana. Alla fine degli anni ’90 Aslan Maschadov introdusse nella repubblica cecena l’applicazione “della legge islamica”, secondo cui l’atto omosessuale era punibile con la lapidazione.
Conclusione
La sospensione della persecuzione penale dell’omosessualità ha avuto un effetto sicuramente positivo sulla situazione di gay e lesbiche russi, ha consentito loro di diventare “visibili” all’interno della società.
Da un lato la loro “visibilità” ha provocato una reazione di rifiuto e omofobia (“prima non c’era nessun frocio, mentre ora guarda come si sono moltiplicati!”), ma dall’altro la società russa gradualmente si sta abituando alla loro presenza.
Purtroppo i media fanno poco, o praticamente nulla, per cambiare gli stereotipi negativi e dissipare le immagini tradizionali e caricaturali dei “gay manierati ed effeminati” e delle “lesbiche rozze e mascoline”.
Analogamente, anche gli stessi omosessuali russi non sentono la necessità di coesione sociale e di un’attività politica per la lotta contro la discriminazione, né il bisogno di creare un proprio modello positivo.
Fonti: Per la preparazione di questo lavoro sono stati usati materiali tratti dal sito http://www.gay.ru
Testo originale: Реферат: Положение геев и лесбиянок в современной России