Elena Bonetti è la nuova ministra alle Pari Opportunità
Riflessioni inviateci da Massimo Battaglio
Il nome di Elena Bonetti ci riguarda da vicino. La nuova ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia ha infatti un significativo percorso di attivista cristiana aperta alle questioni lgbt. Al di là della sua appartenenza partitica, che non interessa Gionata nè lo scrivente, è utile tracciarne un profilo.
43 anni, docente di matematica all’Università di Milano, viene dall’AGESCI. E’ lì che ha maturato i valori a cui dice di essere legata. Li riassume in un twitt:
“La bellezza del camminare insieme. La felicità e la pienezza che nascono dal servizio. Il coraggio di dire sì. La chiamata a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”.
Nel 2014, insieme a don Gallo, promosse un appello per le persone LGBT. I due chiedevano allo Stato di riconoscere le unioni gay e alla Chiesa di rivedere le proprie posizioni. Poiché “Tutti abbiamo il diritto di amare e di essere amati”.
Nello stesso anno, fu tra gli ispiratori della famosa “Carta del Coraggio” presentata alla route nazionale degli scout d’Italia in cui si parlava anche di tematiche lgbt. Ne ricordo alcuni passaggi
“Chiediamo all’Agesci che dimostri maggiore apertura riguardo a temi quali omosessualità, divorzio, convivenza, attraverso occasioni di confronto e di dialogo. Chiediamo che diventi portavoce presso le Istituzioni civili ed ecclesiastiche di una generazione che vuole essere protagonista di un cambiamento nella società. A questo proposito, chiediamo alla Chiesa di accogliere e non solo tollerare qualsiasi scelta di vita guidata dall’amore”.
“Chiediamo alla Chiesa di mettersi in discussione e di rivalutare i temi dell’omosessualità”
“Chiediamo che lo Stato porti avanti politiche di non discriminazione e accoglienza nei confronti di persone di qualunque orientamento sessuale, perché tutti abbiamo lo stesso diritto ad amare ed essere amati e che questo amore sia riconosciuto giuridicamente affinché possa diventare un valore condiviso”.
Nel 2016 fu tra i firmatari di una lettera di alcuni capi scout a sostegno della legge Cirinnà. Vi si esprimeva “profonda gioia” per la non adesione dell’AGESCI al family day e si chiedeva di accelerare l’iter di approvazione delle Unioni Civili. Si aggiungeva:
“In qualità di educatori, non possiamo diversificare il nostro messaggio educativo a seconda dell’orientamento sessuale del ragazzo o della ragazza che intraprende il cammino scout. Quando chiederemo ai nostri ragazzi di essere capaci di fare scelte profonde, decise, mosse dall’amore, lo faremo senza alcuna distinzione tra i ragazzi eterosessuali e i ragazzi omosessuali”.
La neo-ministra dichiara: “Sarà un onore domani giurare al Quirinale. Farò del mio meglio per garantire a tutte e tutti pari opportunità e fare delle famiglie il pilastro della comunità”. E conclude ancora una volta con uno slogan scout: “Buona strada a tutti noi!”
Con tutto ciò, sarebbe però abbastanza ingenuo pensare che si arriverà a breve a una legge contro l’omofobia. Nè tantomeno che si passerà dall’istituzione delle Unioni Civili a quella del matrimonio same sex. Se non altro perché i nostri temi non si risolvono per decreto ministeriale. Richiedono un lungo dibattito parlamentare e un confronto approfondito tra tutte le forze politiche e tra queste e gli elettori. Con un Paese nelle condizioni odierne, credo che tutto ciò sia abbastanza illusorio. Non possiamo però che augurarre ad Elena Bonetti di agire in modo coerente con la propria storia.