Non abbattiamoci! Nel disegno di Dio c’è posto anche per gli omosessuali
Email inviataci da Pippo, risponde Gianni Geraci del Guado di Milano, 5 ottobre 2011
Vi vorrei segnalare (anche se in ritardo, perché l’ho scoperto dopo) il seguente evento: il convegno sul diritto naturale ‘Maschio e femmina Dio li creò’ (Piacenza, 1 ottobre 2011). Sarebbe interessante recuperare gli atti del convegno, poterli analizzare e proporre magari un contro-convegno (o magari una seria tavola rotonda di confronto…). La cosa è veramente inquitante: mentre Gionata e altri faticosamente cercano una via di dialogo con la gerarchia, qui ci vengono sbattute le porte in faccia, con tanto di patrocinio di diocesi, Comune, e sponsor vari…
In ogni caso ci vorrebbe una reazione – corretta nei toni ma decisa nei contenuti – da parte dei gruppi GBLT credenti. Grazie per l’attenzione.
Pippo
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La risposta…
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Caro Pippo, mi aveva parlato di questo convegno sabato scorso lo psichiatra Paolo Rigliano, ma nel vedere la presentazione sul sito che mi hai segnalato, ti debbo confessare di aver provato anch’io un po’ di sconforto.
Vedo sponsor importanti, vedo patrocini di tutti i principali centri di potere della città e mi rendo conto che da un punto di vista puramente umano non c’è partita: da un lato ci sono associazioni e persone di grande qualità che si impegnano per fare in modo che qualunque riflessione di approfondimento tra omosessualità ed esperienza di fede porti a un’apertura da parte della chiesa e della società, dall’altra ci sono i nostri gruppi che, quando va bene, riescono a tradurre qualche testo o a proporre qualche riflessione senza troppe pretese.
Quindi, da un punto di vista umano, davvero non saprei cosa fare. Le poche persone che hanno deciso di essere visibili in quanto omosessuali credenti (e lo dico per esperienza personale) cercano di ritagliarsi un po’ di tempo, ma debbono fare i conti con dei lavori che portano via buona parte della giornata (nel mio caso esco di casa alle sette di mattina e ci ritorno tredici ore dopo) e che, quando finalmente la giornata è finita, non permettono la giusta concentrazione per mettere insieme un discorso che abbia una sua efficacia.
I nostri gruppi, quando si incontrano, hanno a che fare prealentemente con le difficoltà delle persone che li vanno a cercare: se penso all’esperienza del Guado mi accorgo che, oltre ai problemi classici di accettazione della propria omosessualità e di ricerca di una stabilità affettiva, stanno pian piano arrrivandoci addosso problemi nuovi, come quelli legati alla mancanza di lavoro o alla indipendenza economica.
E anche le poche volte in cui riusciamo a organizzare qualche cosa di pubblico che può assomigliare, anche lontanamente, a un convegno o a una tavola rotonda, i mezzi di cui disponiamo, i relatori che ci possiamo permettere, la partecipazione che vediamo, non sono certo confrontabili a quelli che caratterizzano invece il convegno che ci hai segnalato.
Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono le associazioni omosessuali che forse hanno le energie e i fondi per portare avanti certi discorsi. In alcuni casi lo fanno (penso per esempio alla Rete Lenford con tutto il lavoro di consulenza giuridica e di attività nei tribunali), ma altre mi sembrano più orientate a trovare spazi nella politica che a un’elaborazione culturale di cui non sentono la necessità.
Se a livello umano non vedo prospettive, da credente debbo perdò dirti di essere comunque molto fiducioso.
Sono davvero convinto che il disegno di Dio, così come ci è stato rivelato in Gesù attraverso il vangelo, passa attraverso un radicale cambiamento nel modo in cui le chiese considerano l’omosessualità. E proprio perché sono convinto di questo resto comunque ottimista: credo infatti che sarà Dio stesso a cambiare le coscienze delle persone che si ostinano a costruire muri per chiuderci in un ghetto.
E la mia scelta di essere visibile è la conseguenza naturale di questa convinzione: perchè se da un lato so che è Dio il vero autore della storia, so anche che ciascuno di noi ha la responsabilità di collaborare con lui facendo tutto quello che può per aiutarlo in questo processo. Per questo ho deciso, tanti anni fa, di affrontare i comomenti e le battute dei miei compaesani e ho deciso di dire pubblicamente di essere omosessuale e credente.
Per questo stesso motivo spendo il mio tempo libero a creare, all’interno del Guado, un clima che aiuti le persone a crescere e a maturare una consapevolezza capace di aiutarle a fare un percorso simile al mio.
Per questo stesso motivo prego tutti i giorni e chiedo al Signore di aiutare tutti noi a conservare la speranza nel suo disegno che è un disegno in cui (lo dice la dottrina cristiana) ci deve essere un posto per tutti, anche per le persone omosessuali.
Un saluto cordiale
Gianni Geraci